Recensione Il mondo sul filo

Il maestro tedesco Rainer Werner Fassbinder adatta il romanzo Simulacron 3 di Daniel F. Galouye realizzando con Il mondo sul filo un'opera di profonda e avvincente fantascienza filosofica sulla realtà virtuale.

Recensione Il mondo sul filo
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Che il maestro tedesco Rainer Werner Fassbinder si fosse appropriato anche del piccolo schermo non è certo una novità, con alcune opere di livello qualitativo pari a quelle prettamente cinematografiche. Tra queste Il mondo sul filo (1973) è un film quantomai importante, rimasto per troppi anni nel dimenticatoio e riscoperto nel 2010 al Festival internazionale del Cinema di Berlino, con conseguente uscita per l'home video. Mancanza finalmente colmata anche nel nostro Paese, grazie all'edizione in due dvd da poco distribuita da Ripley's Home Video, che permette anche al pubblico italiano di riscoprire una delle tappe fondamentali della fantascienza su celluloide. Pensato come un tv-movie e in seguito, vista la corposa durata (212 minuti), diviso in una miniserie da due puntate, il titolo è tratto dal romanzo di culto Simulacron 3, scritto tredici anni prima dallo statunitense Daniel F. Galouye e tra i primi racconti ad indagare il complesso e affascinante argomento della realtà virtuale.

Crisi d'identità

Negli anni '70 un istituto di ricerca mette a punto un avveniristico sistema di realtà virtuale, denominato Simulacron 1. All'interno del programma viene riprodotta la vita di una piccola società di individui che ha l'obiettivo di rispecchiare la realtà stessa: non a caso gli abitanti virtuali sono convinti di essere vivi. Nel mondo vero intanto lo scienziato a capo del progetto muore misteriosamente dopo aver rivelato ad un suo collega di essere a conoscenza di elementi che potrebbe cambiare ogni cosa. Al suo posto subentra il collaboratore Fred Stiller che, sin dai primi giorni della sua improvvisa "promozione", comincia ad essere vittima di strani avvenimenti, con persone che scompaiono improvvisamente (e delle quali lui è l'unico a serbare il ricordo) ed emicranie sempre più forti. Per l'uomo sarà solo l'inizio di un calvario che lo vedrà al centro di un complotto ordito dai suoi stessi superiori e non solo...

Apri gli occhi

Un'opera avanti di decenni in pieno stile Fassbinder. Il cineasta tedesco non diviene schiavo del genere ma è lui stesso a schiavizzarlo a proprio piacere, realizzando un film di sci-fi puramente autoriale, forse ancor più di un altro cult come Agente Lemmy Caution: missione Alphaville (1965) di Jean-Luc Godard. Il mondo sul filo ha una narrazione che si prende i suoi tempi, tra un intersecarsi di pianosequenza stranianti che giocano, sin dagli intenti iniziali, con la figura deformante dello specchio, elemento che ricorre in tutti gli ambienti (figli gustosi di un'ispirata pop art), permettendo ai personaggi di apparirci sotto luci diverse e logisticamente al posto giusto nel momento giusto. Il maestro utilizza la materia fantascientifica di partenza per armonizzarvi magnificamente intenti filosofici e sofistici, dal paradosso di Achille e la tartaruga alle teorie di altri filosofi greci e latini, in un mondo che, qui come non mai, ha più domande che risposte. Questo però senza nulla togliere al fantastico, con un inanellarsi di colpi di scena (il cliffhanger alla fine del primo episodio, oggi forse più prevedibile, era assai meno scontato per i tempi) che mantengono sempre altissima la soglia dell'attenzione, in un percorso mentale nel quale la follia si fa lentamente largo nella mente del povero Stiller, Illuminata vittima di un gioco impossibile da vincere. E chissà che i fratelli Wachowski nel realizzare Matrix non vi abbiano dato più che un'occhiata, soprattutto per ciò che concerne l'uso delle cabine telefoniche come sistema di trasporto da una realtà all'altra; perché si, lo stesso protagonista si ritrova a viaggiare nel mondo da lui stesso creato, che rispecchia in tutto e per tutto quello reale. Fassbinder sembra volerci dire che, se il cinema stesso altri non è che una piacevole illusione, allora tanto vale piegarne le regole per dar vita ad una storia imprevedibile sempre in bilico tra ciò che è vita e ciò che non lo è, andando a destrutturare in maniera esemplare ogni certezza accumulata dallo spettatore.

L'edizione in 2 dvd proposta da Ripley's Home Video, in versione originale con sottotitoli italiani, ha un'ottima qualità audio-video (master HD), un buon reparto extra (Making of e Fassbinder in "Room 666") ed è accompagnata da un booklet di 16 pagine.

Il mondo sul filo Rainer Werner Fassbinder adatta al suo magnifico stile, spiccatamente autoriale, il romanzo Simulacron 3, realizzando un'opera fantascientifica e filosofica che ha ispirato molti titoli a venire. Con una messa in scena che segue gli stilemi classici del suo autore, da una placida e apparente quiete nelle gesta e nei dialoghi a una minuziosa cura per i pianosequenza, ordinati secondo gli ambienti e nei quali l'immagine specchiata gioco un ruolo fondamentale, Il mondo sul filo è un viaggio sci-fi che gioca con i dubbi e il mistero in una narrazione complessa ma mai ardua, in grado di mettere d'accordo sia gli amanti del genere che i patiti del cinema d'essai. In un parola, Capolavoro.