Recensione Hidden

Un avvocato affronta i fantasmi del passato e scopre un pericolo per tutta la nazione

Recensione Hidden
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La BBC One ha realizzato con Hidden una mini serie in quattro puntate senza troppe pretese, ma dotata della giusta dose di intelligente ambizione. Scritta e creata da Ronan Bennet (The Hamburg Cell, Face), in collaborazione con Walter Bernstein (Fail Safe, The Money Trap), Hidden è un calibrato di elementi polizieschi, drammi personali e cospirazioni politiche.

Un avvocato dalla vita complessa

Il protagonista è Harry Venn (interpretato dall'attore Philip Glenister): un procuratore legale dal passato poco chiaro, con un rapporto complicato con l'ex moglie e il figlio adolescente Michael.
Harry si ritrova ad investigare sulla morte di suo fratello, avvenuta venti anni prima, a causa della visita di una donna misteriosa. L'avvocato Gina Hawkes (Thekla Reuten) sostiene infatti che il suo cliente, Stevie Quirke, attualmente in prigione, abbia le prove che suo fratello è ancora in vita e gli fornirà delle informazioni solo se lo aiuterà a trovare Joe Collins, un uomo ben conosciuto da Harry, ed attualmente irriperibile.
La situazione si rivelerà più intricata del previsto e verranno alla luce legami insospettabili, segreti personali ed un piano per mettere in crisi il governo.
Nella complessa trama hanno un ruolo importante anche il detective Fenton Russell (Thomas Craig), che vuole incastrare Harry per una rapina avvenuta in passato prima di andare in pensione, il Primo ministro britannico Brian Worsley (David Michaels) alle prese con proteste violente nei quartieri periferici di Londra e l'industriale James Morpeth (Matthew Marsh), che utilizza i suoi soldi per diffondere le sue idee politiche.

Un inizio lento

A metà del primo dei quattro episodi, dopo un inizio un po' lento e troppo ricco di clichés, Hidden inizia a mostrare i suoi vari livelli narrativi e a suscitare interesse che spinge a voler capire come ogni pezzo del puzzle possa dare vita al risultato finale. Il ritmo narrativo non è dei più vivaci nemmeno nelle parti successive (aspetto che spesso caratterizza i prodotti cinematografici e televisivi del Regno Unito), ma la tensione rimane costante ed aumenta per tutte le puntate di cui è composta la serie, fino ad una conclusione forse troppo ricca di domande rimaste insolute.
Il primo impatto con i personaggi non è dei migliori: Harry è il classico stereotipo dell'avvocato-investigatore privato restio ad avere dei legami seri, diviso tra amante ed ex moglie, troppo legato al suo passato ed incapace di accorgersi che la complicata situazione che ha con suo figlio è basata sul medesimo comportamento tenuto da suo padre nei suoi confronti quando era giovane. Nulla che non sia già stato visto, o ancor meglio letto, in tanti film e romanzi di genere. Lo stesso errore di sceneggiatura viene commesso con la protagonista femminile, Gina, che inizialmente non si discosta dal clichés della donna misteriosa e piena di fascino che nasconde più di un segreto. Non c'è invece molta evoluzione nei personaggi del detective Russell, dopo ben venti anni ancora deciso ad incastrare Harry, e nel ritratto delineato degli sceneggiatori dei personaggi politici. Lo spettatore potrebbe avere un calo d'attenzione, ma deve avere fiducia: Hidden migliora con il tempo.

Cast scelto con cura

Philip Glenister, attore conosciuto per il ruolo di Gene Hunt in Life on Mars, è l'interprete quasi ideale per il personaggio di Harry, grazie ad una recitazione senza eccessi e molto interiorizzata ma che non nasconde la disperazione e la sofferenza. Per equilibrare la personalità forte di Harry, gli autori hanno deciso di affidarsi al fascino algido e misterioso di Thekla Reuten, già apparsa al cinema in In Bruges o The American. Il rapporto tra i due personaggi, Harry e Gina, è forse quello meglio delineato di tutta la mini serie: passando dall'iniziale distacco e diffidenza ad una complicità creata dall'obbligo di collaborare insieme per salvarsi la vita e dare un senso alla situazione in cui si sono ritrovati. Questa evoluzione va purtroppo un po' a discapito della dimensione più personale del protagonista che avrebbe meritato più spazio, specialmente considerando il rapporto padre-figlio che si ripete da generazioni.

Alcuni difetti non rovinano il risultato finale

Il regista Niall MacCormick gestisce bene i vari pezzi del puzzle, ma non può migliorare in nessun modo i difetti della sceneggiatura quando si trova ad affrontare la dimensione politica e la possibile cospirazione in atto, uno degli elementi più deboli di Hidden. Altro difetto delle puntate è la rappresentazione dei flashback attraverso una fotografia in cui i colori risultano sbiaditi come una fotografia antica: un'idea poco incisiva e del tutto superflua. Un altro punto debole di Hidden è proprio il finale in cui, per una scelta voluta dagli sceneggiatori, non tutte le domande emerse nei vari episodi trovano una risposta. Lo spettatore però, davanti a questa soluzione, può legittimamente chiedersi se sia stato fatto per una precisa volontà narrattiva o piuttosto per l'incapacità di dare un senso a tutti gli elementi inseriti nella trama. L'ultima puntata di Hidden è però stata in grado di creare un'atmosfera di tensione ed attesa al pari di un buon thriller cinematografico. Harry aveva in mano il destino di una nazione e della sua vita e il regista ha saputo proporre con efficacia il climax finale della storia.

Hidden Grazie all'ottimo cast tecnico ed artistico, Hidden è una mini serie di qualità che miscela con sapienza la dimensione personale dei protagonisti e quella del pericolo nazionale. I quattro episodi sono un buon esempio dello stile britannico e mettono in evidenza il talento di tutti gli interpreti. Chi ha visto nelle sale cinematografiche il film Page Eight potrà ritrovare un approccio simile anche in Hidden, ma la maggiore durata della serie della BBC (più di tre ore) offre un'esperienza più coinvolgente rispetto al grande schermo.