First look The Killing - Stagione 1

La quinta serie della AMC, un drama-mystery che indagherà sulla morte di una giovane ragazza.

First look The Killing - Stagione 1
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THE KILLING - FIRST LOOK

Il 3 aprile è finalmente cominciata la nuova serie “The Killing”, quinto telefilm creato dal canale premium AMC. La serie è tratta dall'omonimo serial danese nato nel 2007 e conclusosi dopo una sola stagione. La premiere americana ha ottenuto buoni ascolti, imponendosi come la seconda miglior premiere di AMC dopo il mostruoso esordio di “The Walking Dead”, avvenuto ad Halloween 2010. Vediamo di scoprire insieme se il quinto prodotto telefilmico della casa madre di “Mad Men” sia riuscito ad imporsi, oltre che negli ascolti, anche a livello artistico.

SLOW-BURN

Il pilot, di circa un'ora e mezza, si apre con delle sequenze decisamente immersive ed introduttive. Da subito lo spettatore viene messo al centro di ciò che sta per succedere, circondato dal magnifico, inconfondibile, struggente e storico verde delle locations di Vancouver. Una ragazza è stata uccisa, ma “The Killing” non vuole catapultarci con velocità supersonica in quella che è una verità gelida e oramai attesa, vuole farci entrare nella storia prendendosi i suoi tempi, introducendoci lentamente i vari personaggi della serie, i loro ruoli all'interno di essa ed anche le loro “relazioni”. I protagonisti principali della serie sono due: Sarah Linden(interpretata da Mireille Enos) e Stephen Holder(interpretato da Joel Kinnaman), due agenti della omicidi che indagano sull'assassinio. La storia però è raccontata da tre punti di vista, quello dei due agenti appunto, quello della famiglia della ragazza uccisa(la diciassettenne Rosie Larsen) e quello di Darren Richmond(interpretato da Billy Campbell), un politico che è in corsa per l'elezione a sindaco di Seattle. Sarah Linden sta per lasciare Seattle per trasferirsi in California con suo figlio ed il fidanzato(interpretato da Keith Callum Rennie) mentre in città arriva il nuovo agente della omicidi(Stephen Holder), che verrà portato “sul campo” dalla protagonista femminile per mostrargli come funzionano le cose "da quelle parti". La Linden viene “trattenuta” a Seattle dal caso che si è creato e con il nuovo arrivato comincia ad indagare sulla scomparsa di Rosie Larsen.
Ricordandoci però che stiamo parlando di un mystery-drama, è meglio non parlare troppo della trama in sé, meglio scoprire da soli le varie sfaccettature di ciò che viene narrato. E' quindi meglio parlare del metodo di narrazione utilizzato dalla serie. “Slow-burn storytelling in a sense that every moment that we don't have to prettify or gloss over or make something necessarily easy to digest, that we're able to go to all sorts of places that are honest, and dark, and beautiful and tragic, in a way that is how a story should be told”, così descrisse la serie Veena Sud, creatrice di “The Killing”. Leggendo questa semplice frase e guardando il pilot ci si accorge di come la coerenza tra le parole, le idee, e i fatti, sia disarmante. Nel nuovo drama di AMC, la narrazione si infiamma lentamente, creando una sorta di tensione, forse solo apparente, che contribuisce ad innalzare l'interesse di ogni scena e il potenziale effetto che essa potrebbe avere sullo spettatore. Quasi tutti i personaggi introdotti nel pilot hanno un che di interessante, anche se alcuni sono stati introdotti meno dettagliatamente di altri, Holder su tutti. Sarah Linden è un buon poliziotto, che sembra avere un particolare intuito. Il suo collega è invece per il momento quasi completamente indecifrabile, in alcune scene pare un po' troppo sicuro di se e un po' svogliato al tempo stesso, mentre in altre sembra astuto e determinato. C'è da dire che per quanto i personaggi siano stati presentati con tempi adeguati e senza alcuna stonatura, forse sarebbe stato il caso di inserire un paio in meno, almeno nell'episodio pilota.

IT'S ALL IN THE ATMOSPHERE

E' tutto nelle atmosfere. Si, perchè se c'è qualcosa in cui “The Killing” eccelle davvero è sicuramente la capacità di creare delle atmosfere importanti, che hanno un reale impatto sulla serie nel corso di un episodio. Impossibile immaginare una location più azzeccata della magica Vancouver per una serie del genere. Vero che la regia è di buon livello, vero che la fotografia accompagna il tutto ottimamente, eppure, ancora una volta, la città canadese si impone quasi come se fosse una presenza a sé. Il già citato epico verde, i boschi misteriosi ed intriganti e la pioggia costante che porta una vena quasi di tristezza, di misticismo, come se la città volesse parlarci. Cosa c'è di meglio di Vancouver? Probabilmente solo le ragazze canadesi che ci vivono. Il merito di queste grandiose atmosfere non è però attribuibile solamente alle locations o alla fotografia old-style; anche il sonoro è una componente fondamentale dell'intera serie. Nel pilot si può notare come ci sia una costante presenza di “rumori di sottofondo”, in molte scene la pioggia, in altre qualche traccia musicale, tutto ciò che serve a tenere sempre vivo il ritmo dell'intero episodio, regalando così una certa densità alle atmosfere del telefilm, fortemente spente, che ricordano un po' quanto visto nel 2009 in “Harper's Island” e, senza esagerare assolutamente, quanto visto in alcuni episodi di “X-Files” e in “Seven” di David Fincher.
Per parlare brevemente del cast, diciamo che ci sono alcuni volti noti(Callum Keith Rennie, Michelle Forbes, Brent Sexton, Kristin Lehman, Eric Ladin, Billy Campbell), ed altri decisamente meno noti, come quelli dei due protagonisti, lo svedese Kinnaman e la texana Mireille Enos, apparsa precedentemente in diversi episodi di “Big Love”. Generalmente è un cast di discreto livello che offre prestazioni tutto sommato convincenti, anche se i due protagonisti non sono molto “televisivi” e più che due poliziotti sembrano a tratti due tossicodipendenti.

The Killing - Stagione 1 WHO KILLED ROSIE LARSEN? Una frase perfettamente calzante che ci riporta alla mente la storica frase “Who Killed Laura Palmer?”. “The Killing” non poteva iniziare meglio la sua avventura, con un pilot solido e decisamente convincente che getta le basi per un qualcosa di potenzialmente importante. Una serie che nonostante il plot preso in prestito da “Twin Peaks”, non intende “concedersi” troppo, preferisce attendere, rispettando i propri tempi, premiando lo spettatore man mano che la narrazione procede e si sviluppa. Un telefilm che ci accompagna con un costante senso di inquietudine che a volte stranisce lo spettatore. La sensazione che la pioggia possa attraversare lo schermo da un momento all'altro è assoluta, le atmosfere sono intriganti e i personaggi hanno le giuste basi per diventarlo, la caccia ai sospetti è già avviata ed ogni episodio racconterà un giorno di indagini. “The Killing” si candida per il titolo di miglior telefilm del 2011; unico punto negativo(per ora)? Alla fine di ogni episodio bisognerà attendere altri sette giorni.