Recensione True Blood - Stagione 2

Alan Ball torna a parlarci dei selvaggi vampiri della Louisiana, tra sesso, orge e comicità

Recensione True Blood - Stagione 2
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Una serie "fenomenale"

La prima stagione di True Blood è stata una delle novità più eccentriche e stuzzicanti della scorsa annata, Alan Ball era riuscito ad amalgamare sensualità ed ironia ad elementi trash e splatter, con un risultato che ci faceva ben sperare per il futuro.
Alla fine della scorsa recensione ci domandavamo se la serie fosse in grado di diventare un nuovo “fenomeno” televisivo (parlando degli USA). Questa seconda stagione sembra voler rispondere alla domanda senza alcuna esitazione. True Blood è ormai una delle serie di punta di HBO, la più vista dai tempi de “I Soprano” e una tra le più chiacchierate in circolazione.

Alla luce del sole

Il mix di generi della prima stagione di True Blood aveva lasciato in molti interdetti: c'era chi si domandava se gli elementi "trash" fossero realmente voluti o meno, c'era chi lamentava cadute di stile o si soffermava troppo sulle metafore. Non aveva tutti i torti lo spettatore a storcere il naso di fronte a questi elementi, forse male implementati nelle meccaniche generali e nell'economia narrativa. Il "tono", quindi, era facilmente fraintendibile. Cosa vuole essere True Blood: ironico o drammatico? Questa stagione sembra voler mettere subito in chiaro quali siano i suoi elementi e quali i suoi intenti. Alan Ball pone, dunque, la sua visione della serie alla luce del sole, senza ulteriori possibilità di fraintendimento.
Non è una serie che va presa sul serio, è puro intrattenimento (sul modello "tarantiniano", potremmo dire), un puro gioco dove a divertirsi sono innanzitutto gli autori e poi gli spettatori. Una serie che vive anche di riferimenti ed omaggi (i B movies sugli zombie in questa stagione), riletti in chiave comica e frizzante. Un inno al puro divertimento? Si, ma a un tipo di divertimento spregiudicato e autoironico, quello che lo stesso Ball chiamava (agli inizi della scorsa stagione) "tv da pop corn per persone intelligenti".

Congreghe, zombie e vampiri

La trama riparte esattamente da dove era stata interrotta, un nuovo killer, nuovi assassinii, ancora sangue. Fortunatamente la strada si diversificherà fin da subito rispetto alla prima stagione e le trame si divideranno in due tronconi principali.
Mentre una creatura simile ad un minotauro si aggira per la città, Tara continua a vivere nella casa (piena di ogni tipo di delizia) di Maryann, la quale organizza feste sempre più movimentate, non mancando di coinvolgere i cittadini di Bon Temps.
Nel frattempo Jason entra a far parte della "compagnia del sole", una congrega di carattere religioso che è ben pronta a scendere in guerra contro i vampiri, viste come "creature del diavolo". Jason diventerà subito uno dei soldati prediletti, attirando l'attenzione dei due coniugi Newin, i capi dell'organizzazione. La compagnia si rivelerà ben presto una sede di pazzi fanatici dai tratti bambineschi, dove abbonderanno i momenti esilaranti.
La cittadina di Bon Temps, intanto, diviene il centro di orge, cannibalismi e sacrifici rituali, tutti orchestrati dall'enigmatica Maryann. Una vera e propria città di simil-zombie (evidente omaggio al genere horror splatter). Vogliamo leggere in questo anche una critica a qualsiasi forma di estremismo "fanatico", al "controllo mentale" operato dai media e dalla religione (la "Fellowship of the Sun" ricalca il modello di congregazioni di carattere religioso realmente esistenti in America, specie al sud).

Questi maledetti vampiri

Nella prima stagione si parlava dell'integrazione dei vampiri, metafora per qualsiasi forma di integrazione sociale. Da questo punto di vista Alan Ball ha voluto mostrare il fenomeno non tralasciando i dettagli più cruenti, presentando il vampiro come un'enorme minaccia.
Nella metà di stagione si tratteggia con efficacia la figura dei vampiri e si scopre qualche retroscena interessante sul loro mondo. Facciamo la conoscenza di Godric, un vampiro millenario, giunto a importanti considerazioni sulla propria natura. E' lui stesso a fornirci una "nuova" visione dei vampiri, visti come esseri realmente terrificanti, assimilabili alle bestie, che non conoscono la civiltà, che non si sono evoluti, rimanendo a uno stadio primitivo, dominati dai loro impulsi.
Cosa dovremmo dedurre da tutto ciò? Godric fa riferimento a una possibile coesistenza pacifica tra umani e vampiri, una società dove entrambi possano aiutarsi e prosperare. Si direbbe quasi un traguardo utopico a giudicare dagli eventi, e siamo curiosi di vedere come Alan Ball svilupperà questo aspetto.

Evoluzione

Questa stagione, lo possiamo affermare con assoluta certezza, è nettamente migliore della precedente. Tutte le premesse contenutistiche sono ora più affermate e compatte, con un "tono" più netto e distinto.
La serie si dimostra ora più spavalda e seducente, con attori perfettamente calati nelle parti (una menzione in particolare va a una bravissima Michelle Forbes e a un disinvolto Alexander Skarsgård) ed elementi trash e splatter perfettamente amalgamati col resto. Tecnicamente eccellente, la serie porta ad un nuovo gradino il livello di intrattenimento offerto, regalandoci entusiasmanti perle di comicità e classe. Come augurato in precedenza, la prima stagione era solo un "antipasto" in attesa della "portata principale", che si rivela essere davvero gustosissima.

True Blood - Stagione 2 La seconda stagione di True Blood soddisfa in pieno le nostre aspettative, superando di gran lunga la precedente. Il fenomeno è scoppiato, in un vortice delirante di sesso, trash, comicità e splatter assolutamente irresistibile.

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