Game of Thrones 7x05: la recensione di Eastwatch

L'attenzione si sposta a nord della Barriera in questo episodio, che getta le basi per una battaglia contro i non-morti

Game of Thrones 7x05: la recensione di Eastwatch
Articolo a cura di

Dopo un episodio di azione come "Spoils of War" non poteva che arrivare un episodio di assestamento. E quindi "Eastwatch", quinta puntata di questa settima e penultima stagione di Game of Thrones, serve a porre le basi per i due episodi conclusivi, spostando l'attenzione dalla guerra per il trono a quella contro il Re della Notte e il suo esercito di non-morti, ormai in prossimità della Barriera. È di nuovo un episodio di piccoli e grandi ritorni, di personaggi che si ritrovano dopo stagioni; ma è anche un episodio molto politico e insieme introspettivo, con accenni di tensione tra le due sorelle Stark, gli intrighi di Ditocorto, le tensioni tra Tyrion e Daenerys per il modus operandi di quest'ultima in qualità di condottiera e conquistatrice, e naturalmente i piani di Cersei e Jaime. "Eastwatch" è un episodio necessario e ben strutturato, la dimostrazione che non serve una grande battaglia per creare un prodotto convincente e appassionante. Di seguito la recensione della puntata, e attenzione: contiene spoiler.


"Bend the knee and join me. Or refuse and die."

L'episodio inizia lì dove si era interrotto quello precedente: Bronn e Jaime (Nikolaj Coster-Waldau) riemergono dal fiume dopo essere stati trascinati dalla corrente lontano dal campo di battaglia. Maglia di ferro, armatura e mano d'oro massiccio non hanno comunque fatto affogare Jaime, ancora visibilmente scosso dopo il massacro perché terrorizzato all'idea che Daenerys usi i draghi per distruggere Approdo del Re, di fatto compiendo il volere ultimo del padre. Nello stesso momento, Daenerys prima assicura ai soldati Lannister sopravvissuti di essere diversa da Cersei e di non voler far loro del male, poi però promette di giustiziare chi non le giurerà fedeltà. È una scena ben fatta che sottolinea tutte le contraddizioni del personaggio, da sempre mosso da un senso di giustizia che tende a sfociare nella ferocia e nella mancanza di mezze misure. Dany non vuole fare prigionieri: vuole alleati, ed è disposta a sacrificare intere famiglie pur di ottenerli. Missandei due episodi fa diceva di seguire Daenerys perché crede in lei e nella sua causa: "Eastwatch" ci mostra invece soldati che decidono di seguirla per terrore, perché la minaccia di Drogon incombe su di loro. Sembra delinearsi così un parallelismo tra Daenerys e Cersei, per quanto comunque la prima sia mossa sempre dal desiderio di rivoluzionare Westeros e fare del bene, mentre la seconda è mossa unicamente da ambizione e sete di potere.

Ritorni a sorpresa e cameratismo

Dopo l'epica battaglia dello scorso episodio, la guerra per il trono sembra arrivare a un punto di arresto per l'avvicinarsi del Re della Notte alla Barriera. È quindi un momento di tregue - l'incontro tra Jaime e Tyrion è breve, ma efficace nel suo essere ricco di tensione e di cose non dette - e di incontri. Sì, la battuta con cui Davos saluta Gendry ("pensavo stessi ancora remando") è puro fanservice nel suo essere un chiaro richiamo a un meme, ma la scena funziona ugualmente, e l'inaspettato cameratismo tra Jon e Gendry (Joe Dempsie) è convincente e piacevole da guardare perché trasmette l'umanità che si nasconde dietro i titoli nobiliari e la preoccupazione per la guerra a venire. Anche le scene tra Jon e Daenerys risultano più convincenti rispetto allo scorso episodio: l'evidente attrazione tra i due - forse più da parte di lei che di lui - appare più naturale e genuina, ed Emilia Clarke riesce a trasmettere bene sia l'interesse nel vedere Drogon lasciarsi accarezzare da Jon che la preoccupazione all'idea che il Re del Nord vada a combattere oltre la Barriera. A Eastwatch, il gruppo composto da Jon, Davos, Jorah e Gendry si unisce a Tormund e al gruppo formato da Thoros di Myr, Beric Dondarrion e il Mastino: uno sparuto capannello pronto ad affrontare l'ondata di non-morti in arrivo e che promette molta azione per il prossimo episodio.

Gli intrighi di Ditocorto

A Winterfell, intanto, il rapporto tra Sansa (Sophie Turner) e Arya (Maisie Williams) è teso: non avendo davvero parlato di ciò che entrambe hanno dovuto affrontare negli ultimi anni, Arya nutre ancora i vecchi pregiudizi di un tempo nei confronti della sorella, che dal canto suo sta dimostrando di essere una reggente capace, abile in politica e diplomazia. Ma Arya è mossa unicamente dalla sua sete di vendetta e da una personale idea di giustizia che le rende impossibile comprendere il concetto di diplomazia - e Ditocorto sembra voler sfruttare i dubbi della Stark minore per mettere le due sorelle l'una contro l'altra. Lo fa usando la lettera che Sansa era stata costretta a scrivere a Robb nella prima stagione, convinta che così facendo avrebbe potuto salvare la vita di suo padre ("La mano di Sansa, ma le parole della regina", aveva commentato Maestro Luwin). Si aprono diversi scenari: Arya potrebbe agire di impulso e vederla come l'assoluta prova del tradimento della sorella, oppure potrebbe chiedere spiegazioni a Sansa e le due potrebbero tramare alle spalle di Ditocorto per sbarazzarsi della sua ingombrante presenza. Difficilmente comunque Lord Baelish riuscirà nel suo intento, ed è più probabile che le sue macchinazioni serviranno solo a rinsaldare il legame tra le due sorelle Stark.

Un matrimonio che cambia tutto

Cersei (Lena Headey) rivela a Jaime di aspettare un figlio: potrebbe trattarsi di una bugia, anche se la presenza di Qyburn nella stanza della regina sembra suggerire il contrario, ma in ogni caso è improbabile che Cersei porti a termine la gravidanza, considerando che nella profezia fatta a una Cersei adolescente - di cui abbiamo avuto un flashback nella quinta stagione - si parlava di tre figli, mai di quattro. Per questo la rivelazione non è incisiva né sconvolgente, al contrario invece della scoperta fatta da Gilly (Hannah Murray) nel leggere le memorie dell'Alto Septon in carica durante la rivolta di Robert Baratheon. Apprendiamo così che il matrimonio tra Rhaegar ed Elia era stato annullato per permettere al principe Targaryen di sposare - segretamente, in una cerimonia privata - Lyanna Stark. Questo dettaglio rende Jon il legittimo erede al trono. Una notizia che difficilmente arriverà a Jon prima della prossima stagione, ma che stravolge le dinamiche di Westeros - o comunque lo fa in linea teorica, perché sappiamo bene che a Jon interessa unicamente il Nord. Almeno per il momento.