First look Sherlock - Stagione 2

Le avventure di Sherlock Holmes e del Dottor Watson nella Londra contemporanea

First look Sherlock - Stagione 2
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Dopo un’attesa lunga (troppo lunga...un anno e mezzo) torna sulla BBC la serie che vuole omaggiare, in chiave moderna, l’investigatore privato più famoso del mondo. Le aspettative dopo la prima ottima stagione erano alte. Vediamo quindi se è valso la pena aspettare così a lungo.

Dove eravamo rimasti

La prima stagione di Sherlock si chiudeva con un cliffhanger di tutto rispetto, lasciando in sospeso una situazione che stava per divenire “esplosiva”. Ovviamente non vi andiamo a dire come e se da questa situazione se ne sono usciti i protagonisti, ma ammettiamo che un po’ di delusione per la frettolosità di voltare pagina nell'uscire da uno stallo così impegnativo c’è, soprattutto perchè la figura di Moriarty ci aveva positivamente colpito. Detto questo, quello che ci ritroviamo davanti è lo stesso canovaccio della scorsa stagione: un caso estremamente intricato in cui saranno coinvolte le alte sfere del Regno Unito, personaggi carismatici e perfettamente caratterizzati, recitazione ad alti livelli (ancora una volta vogliamo ribadire l'ottima scelta fatta nel voler puntare su Benedict Cumberbatch) e la voglia di scoprire dove si andrà a parare. Chi ha amato la prima stagione, non potrà che rimanere invischiato anche in questo nuovo inizio.

Il riferimento ai libri

La puntata - “A scandal in Belgravia” - è un chiaro riferimento al racconto originale “A scandal in Bohemia” dove Sherlock Holmes viene convocato dal Re di Boemia per recuperare alcune fotografie compromettenti. Le similitudini con il racconto non mancheranno in tutta questa prima puntata.

Quello che c'è di vecchio...

Come detto, le novità a livello strutturale sono irrilevanti. Si è scelto cioè di non variare minimamente il format utilizzato, preferendo poche puntate piuttosto lunghe (3 puntate da 90 minuti) a un numero superiore di episodi più brevi. Il risultato è quello di un prodotto ben sviluppato, curato nei dettagli e dalla trama più articolata del solito. Anche la mano della regia non si discosta da quella che abbiamo imparato ad apprezzare nella prima stagione. L’uso costante della sovrapposizione delle scritte, degli indizi e dei pensieri del nostro Holmes sono ormai un marchio di fabbrica e per il momento non risultano minimamente pesanti all’occhio dello spettatore. Anche i cambi di scena frequenti, la regia veloce, le musiche incalzanti ricordano molto la stagione scorsa, ma, torniamo a ripetere, è un dejavu piacevole e per nulla ridondante.

...e quello che c'è di nuovo

Qualche novità però gli sceneggiatori l’hanno introdotta e se, a livello tecnico, la serie è rimasta pressoché invariata, le maggiori novità si registrano proprio a livello di sceneggiatura. Il nuovo caso in cui Holmes e Watson saranno coinvolti, infatti, ha una rilevanza meno “provinciale” dei tre casi visti e ci è sembrato il giusto coronamento alla crescita di ritmo e di intensità che avevamo potuto apprezzare nel lontano 2010. Non è finita qua però. Perché quello che più ci ha lasciati incuriositi sono le basi poste per delle future interazioni tra il nostro investigatore e una serie di personaggi esterni, alcuni già visti, come il caro professor Moriarty (Andrew Scott), altri introdotti in questa prima puntata e di cui preferiamo non anticiparvi nulla. Infine non possiamo che apprezzare anche la voglia di rendere Holmes più umano e di farlo percepire, in alcuni casi, meno infallibile del solito, anche a causa dei suoi sentimenti.

Sherlock - Stagione 2 Che dire? Aspettavamo con ansia il ritorno di questo moderno Holmes e dobbiamo dire che l’attesa non è stata vana. Una puntata che inizia in maniera leggermente fastidiosa ma che sa recuperare in breve tempo il terreno perduto, finendo per diventare appassionante come e più delle tre puntate della prima stagione. Di difetti veri e propri non ve ne sono, se non il rischio di diventare un po’ troppo autocelebrativi. Per adesso però questo inizio di stagione è davvero ottimo.