First look The Borgias - Stagione 1

La nuova serie di Showtime con protagonista Jeremy Irons nel ruolo di Rodrigo Borgia!

First look The Borgias - Stagione 1
Articolo a cura di

THE BORGIAS - FIRST LOOK

Il 3 aprile è cominciata la nuova serie di Showtime: “The Borgias”. La serie è ambientata nel 1492 ed è incentrata sui Borgia, storica famiglia italiana di origini spagnole. Creato da Neil Jordan, vincitore di un oscar nel 1993 per la miglior sceneggiatura di “The Crying Game”(La moglie del soldato), il telefilm ha come protagonista Jeremy Irons nel ruolo di Rodrigo Borgia e viaggia sul filone di serie come “Rome” della HBO o “The Tudors”. La premiere di “The Borgias” si è imposta come la seconda miglior premiere per Showtime negli ultimi sette anni; vediamo di scoprire insieme se la serie ha saputo mantenere le promesse e ricompensare l'attesa dei mesi precedenti.

SEX, POWER, MURDER

“The Borgias” apre subito come una tipica serie targata Showtime, e cioè con una sigla(quasi del tutto scomparse al giorno d'oggi) piuttosto interessante e curata, ricalcando un po' lo stile di quella di “Carnivàle”, perla indimenticata della HBO. La storia ci getta subito all'interno delle vicende che sono in corso al papato; con l'imminente morte di papa Innocenzo VIII, il sacro collegio deve eleggere un nuovo papa, che verrà scelto tra diversi cardinali. Tra questi c'è Rodrigo Borgia, vicecancelliere che aveva già preparato il piano per arrivare a sedere sul “trono di Roma”. L'uomo incarica il suo figlio prediletto, Cesare Borgia, di convincere alcuni membri del sacro seggio a cambiare i loro voti per poter così essere eletto. Nonostante i sospetti e le accuse di alcuni altri cardinali, il piano dei Borgia fila liscio come l'olio, e l'ormai ex vicecancelliere viene eletto Papa di Roma, dovendo così abbandonare la sua vita da Rodrigo Borgia, per diventare Papa Alessandro VI. “The Borgias” mette in chiaro sin da subito che bisognerà mettere da parte ogni concetto di moralità. Simonia, menzogne, tradimenti, lussuria, corruzione, omicidi, tutto ciò non conta, come dice Papa Alessandro VI: “Basta pentirsi”, insomma, dire una bella preghiera, magari fare penitenza, perchè Dio comunque ci perdonerà. Tutto in linea con ciò che disse il creatore della serie, “il crime-family originale”, una sorta di capostipite dei “Sopranos”. E infatti più che una serie di Showtime, “The Borgias” sembra più accostabile al classico target HBO, mostrando qualche elemento in comune con “Rome”, nonostante la vena molto meno inclinata all'azione(se così si può dire) e decisamente più paragonabile ad una sorta di soap-opera. Nel pilot si può notare come la serie sia molto impostata sul dialogo, purtroppo un po' troppo spesso sui dialoghi “a vuoto”, che non risultano particolarmente funzionali ed interessanti e che se combinati con alcuni “tempi morti” un po' spigolosi finiscono semplicemente per appesantire la visione di un episodio. Maggior efficacia riescono ad esprimerla i vari personaggi, che hanno quasi tutti attorno a loro un che di contorto ed intricato, protagonista a parte, infatti, personaggi come Lucrezia Borgia(figlia del papa), o Giulia Farnese(l'amante) e Micheletto(un assassino) sembrano tutti avere un'aria vagamente perversa che in qualche modo riesce ad affascinare lo spettatore.

ROME

A differenza per esempio del già citato “Rome”, che sfruttava realmente gli studi romani di cinecittà, “The Borgias” viene invece filmato in alcuni studi ungheresi. Il fatto che il telefilm sia filmato in Ungheria non è un problema di per sé, ma bisogna dire che c'è un uso troppo frequente(forse un abuso) di set interni che minano talvolta la credibilità dello “scenario” e dell'ambientazione. La scena viene preferibilmente tenuta “al chiuso” e se riesce ad uscire lo fa per delle brevi fughe al buio, prediligendo delle scene notturne piuttosto che quelle diurne. Quando si è al chiuso alcuni set interni sembrano più credibili di altri, anche se generalmente sono un po' troppo scarni e si avverte un senso di ripetitività, oltre che di “claustrofobia scenica”. Le ambientazioni sono quindi fortemente limitate, mentre i costumi e l'abbigliamento appaiono abbastanza convincenti, tutto sommato in linea con ciò che ci si dovrebbe aspettare da una produzione così importante.
Dal punto di vista del cast “The Borgias” ha una sorta di colonia di attori inglesi o comunque provenienti dal Regno Unito, come un paio di attori gallesi ed irlandesi, “capitanata”, ovviamente, da un buon Jeremy Irons. Quest'ultimo interpreta Papa Alessandro VI in modo più che convincente, trasudando corruzione ed immoralità da ogni poro, andando ad imporsi come l'esatto opposto di ciò che una figura religiosa dovrebbe essere e di come dovrebbe apparire. Gli altri attori non sono comunque male, anche se Francois Arnaud(Cesare Borgia) sembra uscito da una soap-opera, rende abbastanza bene l'idea del figlio preferito che gestisce di persona gli interessi del padre. Vagamente affascinante è l'interpretazione di Holliday Grainger che nel ruolo di Lucrezia Borgia(sorella di Cesare) utilizza discretamente questa sua “faccia d'angelo”, risultando anche un po' maliziosamente ingenua o ingenuamente maliziosa.

The Borgias - Stagione 1 AMEN “Whom can one trust in this Rome of ours?”. “I believe trust needs to be earned my lord”. “Perhaps. Perhaps it has been.” Di chi ci si può fidare in una Roma del genere? Detto da Cesare Borgia dopo aver visto il pilot di “The Borgias”, questa frase fa sicuramente sorridere. Non esistono regole o principi morali, solo ragnatele di cospirazioni e contro-cospirazioni nonché intrighi di ogni genere. “The borgias” introduce da subito delle tematiche interessanti, anche se parte col freno a mano decisamente tirato e dei ritmi non completamente apprezzabili, ritmi di chi si vuole specchiare un po' troppo. La sensazione è che ci sia un po' troppo compiacimento; la sceneggiatura risulta a tratti affascinante, un po' “leziosa”, rischiando di perdere talvolta l'attenzione dello spettatore. Bisogna però far notare che il pilot dura circa un'ora e mezza, durata probabilmente troppo esagerata per un prodotto del genere, che potrebbe comportarsi meglio spalmandosi sui cinquanta minuti standard degli episodi futuri. Non pareggiando, almeno per ora, una serie come “Rome”, il nuovo telefilm di Showtime esordisce comunque con delle discrete premesse e dei discreti margini di crescita. Jeremy Irons è un buon protagonista e i vari intrighi che si svilupperanno, uniti ai personaggi perversi, contorti ed intricati, sono abbastanza per farci interessare ai prossimi episodi. D'altronde se “The Borgias” dovesse deludere gli basterebbe dire “Amen” e pentirsi, perchè tanto Dio, secondo lui, lo perdonerà comunque.