Recensione The Knick - Stagione 2

La seconda stagione di The Knick si è conclusa con un incredibile colpo di scena che ha lasciato a bocca aperta i fan della serie diretta da Steven Soderbergh. Ecco la nostra recensione.

Recensione The Knick - Stagione 2
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Voci di corridoio vogliono che The Knick, la serie trasmessa negli USA da Cinemax, in Italia da Sky Atlantic, diretta dallo stacanovista Steven Soderbergh (approdato sul piccolo schermo già lo scorso 2013 con la trasposizione della vita del pianista Liberace, Behind the Candelabra, realizzata per HBO) potrebbe essere rinnovata per una terza stagione. Negli ultimi giorni, online, stanno inoltre apparendo notizie cha parlano di un progetto che potrebbe durare ben sei stagioni o di possibili cambi alla regia. Non resta che attendere per scoprire quanto accadrà, nell'attesa ripercorriamo quanto accaduto nel secondo ciclo di episodi andato in onda.

Il ritorno di John Thackery

Chi ha già seguito la seconda stagione di The Knick, da poco conclusasi, starà già rimuginando sul chi e sul come prenderà le redini narrative di una possibile terza, visto che l'imprevedibile season finale ha lasciato ben poco all'immaginazione degli spettatori.
Le puntate hanno preso il via con il ritorno a New York del protagonista, il dottor John Thackery (Clive Owen), riuscito a fuggire grazie all'aiuto del dottor Everett Gallinger (Eric Johnson) dal Cromartie Hospital, la clinica nella quale l'ex primario di chirurgia era in cura dalla dipendenza da cocaina. Tornato al Knick, il dottore nasconde a tutti di non aver ancora risolto il suo problema ed avvia uno studio sperimentale per comprendere le origini neurologiche della dipendenza. Nel frattempo, il medico di colore Algernon Edwards (André Holland) viene ostacolato nella pratica della sua professione da un occhio afflitto dal distacco della retina e dal dottor Gallinger, ora sostenitore delle prime pratiche dell'eugenetica (che di lì a poco porteranno a quelle aberrazioni scientifiche che tutti conosciamo), mentre la giovane infermiera Elkins (Eve Hewson), dopo essersi confrontata col terribile padre, inizia una relazione col direttore dell'ospedale, Henry Robertson (Charles Aitken), fratello di Cornelia (Juliet Rylance). La donna, dopo aver accantonato la storia clandestina con il dottor Edwards, sta investigando sulla morte dell'ispettore Speight non sapendo, suo malgrado, che il responsabile non è poi così lontano da lei.

Una stagione "corale"

Il cambio di direzione rispetto alla prima stagione si era già palesato nei primi due episodi di questa seconda, in cui era già evidente il ridimensionamento del personaggio principale, quello del dottor Thackery, a favore di una narrazione corale che, a conti fatti, ha permesso sì alla trama di prendere numerose direzioni che, però, in tutti e dieci gli episodi si sono incrociate ben poche volte. Una coralità senza crossover insomma, a causa della quale l'attenzione si è concentrata su quelli che prima, rispetto a Thackery, potevano essere considerati personaggi secondari, come Cornelia, l'ormai ex Suor Harriet e, soprattutto, il dottor Edwards, forse unico vero protagonista del ritorno di The Knick. La conflittualità tra il suo personaggio e quello del dottor Gallinger, i pregiudizi razziali e l'eugenetica hanno infatti egemonizzato buona parte della stagione, e il dottor Thackery ha riacquisito il suo ruolo principale soltanto nelle ultime due puntate, grazie soprattutto al finale teso e magistralmente costruito, quasi preso in prestito dal mito greco di Icaro.

Società, scienza e medicina

Sebbene lo studio delle dipendenze di Thackery si protragga per tutti e dieci gli episodi, il dottore e la sua inscindibile relazione con la droga sono pertanto passati in secondo piano (niente più scene di iniezioni in improbabili punti del corpo, per intenderci). Al suo posto, la sceneggiatura si è concentrata sulla riflessione morale e sociale, sulle aberrazioni dell'eugenetica, sulle ingiustizie sociali, sul ruolo delle transazioni finanziarie e del capitale, non dimenticando comunque l'inserimento di alcuni casi medici interessanti come le gemelle siamesi, la scoperta dell'adrenalina e della cura della sifilide, e la nascita dei profilattici. Dal punto di vista stilistico, la serie ha ricalcato gli stilemi della prima, ampliando l'uso della macchina a mano e rimarcando così il contrasto con le ambientazioni ottocentesche e i costumi perfettamente ricostruiti. Magistrale la performance di Clive Owen, meno memorabili quelle del resto del cast, nonostante l'importanza rivestita dal resto dei personaggi nei vari episodi.

The Knick - Stagione 2 Meno tesa della prima, la seconda stagione di The Knick ha perso lievemente smalto a causa di una frammentazione narrativa eccessiva, sviluppando tutte le storylines in maniera parallela ma puntando poco al crossover tra queste e ridimensionando notevolmente la punta di diamante della serie, il dottor John Thackery e le sue imprevedibili e geniali intuizioni. Ad ogni modo, The Knick resta un prodotto di ottima fattura e una tappa obbligata per tutti i fan dei medical drama, perché offre un punto di vista originale e di levatura qualitativa ben più alta rispetto ai tanti sceneggiati ambientati nella contemporaneità presenti oggi sulle reti americane.