First look Shadowhunters - Stagione 1

Dopo la trasposizione cinematografica del 2013, arriva sui piccoli schermi televisivi l’attesa Shadowhunters, la serie televisiva ispirata all’omonima saga di romanzi scritti dall’autrice statunitense Cassandra Clare.

First look Shadowhunters - Stagione 1
Articolo a cura di

È sempre difficile per gli sceneggiatori e i registi che si impegnano in una trasposizione cinematografica o televisiva di una saga letteraria riuscire, da una parte, a creare un prodotto di alto profilo senza deludere le altissime aspettative dei lettori e, dall'altra, a regalare un racconto completo, intrigante e che si fa guardare con piacere allo spettatore che non ha avuto il piacere di gustarsi i volumi da cui la storia è tratta. Il compito risulta essere ancora più arduo nel momento in cui si debutta dopo esperimenti riusciti come, ad esempio, quello che hanno saputo portare sul piccolo schermo David Benioff e D.B. Weiss con la celebre saga di George R. R. Martin.
Tutte queste difficoltà però, non giustificano, a nostro modesto parere, il deludente risultato del primo episodio di Shadowhunters che, pur partendo dal buon materiale fornito dalla saga di Cassandra Clare, non riesce a convincere né l'appassionato lettore, né lo spettatore che per la prima volta si avvicina al mondo fantastico creato dalla scrittrice.

Un nuovo mondo nascosto

Clary Fray, una comune studentessa che ha appena compiuto diciotto anni, conduce felicemente la sua adolescenza, vivendo insieme all'amorevole madre Jocelyn, passando le sue giornate coltivando la sua passione per l'arte e frequentando il suo migliore amico Simon Lewis. Proprio durante i festeggiamenti per il suo compleanno al club Pandemonium, però, Clary assiste a uno scontro tra creature fantastiche che nessuno, tranne lei, riesce a vedere. La protagonista, infatti, diventa consapevole del mondo dei Nascosti, esseri soprannaturali quali demoni e stregoni invisibili a tutti i comuni mortali, chiamati Mondani da queste creature. Al suo ritorno a casa assiste al rapimento di sua madre da parte di alcuni strani individui. A correre in suo soccorso sarà Jace, uno dei cacciatori di demoni che hanno preso parte allo scontro nel locale e, insieme ai compagni Isabelle ed Alec, cercherà di mettere al sicuro e aiutare Clary.

Progetti andati storti

Sia per chi ha letto i romanzi, sia per chi è appena entrato in contatto con la realtà soprannaturale della Clare, la sensazione è che in questo primo episodio si stia procedendo alla velocità della luce: moltissimi elementi vengono presentati in modo affrettato, confuso e approssimativo, mancando di dare il giusto peso e l'appropriata valenza a quei particolari che, troppo facilmente, vengono messi da parte come se fossero già stati affrontati in modo esaustivo. Un esempio ne è il modo in cui gli sceneggiatori ci hanno raccontato il passato di Clary e di sua madre: una serie di flashback (legati, per altro, al presente con un tempismo che lascia a desiderare), sembrano archiviare il background della protagonista come se fosse una fastidiosa e tediosa incombenza a cui, però, bisogna pensare, quando invece poteva essere un aspetto da sfruttare per conferire maggiore spessore al personaggio.
Fallito miseramente, poi, il maldestro tentativo degli sceneggiatori di inserire nella storyline quella linea comica che, se manipolata sapientemente, è in grado di conferire un guizzo frizzante al ritmo narrativo. A suscitare ilarità sono, al contrario, proprio quei ridicoli dialoghi che hanno cercato disperatamente, senza riuscirci, di trasmettere quella tensione che avrebbe dovuto trasparire dalle scene d'azione e da quelle drammatiche.
L'unico elemento che forse può essere considerato non così dozzinale è la fotografia, che riesce, anche se con fatica, a conferire una parvenza di quell'atmosfera oscura e misteriosa che, in una serie fantasy che si rispetti, è un elemento che non può essere trascurato. Ciò che di buono nella fotografia, però, viene vanificato dal montaggio disordinato che contribuisce a rendere la narrazione, già di per sé disorientante, ancora più frammentaria e scomposta.

Creature soprannaturali (o personaggi inconsistenti?)

La cosa peggiore di questa prima puntata, però, sono probabilmente i personaggi, per non parlare dell'interpretazione dei loro interpreti. Se, prima di assistere a questo episodio, si fosse ipotizzato che, forse, avremmo potuto trovare in Clary Fray una nuova Buffy Summers, al termine della puntata (ma probabilmente anche prima) ci si vergogna di aver anche solo pensato a un tale accostamento. Più che a una cacciatrice di demoni, infatti, la protagonista appare come una ragazzina ingenua con la maturità emotiva di una fatina adolescente. Katherine McNamara, che sembra riuscire solamente a propinarci espressioni vacue e attonite, non migliora la situazione. Che dire, poi, dei tre shadowhunters che accorrono in aiuto dell'indifesa protagonista? A restare impressi del personaggio di Jace, sono gli occhi sbarrati di Dominic Sherwood che riesce a trasmettere solo una piatta sensazione della sua indole da ‘bello e dannato'; Emeraude Toubia, invece, rende bene il carattere sexy e un po' altezzoso di Isabelle... ma niente più di questo; l'Alec di Matthew Daddario, infine, sembra un po' un riempitivo che, in questo primo episodio, ha l'unico scopo di dare l'assist ai suoi due colleghi cacciatori per lanciare le loro battute.
La mancanza dell'intensità dei conflitti viene aggravata, poi, dai demoni eccessivamente deboli e dai membri del Circolo che faticano a trasmettere la sensazione di pericolo che una tale minaccia dovrebbe, invece, suscitare.

Shadowhunters - Stagione 1 L’episodio pilota di Shadowhunters non rende giustizia alla saga letteraria di Cassandra Clare che, seppur non eccelsa e palesemente rivolta ad un pubblico più giovane, merita una trasposizione migliore di quelle finora approdate sul grande e sul piccolo schermo. Il lavoro fatto dagli showrunner sembra essere stato frettoloso e privo di cura e sentimento. Il risultato è una sceneggiatura scomposta che presenta un insieme confuso di personaggi stereotipati, privi di profondità e presentati in modo superficiale da un cast la cui recitazione artificiosa rende la visione quasi fastidiosa e al limite della noia.