First look Vinyl - Stagione 1

Sulla HBO debutta l’attesissima nuova serie Vinyl sull’industria discografica americana degli Anni ’70: una cronistoria del mondo del rock in dieci episodi, realizzata da Martin Scorsese con Terence Winter e Mick Jagger.

First look Vinyl - Stagione 1
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Anno 1973. Escono i primi due album di Bruce Springsteen, Greetings from Asbury Park, N.J. e The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle. Carly Simon scala la classifica americana con la canzone You're So Vain e il disco No Secrets. Elton John è campione di vendite con due LP, Don't Shoot Me, I'm Only the Piano Player e Goodbye Yellow Brick Road. I Pink Floyd danno alle stampe quell'album epocale intitolato The Dark Side of the Moon. I Led Zeppelin tornano sulla cresta dell'onda con Houses of the Holy e si imbarcano in una trionfale tournée negli Stati Uniti, dalla quale saranno tratti il live e il film-concerto The Song Remains the Same. A soli vent'anni, il polistrumentista inglese Mike Oldfield debutta con il fortunatissimo Tubular Bells, primo disco della neonata etichetta Virgin. Sul palco dell'Hammersmith Odeon di Londra, l'idolo del glam David Bowie ‘uccide' il suo alter ego Ziggy Stardust. Il cantautore Jim Croce perde la vita quando il suo aereo si schianta in Louisiana. A pochi giorni di distanza gli uni dagli altri, i Genesis pubblicano Selling England by the Pound e gli Who l'opera rock Quadrophenia. E nel frattempo, nel mondo fittizio delle serie TV, il produttore musicale Richie Finestra va alla ricerca della musica del futuro...

It's only Rock'n Roll (But I like it)

Attesa con prevedibile entusiasmo fin dall'annuncio della sua realizzazione, Vinyl nasce dal sodalizio fra un poker di creatori e co-autori che non poteva non stimolare l'interesse di tutti (o quasi) gli amanti del grande cinema e della musica: il regista Martin Scorsese, che non ha mai fatto mistero della propria passione per il rock (da L'ultimo valzer al ritratto di Bob Dylan in No Direction Home); Mick Jagger, leggendario frontman dei Rolling Stones (band a cui Scorsese aveva dedicato il docu-film Shine a Light); il giornalista e sceneggiatore Rich Cohen; e Terence Winter, artefice del successo televisivo Boardwalk Empire, nonché autore dello script di The Wolf of Wall Street. Prodotto per la scuderia della HBO, pronta a fare incetta di consensi e di riconoscimenti, Vinyl ci trasporta dunque nel decennio più glorioso nella storia del rock: gli Anni '70, periodo di ardite sperimentazioni e di straordinari mutamenti. E a condurci nel microcosmo dell'industria discografica, impegnata ad inseguire le evoluzioni di una musica lanciata verso mille direzioni diverse, come uno specchio che si sia frantumato in centinaia di schegge impazzite, è lo sguardo febbrile, talvolta perfino allucinato, di Richie Finestra, produttore e co-proprietario dell'immaginaria American Century: una sorta di "Don Draper del rock", impaziente di scoprire e mettere sotto contratto the next big thing (impagabile la scena in cui Finestra rimprovera i talent scout dell'etichetta per non aver compreso l'enorme potenziale commerciale degli Abba); soprattutto dal momento che il loro pezzo forte, i Led Zeppelin, sono in procinto di abbandonarlo (in una scena del pilot, l'uomo è alle prese nientemeno che con Robert Plant).

Personality Crisis: agli albori del punk

Diretto da Martin Scorsese, il primo capitolo di Vinyl è in realtà un autentico mini-film di un'ora e quaranta minuti, sviluppato al ritmo di una soundtrack frenetica che include brani quali Mama Weer All Crazy Now e Cum On Feel the Noize degli Slade, Saturday in the Park dei Chicago, Give It Up or Turnit a Loose di James Brown, la hit disco Pillow Talk di Sylvia, All the Way from Memphis di Mott the Hoople, Mr. Pitiful di Otis Redding e Stranded in the Jungle dei New York Dolls. Un mini-film con il ritmo furioso e incalzante di alcune fra le migliori pellicole di Scorsese, e aperto - significativamente - da un'epifania: Finestra, interpretato da Bobby Cannavale (già nel cast di Boardwalk Empire), è rinchiuso nella sua auto, nel cuore della notte, con il respiro affannoso, una bottiglia di whisky in mano e in uno stato di alterazione provocato dalla cocaina, quando tutt'attorno a lui si materializza una piccola folla di ragazzi che corrono verso il Mercer Arts Center. In preda a questo cocktail di alcool e droga, Finestra lascia il suo veicolo e li segue all'interno del locale, dove all'improvviso la "musica del futuro" si abbatte su di lui: e la musica del futuro ha la voce e il volto di David Johansen, vocalist dei New York Dolls, gruppo seminale del nascente movimento punk, che da lì a qualche anno avrebbe travolto la scena musicale. Personality Crisis, scatenato cavallo di battaglia dei New York Dolls, è il leitmotiv del flashforward che apre e chiude l'episodio: e al "ritorno al presente", il crollo del Mercer Arts Center (un evento realmente avvenuto), sequenza di indubbia potenza visiva, sancirà forse l'obliterazione di un'epoca e l'alba di una nuova era musicale...

Vinyl - Stagione 1 La formidabile messa in scena di Scorsese, capace di sprigionare una tensione costante, l’ottima prova di Bobby Cannavale, la sapiente ricostruzione della New York di metà Anni ’70 e una colonna sonora da brividi costituiscono i punti di forza di una serie in cui, più che l’affresco storico-sociale, a risultare in primo piano per ora è la frenesia divorante dei personaggi e l’impietoso ritratto dell’industria discografica e delle sue storture. Un indiscutibile potenziale, in attesa delle puntate a venire e degli sviluppi della parabola di Richie Fontana.