Taboo 1x01: Tom Hardy e i fantasmi del passato nella Londra del 1800

Debutta su BBC One, e il 10 gennaio in America su FX, la miniserie ideata da Tom Hardy e scritta da Steven Knight. Ecco cosa pensiamo del pilot

Taboo 1x01: Tom Hardy e i fantasmi del passato nella Londra del 1800
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Pioggia e fango, cieli plumbei tagliati dal vento, all'orizzonte si intravedono i palazzi di Londra avvolti nel fumo delle ciminiere. Un uomo la osserva da lontano, scuro in volto, mentre nasconde nel terriccio bagnato della campagna qualcosa e poi fugge via alla volta della città dove è tornato per il funerale di un padre mai conosciuto. È il 1814, ci troviamo sul limitare dell'età vittoriana, quella che avrebbe rivestito il paese di ricchezza e prosperità, ma l'atmosfera e l'aspetto superficiale suggeriscono invece il clima e l'angoscia che precedono una tragedia: parte così l'episodio pilota di Taboo, miniserie britannica ideata da Tom Hardy (che vediamo interpretare anche il protagonista), Edward "Chips" Hardy, suo padre, e scritta da Steven Knight, che aveva già lavorato insieme all'attore sul set di Locke, il meraviglioso dramma tutto sviluppato nell'abitacolo di un'automobile uscito nel 2013.


Tom Hardy è una sagoma intrappolata nel trauma di un passato misterioso

Hardy è James Keziah Delaney, sagoma imponente e corpo animale intrappolato nel trauma di un passato ancora misterioso, che troverà risoluzione nel proseguo della serie e che per adesso fornisce allo spettatore molti dubbi e pochissime risposte. Sappiamo che il personaggio ha trascorso diversi anni nella natura selvaggia africana, e questo trasferimento coatto a Londra non soltanto lo fa scontrare con una civiltà nuova e sconosciuta, ma gli pone davanti un futuro di inattese responsabilità: la morte del padre lascia all'unico figlio maschio, un "bastardo" nato da una relazione clandestina, l'eredità del Nootka Sound, un fazzoletto di terra che la Compagnia delle Indie Orientali vorrebbe acquisire per espandere i propri possedimenti coloniali e che Delaney, spinto dall'onore e dal vissuto personale, preferirebbe destinare ai nativi americani. Un affronto alla madre patria, uno schiaffo morale alla Regina. Ecco il peso di una scelta che non piace alle potenti e influenti istituzioni britanniche (tra cui la Chiesa).

Ottime premesse e una scrittura elegante

La prima ora di Taboo scorre piuttosto velocemente nell'assoluta curiosità che una scrittura elegante come quella di Knight sa donare al racconto; un racconto scuro, spesso sussurrato e mai gridato, che attraverso la figura di Tom Hardy prende vita e si regala inafferrabili sfumature, vero regalo per il pubblico ed elemento determinante alla riuscita di questo pilot. L'attore grugnisce, osserva e si muove con passo felpato, una bestia affascinante che nei colori della Londra ottocentesca quasi scompare, riapparendo come un'ombra che minaccia la salute della città. Ci sono ottime premesse, un cast di rispetto e un protagonista formidabile a farsi largo in una serie che si chiuderà nell'arco di otto puntate e che potrebbe riservare momenti di grande spettacolo. Un "film" diluito nel tempo, denso come il fango, soffocante come il fumo, pericoloso come un temporale imminente.