First look Almost Human - Stagione 1

Il nuovo sci-fi targato J.J. Abrams convince al suo esordio grazie all'interessante spunto alla base e il buon feeling degli interpreti principali

First look Almost Human - Stagione 1
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J.J. Abrams è l'uomo del momento. Ultimamente c'è sempre un gran parlare di lui per una questione fondamentale: la nuova saga, la nuova trilogia, di Star Wars che George Lucas ha ceduto proprio a lui. Dopo aver riportato in auge un'altra famosa saga - rivale - quella di Star Trek, a J.J. e' stato dato un ruolo infame e, se dovesse fallire, generazioni di fan e seguaci potrebbero distruggerlo.
Ma, nel frattempo, il caro J.J. non se ne sta seduto a riposare con le mani in mano; con la sua Bad Robot production continua a sfornare serie televisive: dopo la riuscitissima Lost - che ha il merito di averlo lanciato -, la mediocre Fringe e le tremende Alcatraz e Revolution, ora J.J. lancia in tv un nuovo sci-fi: Almost Human.

Ho visto cose..

2048. Los Angeles. Scienza e tecnologia si evolvono ad un ritmo incontrollabile. Le sostanze stupefacenti e le armi riempiono strade e scuole. Il contrabbando viene controllato e gestito da organizzazioni criminali anonime e violente: il tasso di criminalità è aumentato del 400%. Numericamente inferiori e surclassate, le forze dell'ordine mettono in atto una strategia: ogni agente di polizia viene affiancato da un androide da battaglia tecnologicamente avanzato. John Kennex, uno degli agenti del dipartimento, risvegliatosi dal coma in cui si era ritrovato dopo essere rimasto tra le vittime di un attentato, a causa del quale riporta disturbi sia fisici che psicologici, ritorna in servizio. Dopo una breve esperienza col primo robot che gli viene affiancato, che distrugge lui stesso, gli viene assegnato l'androide Dorian, un modello “fuori-mercato” in quanto caratterizzato da reazioni emotive.

Il ritorno di J.J.

Sin dal pilot è chiaro che Almost Human si basa concettualmente sull'immaginario filmico di opere quali Blade Runner, A.I. Intelligenza Artificiale, Io, Robot. Tutte storie - alcune magari meno riuscite di altre - caratterizzate dalla convivenza dell'uomo col suo “doppio” androide, iper-intelligente e iper-tecnologico.
Diciamo subito che Almost Human è un prodotto decisamente semplice: la tematica portante è quella del poliziesco che si traveste da drama futuristico. Apprezzabile in questo senso è la concezione della tecnologia: siamo nel 2048, un futuro non troppo lontano dai nostri giorni e per questo non così eccessivamente moderno né diverso. Molto carine e innovative - nonostante la tematica sia stata trattata ampiamente - alcune trovate tecnologiche (i mezzi di comunicazione, le protesi mediche ect) mai eccessivamente stranianti e, anzi, quasi familiari e credibili.
La linearità della storia con i suoi giusti orpelli visivi, la giusta dose di azione, tra inseguimenti e sparatorie, rendono questo pilot molto interessante e piacevole. Il protagonista, interpretato da Karl Urban (Eomer, erede al trono di Rohan ne Il signore degli Anelli e Leonard McCoy nella nuova saga di Star Trek: guarda un po', mica un neozelandese a caso) è un personaggio credibile. Caratterizzato dai classici tormenti da classico poliziotto con quella classica dose di cinismo e di intolleranza nei confronti degli androidi, viene svelato a giuste dosi.
Si pongono le basi ma c'è ancora qualcosa di nascosto, pronto ad essere svelato.

Almost Human - Stagione 1 Dal pilot non si capisce esattamente se questi androidi prima o poi inizieranno a essere considerati dei nemici oppure resteranno semplicemente delle presenze petulanti a mo' di decorazione, ma di sicuro - per stessa ammissione di Abrams - non c'è da aspettarsi viaggi nel tempo o verso nuovi universi da Almost Human. Una buona storia, un ottimo protagonista con dei co-protagonisti che sembrano promettere bene e la giusta dose di ritmo fanno di questa serie un prodotto da cui ci si può aspettare qualcosa di buono.