Recensione The Ranch - Stagione 1

L'attore Ashton Kutcher ritrova il vecchio compagno d’armi Danny Masterson per una sitcom targata Netflix dal sapore western, interamente impostata sul carisma degli interpreti che compongono il suo cast

Recensione The Ranch - Stagione 1
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Dieci anni fa andò in onda l'ultimo episodio di That ‘70s Show, storica sitcom della Fox ed erede generazionale di Happy Days, otto stagioni di risate nostalgiche e al contempo molto moderne. Tra i meriti principali della serie vi è quello di aver lanciato la carriera d'attore di Ashton Kutcher, precedentemente attivo come modello e ora presenza fissa al cinema e in televisione (dopo la conclusione di That ‘70s Show ha ideato e prodotto Punk'd e successivamente sostituito Charlie Sheen in Due uomini e mezzo). Tra gli interpreti della commedia ambientata negli anni Settanta c'era anche Danny Masterson, il cui percorso artistico dopo la fine della serie è stato meno vistoso rispetto a quelli di altri colleghi come Mila Kunis, Topher Grace o Laura Prepon, quest'ultima uno dei volti della programmazione originale di Netflix grazie a Orange Is the New Black. Ed è proprio sulla piattaforma di streaming che Kutcher e Masterson si sono ritrovati, per regalarci The Ranch, programma che segna, insieme a Fuller House, l'arrivo della sitcom classica - riprese in teatri di posa con location limitate, presenza di un pubblico in studio le cui risate accompagnano le gag verbali e fisiche - sul servizio che ha rivoluzionato il modo di pensare la serialità televisiva.

Amore/odio fraterno

The Ranch segue uno schema molto tradizionale, impostando la propria struttura narrativa intorno al tema della famiglia, per l'esattezza la figura del figliol prodigo, interpretato da Kutcher, che torna a casa dopo anni di assenza e decide di aiutare il fratello (Masterson) e il padre (Sam Elliott) a mantenere in vita la proprietà che dà il titolo alla serie. A condire ulteriormente il tutto ci pensano la madre (Debra Winger), che gestisce il pub di fiducia dei protagonisti, e l'amore liceale (Elisha Cuthbert), che sostiene di aver voltato pagina ma non può fare a meno di celare un po' di gelosia quando vede il suo ex insieme a delle ventenni. Questa è l'impostazione predefinita della serie, che si regge interamente sul talento e sul carisma dei suoi interpreti. Due qualità che, per fortuna, non mancano, in particolare fra Kutcher e Masterson, legati da un affiatamento e un'amicizia che dieci anni di separazione artistica non hanno scalfito. Un vantaggio non da poco, per una sitcom divisa tra due mondi.

Trasgredire o no?

Se il cast e le gag sono alquanto efficaci, lo è decisamente meno la decisione di fare di The Ranch una sitcom dallo stampo classico. Viene da pensare a Lucky Louie, tentativo interessante ma effimero della HBO di unire la sensibilità comica di Louis C.K. e le convenzioni dei programmi girati con il pubblico in studio. Quest'ultimo fa inevitabilmente in modo che gran parte del materiale "adulto" sia omesso da ciò che si vede sullo schermo, e l'unico elemento a differenziare The Ranch da una qualsiasi sitcom in onda su un network tradizionale è l'uso - sporadico - di parolacce. Ci troviamo pertanto su una sorta di via di mezzo, al cospetto di un programma indeciso sulla propria natura: da un lato, erede di una fortunata tradizione catodica per la "generazione Netflix"; dall'altro, un prodotto fintamente sovversivo i cui tentativi di andare oltre le regole classiche della sitcom sono alquanto pallidi. Forse la seconda stagione, già confermata (il che spiega anche il finale aperto nell'episodio di commiato), riuscirà a determinare in quale direzione sarebbe più auspicabile muoversi per non scomparire nel marasma di proposte "normali" di Netflix.

The Ranch - Stagione 1 The Ranch è una sitcom simpatica, dalle intenzioni dignitose, che però non riesce a distaccarsi più di tanto dai modelli preesistenti e costruirsi un’identità propria, compatibile con il suo essere un prodotto esclusivo di Netflix. Le risate sono comunque garantite grazie ad un cast capace di rendere spassose anche le situazioni più schematiche e prevedibili.