Recensione Royal Pains - Stagione 1

Piacere, Hank Lawson, medico a domicilio! La prima stagione di Royal Pains si conclude lasciando qualche dubbio sulla qualità della comedy

Recensione Royal Pains - Stagione 1
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Nel grande pentolone delle serie televisive ogni estate compare qualche novità. Benchè la maggior parte di esse si riveli in seguito un fallimento, vi sono invece alcune serie estive che riescono a salvarsi ed a riconfermarsi per qualche altra stagione. Royal Pains rientra in questa seconda categoria, grazie ad un’idea fresca che riesce, in modo straordinario, a catapultare lo spettatore in un’atmosfera estiva come il periodo in cui la serie ha visto la nascita e la riconferma. Tutto questo a fronte, purtroppo, di una serialità eccessiva, che tende a far diventare il serial monotono benché le stagioni siano relativamente brevi (13 episodi).
Ma andiamo con ordine, partendo dalla trama.

Dottore, mi controlla la protesi?

Royal Pains racconta la storia di Hank Lawson, uno dei più promettenti medici di New York, che si ritrova a dover curare contemporaneamente un giovane ragazzo nero colpito da un improvviso malore e il miglior finanziatore dell’ospedale. Messo di fronte ad una scelta, e sicuro che il caso fosse più grave, Hank decide di dare precedenza al ragazzo di colore. Il destino è sempre in agguato e in questo caso Hank ne fa le spese: a causa di una complicazione il magnate muore e Hank viene chiamato a rispondere delle sue azioni. La soluzione è solo una: il licenziamento. Così, senza più un lavoro ma in procinto di sposarsi, Hank si lascia andare alla disperazione. Nel giro di poche settimane anche quella che sarebbe dovuta essere la futura moglie di Hank decide di lasciarlo, spinta anche dalla bramosia di trovare un compagno più appetibile, finanziariamente parlando.
Il povero Hank riesce però a trovare una spalla nel fratello Evan che, convincendolo a partecipare ad una festa negli Hamptons, meta vacanziera di ricchi e famosi, gli apre le porte ad una nuova vita: grazie ad una straordinaria coincidenza Hank salva la vita alla figlia del padrone di casa e, poiché tra i ricchi le voci girano velocemente, ad Hank viene proposto il ruolo di medico privato a richiesta, un lavoro pagato profumatamente. Hank, Evan e la giovane Divya, conosciuta durante la festa, decidono di “formare” così una società attraverso la quale il medico sarà sempre a disposizione dei ricconi in vacanza negli Hamptons.

Lunga vita agli Hamptons

Non è la prima volta che una serie estiva tenta la strada della “ricchezza”: era già successo in passato, con scarso successo, a Hidden Palms. L’idea di puntare su un ambiente estivo e particolarmente benestante, tuttavia, potrebbe rivelarsi un successo, trasformando Royal Pains in una regular series per le estati future. Come già puntualizzato, le idee buone ci sono ed i personaggi sono molto adatti: tralasciando il protagonista, di buon livello, le spalle sono tutte ottime. Paulo Costanzo, già visto in passato con meno successo in “Joey”, sfortunato spin-off di Friends, nella parte del nipote di Joey Triviani, è perfetto per la parte del fratello di Hank, Evan, sempre alla ricerca di nuove avventure estive con giovani rampolle, ma la maggior parte delle volte oscurato dall’ombra del fratello, la cui fama riesce a raggiungere in poco tempo ogni angolo degli Hamptons. Anche le attrici femminili si rivelano di un certo spessore: la giovane Divya, che appare molto attratta da Hank, il quale a sua volta ha un profondo interesse per Jill, l’amministratrice dell’ospedale locale che vorrebbe convincere ad ogni costo il giovane medico a far parte del suo personale.

Non è tutto oro quel che luccica

Quello che meno convince di Royal Pains sono forse le situazioni che si sviluppano nelle varie puntate: ad una prima occhiata, infatti, sembra quasi di essere di fronte ad un “Dottor House” in versione estiva, nel quale il dottore di turno è l’unico in grado di capire quale sia il male che affligge la vittima di turno. Tralasciando per un attimo il serial in questione, questo è un discorso più generale: le serie medical sono infatti ormai molto simili tra di loro, e Royal Pains riesce a spiccare grazie alla particolare ambientazione, non certo per le situazioni che si vengono a creare nei singoli episodi (benché alcune siano più convincenti di altre).
Per quel che riguarda la messa in onda, dopo aver visto la luce in terra natia nel Giugno 2009, la serie è stata acquistata da Mediaset Premium e mandata in onda con qualche mese di ritardo (Settembre), perdendo quindi la sua prerogativa di serie estiva: ennesimo, grosso errore dei vertici societari della pay tv che avrebbero forse dovuto assicurarsi i diritti subito dopo la messa in onda americana e scegliere come periodo quello di Luglio/Agosto. L’idea è stata utilizzata per la messa in onda su Italia 1, iniziata lo scorso 6 Giugno e tuttora in onda. Tralasciando i problemi e le carenze relative alle produzioni nostrane, comunque, è sempre un piacere sapere che le pay tv si fanno concorrenza per aggiudicarsi i migliori prodotti del mercato USA.

Royal Pains - Stagione 1 Royal Pains soffre di un grave problema: la monotonia che deriva dall’eccessiva serialità su cui è improntata una serie di questo genere. Tuttavia, grazie ad alcune trovate, alcune originali altre meno, riesce a spiccare nel grande calderone dei telefilm con protagonisti dottori, pazienti e quant’altro. Se si è confermato con una seconda stagione, un motivo ci sarà. Nell’attesa, godiamoci le avventure di Hank e (soprattutto) di Evan agli Hamptons!