First look Falling Skies - Stagione 4

Ritorna la serie prodotta da Spielberg che racconta la lotta tra esseri umani e alieni

First look Falling Skies - Stagione 4
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La serie fantascientifica Falling Skies, trasmessa negli Stati Uniti sulla tv via cavo TNT, è arrivata alla sua quarta stagione anche se sembra stia ancora cercando di trovare una formula definitiva in grado di caratterizzarla e permetterle di evolversi in modo coerente e narrativamente credibile.
Lo show creato da Robert Rodat e prodotto da Steven Spielberg ha saputo costruirsi un proprio pubblico nel corso degli anni, sviluppando con una certa sicurezza uno spunto ormai visto in innumerevoli versioni televisive e cinematografiche. Il cambio di showrunner, l'aumento del numero degli episodi previsti, da dieci a dodici, e l'entrata in scena di nuovi personaggi negli episodi inediti, promette di dare vita ad alcuni cambiamenti importanti che dovrebbero dare nuova forza alla serie che ha davanti a sé il difficile compito di proporre un approccio originale all'ormai classica invasione della Terra da parte di una popolazione aliena e alla successiva lotta degli esseri umani per la propria libertà.

Storie separate

Tom Mason (Noah Wyle) porta la Seconda Massachusetts fino a Charleston, ma gli alieni li attaccano e li dividono in gruppi separati.
Quattro mesi dopo Tom si trova prigioniero in una struttura controllata dagli Espheni, da dove fugge di notte diventando un misterioso vendicatore mascherato ammirato dagli umani sopravvissuti.
Matt (Maxim Knight) è in un campo di rieducazione dove i ragazzi e i bambini vengono riprogrammati.
Ben (Connor Jessup) si risveglia in una misteriosa comunità pacifica dove si trovano anche Lourdes (Seychelle Gabriel), Maggie (Sarah Carter) e sua sorella Lexis (Scarlett Byrne), incomprensibilmente cresciuta in pochissimo tempo.
Anne (Moon Bloodgood) guida un gruppo di persone appartenenti alla Seconda Massachusetts alla ricerca di sua figlia.
Hal (Drew Roy) vive invece tra i resti della città insieme ad altre persone e Pope (Colin Cunningham), con cui gli scontri sono sempre più frequenti.
Tom scopre inoltre che i Volm hanno lasciato la Terra, nonostante Cochise (Doug Jones) si offra di aiutarli.

Storie un po' troppo stereotipate

L'esordio della quarta stagione prova a dare nuova linfa allo show prodotto da Spielberg dividendo i protagonisti, un po' come accaduto recentemente in The Walking Dead, e compiendo un salto temporale. La trama mantiene così ben pochi legami con la struttura narrativa che ha animato i precedenti episodi e propone invece più di una tematica in contemporanea.
L'idea possiede un buon potenziale nonostante gli stereotipi che porta in scena: Tom diventa un vendicatore mascherato destinato a dare speranza agli umani sopravvissuti e a diventare target degli alieni; Matt si ritrova in una struttura che ricorda fin troppo le pratiche naziste di rieducazione delle nuove generazioni; la pacifica area guidata da Lexis rappresenta la parentesi paradisiaca e utopistica in un mondo distrutto; e la realtà esistente per le strade sono il classico insieme di criminalità e lotta per la giustizia. Niente di nuovo quindi, ma gli elementi potrebbero costituire una rete in grado di avvincere e trattenere gli spettatori che potrebbero essere incuriositi dai numerosi ostacoli posti sul cammino dei singoli personaggi.
Il nuovo capitolo della lotta per la sopravvivenza del genere umano sulla Terra, anche grazie a degli effetti speciali di buona qualità all'interno del contesto televisivo, si apre con un episodio che regala un buon intrattenimento gestendo molta azione e un po' di spazio per i sentimenti.

Falling Skies - Stagione 4 Falling Skies, con la sua scelta di mostrare le reazioni di persone comuni all'invasione del proprio pianeta, sembra in grado di non deludere le aspettative dei suoi fan. Noah Wyle e l'ormai collaudato cast non ha troppe difficoltà nell'interpretare senza troppe sbavature i rispettivi personaggi e la produzione si mantiene ancora su un buon livello. Lo showrunner David Eick dovrà però mantenere ben salde le redini del progetto, per non rischiare di scivolare troppo a fondo in una trama surreale e poco credibile da cui sarebbe veramente complicato risollevarsi.