Game of Thrones 7x04: Recensione Spoils of War

L'episodio di metà stagione di Game of Thrones 7, diretto da Matt Shakman, si conclude con una delle battaglie migliori dell'intera serie...

Game of Thrones 7x04: Recensione Spoils of War
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"Spoils of war", quarta puntata di questa settimana stagione di Game of Thrones, ha rischiato di essere un episodio sfortunato: prima l'attacco hacker con cui è stato diffuso il copione, poi addirittura il leak dell'intera puntata alcuni giorni prima della messa in onda ufficiale. Ma neanche gli spoiler da parte di chi proprio non è riuscito a tenere la bocca chiusa hanno affievolito l'entusiasmo per quella che è insieme la puntata più breve dell'intera serie e, almeno per il momento, la migliore della stagione. Il budget per lo show è sempre limitato, quindi era quasi scontato che la battaglia della scorsa puntata fosse stata combattuta off-screen per risparmiare e poter investire di più su un altro scontro, quello che conclude questo episodio. Uno scontro epico diretto magistralmente da Matt Shakman, che firma così il suo incredibile debutto nella serie. Attenzione: l'articolo contiene spoiler sulla 7x04 di Game of Thrones.

Jon, Dany e la caverna

A Dragonstone, Jon conduce Daenerys nella caverna dove si trova il giacimento di ossidiana: lì il Re del Nord mostra alla madre dei draghi antiche iscrizioni rupestri che raffigurano i Figli della Foresta combattere insieme ai Primi Uomini contro gli Estranei. Jon vuole convincere Dany della loro esistenza e lei dal canto suo ribadisce che lo aiuterà solo quando lui le avrà giurato fedeltà rinunciando al ruolo di re del Nord: di fatto non ci sono grossi cambiamenti rispetto al loro incontro nello scorso episodio, ma gli sceneggiatori costruiscono la scena in modo da rendere palese l'attrazione tra i due (nonostante la totale mancanza di chimica tra Kit Harington ed Emilia Clarke che, ad eccezione di qualche sguardo ben calibrato, restano sempre un po' troppo rigidi e piatti nella loro interpretazione - lei più di lui). La relazione - sentimentale o politica - tra i due è telefonata e prevedibile, e l'insistenza degli sceneggiatori su gesti, sguardi e movimenti che vi alludono è così plateale da risultare pedante, finendo col rendere l'avvicinamento tra i due più obbligato che naturale.

Gli Stark di nuovo insieme

Se le scene tra Jon e Dany non convincono del tutto, lo stesso non si può dire per quelle ambientate a Winterfell. Abbiamo la conferma che Bran (Isaac Hempstead Wright) è ormai atarassico, distaccato dalle vicende terrene e dai suoi cari: ne avevamo avuto un assaggio la scorsa settimana con il suo incontro con Sansa, ma è l'addio a Meera la prova definitiva. Finalmente assistiamo a una delle scene più attese: il ritorno di Arya a Winterfell e il suo ricongiungimento con Sansa. Il rapporto tra le due sorelle non è mai stato idilliaco, ma chi ha letto i libri sa che le due Stark si sono ritrovate a pensare spesso l'una all'altra nel corso degli anni. Il loro incontro non cerca la lacrima facile: c'è cautela, all'inizio perfino un po' di imbarazzo. Ma appare subito evidente il sollievo di essere di nuovo insieme, e quel secondo abbraccio pare annullare gli anni di incomprensioni e di solitudine. Sophie Turner e Maisie Williams risultano particolarmente convincenti, con un'interpretazione delicata e genuina - e ben calibrati sono anche l'entusiasmo di Arya per il duello con Brienne e l'angoscia di Sansa nel rendersi conto ancora una volta di quanto le cose siano cambiate. Bran che consegna la daga ad Arya sembra essere un preludio a qualcosa di importante, fermo restando che nella serie ancora non si sa chi abbia mandato il sicario da Bran nella prima stagione, scatenando così la guerra tra Lannister e Stark (nei libri il mandante era Joffrey, che sperava di fare colpo sul padre - Robert aveva infatti detto che la morte sarebbe stata un destino più clemente per il piccolo Stark).

Una delle battaglie più epiche della serie

Gli ultimi venti minuti dell'episodio sono puro cinema, con i dothraki che si abbattono sulle truppe Lannister mentre Drogon, cavalcato da Daenerys, distrugge le scorte di grano recuperate dall'esercito e brucia decine e decine di soldati. È una carneficina ed è diretta magistralmente da Matt Shakman, che riesce con poche inquadrature a tratteggiare lo stile di combattimento - devastante e imprevedibile - dei dothraki e a mostrare l'orrore e la paura dei soldati Lannister per un nemico contro cui non sono stati preparati. Shakman mescola abilmente caos e tensione, senza dar modo allo spettatore di tifare per un'unica fazione: si trattiene il fiato e ci si preoccupa per entrambe le parti, senza riuscire davvero a esultare per la prima vittoria di Daenerys. Menzione d'onore per l'interpretazione di Nikolaj Coster-Waldau: l'orrore sul suo volto nell'osservare soldati carbonizzati o arsi vivi nell'armatura ardente lascia intendere tutta l'angoscia di Jaime nel rivivere l'incubo di Aerys, che bruciava i suoi nemici ed era deciso a dar fuoco a tutta la città.

L'immagine di Aerys si sovrappone a quella di Daenerys, ed è per questo che Jaime si lancia verso di lei: un gesto disperato e suicida ma consapevole, che viene però prontamente bloccato da Bronn, che gli salva la vita. È una battaglia all'altezza di quella di Battle of the Bastards, forse addirittura superiore nella gestione dei tempi e di alcune inquadrature, ed è senza dubbio uno dei momenti più alti e cinematografici della serie. Il prossimo episodio sarà presumibilmente di assestamento, per prepararci a due puntate finali in cui, con ogni probabilità, l'attenzione verrà spostata verso il nemico al di là della Barriera. Non vediamo l'ora.