Recensione I Tudors - Stagione 3

Torna per la terza volta la dinastia più famosa d'Inghilterra

Recensione I Tudors - Stagione 3
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Oggetto di numerose critiche e polemiche fin dalla sua prima messa in onda, anche la terza stagione de “I Tudors”, come le due precedenti, ha fatto non poco parlare di sé, dividendo il pubblico, come era lecito aspettarsi, in due nette fazioni: gli adoratori e i detrattori, di egual numero in entrambi i casi.
Tuttavia, al di là della poca coerenza ed attendibilità dei fatti storici rappresentati, bisogna riconoscere alla serie di essere uno di quei prodotti che, nel bene o nel male, hanno il pregio di non lasciare indifferenti e di riuscire a sorprendere e sconvolgere in ogni situazione.

ALLA CORTE DI ENRICO VIII

Personaggio cardine delle vicende narrate è sempre il re Enrico VIII, che convola a nozze con Jane Seymour, sua terza moglie che darà alla luce il futuro erede al trono Edoardo.
Sfortunatamente, però, durante il parto, sopraggiungono delle complicazioni che porteranno la donna prima ad un forte indebolimento e, successivamente, alla morte.
Nel frattempo, il politico Thomas Cromwell attraversa un periodo tutt’altro che felice, dettato dal fatto di esercitare il proprio potere con estrema ferocia e di negare al popolo inglese ogni beneficio, attirandosi inoltre l’invidia e l’avversione da parte del duca di Suffolk Charles Brandon e dell’alleato Sir Francis Bryan.
Dopo diversi anni, Enrico VIII è ancora pesantemente scosso dalla morte di sua moglie, fino all’incontro con Anna di Clèves, figlia del duca Giovanni III, che diventerà presto la sua quarta consorte. Il loro matrimonio, però, si rivela presto un completo fallimento, offrendo così l’occasione agli oppositori Brandon e Bryan di ostacolare il dominio del re, inducendolo a sposare Caterina Howard, nipote del duca di Norfolk, un loro alleato.
Tra il re e il suo primo ministro Cromwell viene presto a mancare la fiducia, al che quest’ultimo verrà giustiziato per tradimento, mentre Anna di Clèves viene ripudiata.
Sono questi, in sintesi, i principali temi messi in scena nella terza stagione de “I Tudors”, che, come già accennato, si conferma nuovamente una serie in cui le contraddizioni abbondano e che fa della poca coerenza narrativa e cronologica i suoi marchi di fabbrica, non facendosi mancare, tuttavia, momenti in grado di colpire e affascinare qualsiasi spettatore.
Degna di plausi è, anche in questa occasione, la perseveranza degli autori nel rispettare fino in fondo quelli che sono i veri intenti del prodotto, non cercando la verosimiglianza dei fatti ma proponendosi, invece, come alternativa alla strabordante quantità di serie e lungometraggi per il grande schermo che si limitano “semplicemente” a riportare gli avvenimenti secondo le già prestabilite aspettative del pubblico.
Al contrario, “I Tudors” evade da qualunque stereotipo o cliché, rischiando di incorrere in un clamoroso flop di ascolti piuttosto che conformarsi alla massa. Proprio per questo motivo dobbiamo vedere questo serial come una variante, un’inversione di rotta, un’opera coraggiosa che merita di essere giudicata con obiettività e flessibilità.

THE PATH OF TUDORS

Oltre al ruolo fondamentale svolto dal reparto tecnico, con una scenografia di altissima qualità e che rievoca in pieno l’epoca di ambientazione della serie, un altro aspetto determinante è rappresentato dal cast, corposo ed eterogeneo in ogni sua parte, composto da attori ed attrici talentuosi che restituiscono con efficacia il carisma e la personalità che presumiamo appartenesse ai personaggi di quel periodo.
Grande importanza è attribuita, in questa terza stagione, sia al protagonista Enrico VIII che alle figure di minor rilievo, come ad esempio le rispettive consorti, Jane Seymour e Caterina Howard, e, in particolar modo, il primo ministro Thomas Cromwell, fulcro di uno dei passaggi più delicati e incisivi dell’intero impianto narrativo.
Jonathan Rhys Meyers si riconferma interprete estremamente dotato e versatile su tutti i fronti, capace di donare anima e corpo a quello che è giustamente considerato un simbolo della storia britannica, accentuandone, senza eccedere, vizi e virtù.
Il bel trentatreenne irlandese dà un ulteriore sfoggio delle sue qualità recitative che già abbiamo avuto modo di ammirare nelle varie pellicole di cui è stato protagonista fino a questo punto della sua carriera. Ne sono un esempio: “Match Point” di Woody Allen, dove ha formato, insieme alla divina Scarlett Johansson, una delle coppie cinematografiche più glamour degli ultimi anni, e, soprattutto, il cult “Velvet Goldmine” di Todd Haynes, che lo ha visto incarnare un’immaginaria rock-star degli anni ’70.
Tra i vari comprimari - tutti pienamente all’altezza - meritano una menzione speciale i veterani Sam Neill (Cardinale Thomas Wolsey), Peter O’Toole (Papa Paolo III) e Max Von Sydow (Cardinale Otto Truchsess von Waldburg), ai quali si affiancano giovani volti come la nota cantante Joss Stone (Anna di Clèves), al suo debutto sul piccolo schermo, Natalie Dormer (Anna Bolena) e Sarah Dolger (Maria I d’Inghilterra), oltre al bravo James Frain nei panni di Thomas Cromwell.

(IN)GIUSTIZIA PRIVATA

Da quando “I Tudors” approdò in Italia nel luglio 2008 - con poco più di un anno di ritardo rispetto agli USA - i canali Mediaset optarono (quasi) subito per una programmazione di seconda serata, riservandolo al solo pubblico di nottambuli e fanatici del genere storico.
Una delle cause primarie di questa decisione fu l’alto tasso di erotismo presente nei contenuti della serie, che avrebbe potuto infastidire le fasce di spettatori più giovani e meno propensi ad accettare qualcosa di diverso rispetto al deprimente palinsesto estivo.
Stessa sorte anche per questa terza stagione, che ha trovato visibilità soltanto sui canali digitali, finendo per essere ammucchiata insieme al top della spazzatura televisiva italiana, ove capeggiano soap e derivati.
Un’ingiustizia che più grande non poteva essere, a cui la Sony Pictures ha cercato di ovviare distribuendo per il mercato home-video un’edizione in blu-ray, caratterizzata da una qualità audio e video eccellente e che apporta così un valore aggiunto alla già nota ricchezza formale del prodotto.
Ad arricchire il tutto vi è un’interessante proposta di contenuti extra, che mostrano il dietro le quinte della serie e che raccontano come si è arrivati a scegliere la star musicale Joss Stone per il ruolo di Anna di Clèves.

I Tudors Come le due precedenti stagioni de “I Tudors”, anche questa terza conferma in pieno i veri intenti degli autori, ovvero proseguire il proprio cammino con un prodotto dichiaratamente alternativo e non conforme alla moltitudine di opere televisive e cinematografiche dello stesso genere. Una visione come sempre unica e “diversa” di un’epoca storica da sempre esaminata soltanto attraverso i libri di scuola, ma che trova, finalmente, una sua emancipazione in grado di affascinare e sconvolgere. Purtroppo senza i consensi che sicuramente avrebbe meritato.