Recensione Dr. House - Medical Division - Stagione 5

Nuova stagione per il medico più scorbutico della storia della TV

Recensione Dr. House - Medical Division - Stagione 5
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E siamo a 5!

E siamo a 5. Cosa dire di una serie TV giunta alla quinta stagione che non sia stato ancora detto? Potremmo far notare come la serie abbia virato in modo più deciso verso una continuità più lineare, mettendo i diversi “casi di giornata” sempre più in secondo piano. O potremmo continuare a lodare la magistrale interpretazione di Hugh Laurie nel tratteggiare i contorni di un personaggio, entrato ormai nell’immaginario comune. Ma quel che più conta e che, seppur giunto alla quinta stagione, House non smette mai di sorprendere, e aggiunge, di volta in volta, sempre nuovi temi di svolta. Proveremo pertanto ad andare oltre i fatti narrativi o alle considerazioni tecniche, per vedere se dietro al medico più scorbutico della TV, si possa trovare una qualche “strana” filosofia.

House in Italia

Gli ultimi 11 episodi, ancora inediti, della quinta stagione, verranno trasmessi su Canale 5 a partire da giovedì 1 ottobre alle 21:30, dopo aver subito 3 slittamenti, senza alcuna pubblicità. A quanto pare mediaset sta facendo di tutto per minare l'unico serial che finora non aveva subito smacchi dall'emittente.

House e il Vaticano...

Lo spunto per tutto questo viene da un articolo apparso qualche tempo fa sull’”Osservatore Romano”, l’organo di stampa del Vaticano, in cui House viene dipinto come un esempio di “strana” moralità, e portatore di valori cristiani più delle svariate fiction italiane dedicate a papi e santi. Oltre a confortarci sul fatto che, anche al di la delle mura vaticane, si pratichino attività frivole come il guardare la TV, queste considerazioni portano nuovi spunti e nuovi punti di vista sulla serie. Che quindi i modi di fare rudi e apparentemente disinteressati di House celino in realtà una morale perbenista e più omologata di quanto sembri? Oppure che sia proprio questa forma di moralità ad essere il vero elemento anticonformista della serie? In fin dei conti è vero, House spesso ignora testamenti biologici e richieste di aborto, ma siamo sicuri che si possa parlare di “morale”? L’etica di House sembra piuttosto essere qualcosa che trascende il giusto e lo sbagliato, collocandosi ad un livello superiore. E forse sta anche qui il suo successo. House piace perché è sempre dalla parte del malato, il pubblico è consolato da un medico che farà di tutto per il bene del paziente, e poco importa se la metodologia seguita è poco ortodossa. E qui che il protagonista diventa un eroe. Ma non è una moralità, per quanto strana, a muovere le azioni di House, quanto piuttosto una sorta di empatia verso il paziente. Lui che non è un medico che cura i malati, ma un malato chiamato ad aiutare altri malati. Lui che non porta il camice, che si confonde nella sala d’attesa. Lui che si prende l’onere di prendere le decisioni al posto di chi, soffrendo, non può essere obiettivo su se stesso. Problematica che emerge in superficie quando House tenta di curare se stesso, fallendo ad ogni tentativo.
Ed è proprio la malattia di House il tema centrale di questa quinta stagione, che avrà ripercussioni sul suo essere medico e sul suo essere uomo. Dovrà affrontare la perdita di un collega, l’insorgere di un sentimento contrastato con la Cuddy e dovrà far fronte agli scricchiolii della sua amicizia con Wilson. Ma soprattutto dovrà confrontarsi con se stesso in un faccia a faccia che, con un abile trovata narrativa, porterà fino al season finale che forse ci restituirà un Dott. House un po’ diverso da quello a cui siamo abituati.
Sempre interessanti i singoli casi trattati in ogni episodio, ma soprattutto sempre più integrati nella struttura del serial, donando al tutto un piacevole senso di continuità.

Realizzazione

Oltre a lodare, come sempre, l’intrepretazione di Hugh Laurie, quello che più fa piacere vedere è l’integrazione dei nuovi personaggi nella struttura narrativa della serie. Se la scelta di rivoluzionare lo staff di House aveva sortito qualche perplessità, ad un anno di distanza possiamo confermare che la scelta si è rivelata azzeccata, portando aria fresca alla serie. I nuovi medici sono ora perfettamente integrati, con le loro vicende personali sempre più legate a quelle di fondo. Qualcuno potrà lamentare che House non è più il medical nudo e crudo delle prime stagioni, ma assume sempre di più la poetica della soap, con intrecci e situazioni relazionali sempre più complesse. Questo è senz’altro vero, ma almeno in questo caso, ci sentiamo di lodare questa scelta. In questa cornice ad emergere è Olivia Wilde (13) con un personaggio sempre più interessante che finisce con l’essere il valore aggiunto di questa stagione, accompagnato da una recitazione di altissimo livello.

Dr. House - Medical Division - Stagione 5 E’ raro, in un serial di grande successo, vedere grosse rivoluzioni. In House, gli autori, continuano a seguire invece la strada opposta apportando sempre cambiamenti, con la piacevole sensazione, per noi spettatori, di vedere sempre qualcosa di nuovo. La serie si mantiene quindi su ottimi livelli mostrando uno sviluppo seriale sempre più marcato, in barba a chi vedeva in House un procedurale qualsiasi. Un ideale percorso, che porterà il protagonista ad una decisione drastica. Quale House ci verrà restituito?