Recensione Silicon Valley - Stagione 3

Si conclude la terza stagione della serie comedy, e lo fa con non pochi colpi di scena e cambiamenti in vista della quarta stagione.

Recensione Silicon Valley - Stagione 3
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Il tema nerd è stato molto utilizzato nel corso degli anni per delle serie tv di grande spicco come The Big Bang Theory o Chuck. Ovviamente il genere che si sposa a meraviglia con tale tematica è la commedia, che tuttavia non sempre riesce nell'intento primario, ovvero quello di far ridere lo spettatore: la comicità non è infatti un fattore di così facile ripiego come si potrebbe pensare ed è per questo che spesso far ridere è più difficile che far piangere. Con Silicon Valley la HBO ha puntato fin da subito su alcuni concetti chiave, come una caratterizzazione dei personaggi realistica, dei cliffhanger intelligenti, una trama realistica ma caricaturale. Parliamo insomma di un mix di vari ingredienti esplosivi che sono stati uniti a un tipo di comicità abbastanza adulta. Con la nuova stagione l'azienda Pied Piper ha avuto nuovi interessanti risvolti, che ci hanno portato a una sorta di tabula rasa all'interno della società.

La salita e la caduta


Con la terza stagione troviamo nuovamente il gruppo degli amici nerd che dopo aver vinto la causa legale contro Hooli, si ritrovano con Richard Hendriks estromesso dal ruolo dell'amministratore. Mentre Richard diventa automaticamente il CTO, Jack Barker, una persona di grande spicco nella valle prende il ruolo dell'amministratore, ma le sue azioni portano al contrario alla rovina di quella che era l'idea originale dell'applicazione. Dopo varie peripezie il gruppo si ritrova di nuovo senza un amministratore e con un'idea da continuare a sviluppare. Non passa molto tempo prima che i nuovi problemi legali e finanziari con alcuni membri del team inizino a spuntare: anche l'idea della compressione dei dati sembra funzionare solo da un lato, in quanto gli utenti fedeli sono troppo pochi rispetto alle installazioni effettuate. Tanti nuovi problemi e momenti di rottura accompagnano la visione della terza stagione di Silicon Valley, ma come dice un detto giapponese: Quando le acque salgono, la barca fa altrettanto.

La sfortuna persistente

Quella di Silicon Valley, come avevamo già detto, non è una commedia come tante altre. La presenza di un linguaggio talvolta offensivo e razzista rende le frasi abbastanza credibili e appartenenti a delle persone reali. I tre ideatori della serie, Mike Judge, John Altschuler e Dave Krinsky hanno deciso di puntare fin da subito su alcuni elementi chiave come un'estrema caratterizzazione di ogni personaggio. Il risultato è quello di non avere mai delle macchiette (fatto eccezione di Monica, interpretata da Amanda Crew), ma piuttosto cinque personaggi con delle personalità completamente diverse uno dall'altro. L'indecisione di Richard si rivela talvolta abbastanza irritabile, ma è conforme al suo personaggio e cosi anche Jared Dunn, che nonostante il suo essere passivo dimostra di avere più carte nella manica di molti altri del gruppo. Scherzando e ridendo, questa serie mette in risalto alcuni metodi con cui agiscono i grandi businessmen, ridicolizzandoli al tempo stesso. Anche la società Hooli subisce diversi cambiamenti con la terza stagione e Gavin Belson sembra aver finalmente ritrovato quell'idea capace di renderlo più importante di quel che è. Ogni pedina sembra essere stata messa sulla scacchiera in modo da mostrarci una quarta stagione ancora più esplosiva, ma il rischio è dietro la porta. Sarà in grado questa serie ad attirare il suo pubblico dopo il successo dei ragazzi? Perché per ora il perno sul quale ruotano le vicende è l'estrema sfortuna del gruppo, ma questo potremo scoprirlo solo ad aprile del 2017.

Silicon Valley - Stagione 3 Le puntate sono volate una dietro l'altra, come successe anche con le due stagioni precedenti, ma la carne sul fuoco attualmente è davvero tanta. Abbiamo visto una salita e una discesa vertiginosa del gruppo di Pied Piper e allo stesso modo abbiamo visto anche la collaborazione e l'alchimia che si è creata nel gruppo. La comicità della serie è sempre unità a una certa serietà delle azioni e dei personaggi, che continuano ad appassionarci.