First look The Gates - Stagione 1

Un bel quartiere. Un'ottimo liceo. Una coppia di vampiri assassini...

First look The Gates - Stagione 1
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Città o prigione?

Bastoy è famosa in Norvegia per essere l’unica prigione al mondo “senza mura”. Da ormai 10 anni i detenuti alloggiano in una ridente isoletta, svolgendo attività scolastiche e lavorative, autogestendo gli spazi e le risorse. Nessun muro, nessuna fuga tranne un paio di episodi risolti con qualche ora di seduta psicanalitica. Si perché una volta approdati sulla terra ferma si può avvertire la prigione, riducendo notevolmente la punizione per essere scappati. Che centra tutto questo con The Gates?

C'è un nuovo sceriffo in città

Qui, a differenza di Bastoy, non c’è una pena da scontare. Gli abitanti di The Gates, una cittadina controllata 24 ore su 24 da telecamere esterne, sono in gabbia: per la loro sicurezza, per la loro privacy, per una loro scelta. La famiglia dell’agente Nick Monohan si trasferisce in questa città “more than a city” con buoni propositi: sarà lui il nuovo capo della polizia di The Gates. Il passato recente di Nick è macchiato da un misterioso omicidio commesso per legittima difesa, su cui la moglie Sarah è decisa a voltare pagina per iniziare una nuova vita assieme al figlio teenager Charlie. A proposito, fra gli abitanti si aggirano vampiri e lupi mannari! Una cosa di poco conto insomma, che rende l'impresa ancora più ardua.

Cast

Dopo l’ultimo requiem di Lost e in contemporanea con Persons Unknown, la ABC ci riporta nella dimensione del “Grande Fratello”. Inaugurando l’estate, gli autori Grant Scharbo e Richard Hatem prendono le distanze da chi paragona il loro “supernatural crime drama” a True Blood di Alan Ball. In attesa dei prossimi episodi che ci chiariranno le idee sul gioco di somiglianze, registriamo l’ottimo avvio del protagonista interpretato da Frank Grillo (Prison Break 1) e Marison Nichols (24, Nip & Tuck, Alias), affiancati dalla coppia vampiresca composta dai coniugi Radcliff, il glaciale Dylan (Luke Mably) e l’insaziabile femme fatale Claire (Rhona Mitra). L’esordio della serie deve molto alla regia di Terry McDonough, che lavora di campi lunghi, steadycam e gioca sapientemente con le luci e la scenografia.

Oltre la privacy

E se il vero pericolo provenisse dall’interno? E’ questa la domanda su cui ruota l’intero episodio e che, ne siamo sicuri, coinvolgerà la story line di tutta la stagione. I cittadini di The Gates vogliono sicurezza, hanno deciso di abitare qui per questo. Le telecamere che registrano e salvano sul megacomputer le azioni pubbliche dei cittadini svolgono una funzione di security, ma si fermano sulla soglia delle case. Cosa succede se si invade lo spazio privato delle abitazioni domestiche? Dal bisogno di sicurezza, s’invoca quello alla privacy e l’universo di The Gates crolla. La dimensione sovrannaturale è forse la chiave formale per interpretare il punto di vista dei creatori della serie. Il mostro è dentro di noi, e oltre la realtà registrata dal “Grande Fratello” ce n’è un’altra, sovrannaturale, primordiale, che sfugge al controllo. Come ha recentemente ricordato Mark Zuckerberg, l’inventore di Facebook, oggi il concetto di privacy è molto cambiato. Vogliamo condividere il nostro “status” eppure abbiamo paura di essere spiati, di andare un po’ troppo oltre. The Gates potrebbe essere uno spunto interessante per orientarci su questo stato di cose.

The Gates - Stagione 1 All’opposto della più rinomata prigione Norvegese, la comunità di The Gates paga per vivere in cattività. Più sicurezza, meno privacy, ma il gioco sembra non valere la candela e all’arrivo del nuovo capo della polizia (scontatamente) iniziano gli omicidi. The Gates parte come una sorta di True Blood in versione Grande Fratello, ma la sapiente regia di Terry McDonough mette un marchio d’autorialità che ci fa ben sperare in uno sviluppo originale della stagione.