Recensione True Blood - Stagione 6

True Blood: breve e intensa la sesta stagione sui vampiri più sexy della tv

Recensione True Blood - Stagione 6
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E' praticamente ufficiale ormai: la sesta stagione di True Blood sarà la penultima. Ad annunciarlo a fan sgomenti è stata la rete madre HBO, nonostante avesse dichiarato più volte che a comandare sono, da sempre, i telespettatori armati di telecomando. Nonostante i ritmi altalenanti di questa sesta stagione e nonostante gli ascolti buoni dovremmo dunque rassegnarci, così a sorpresa, di seguire le vicissitudini dei vampiri di Bon Temps.

Tutti pazzi per Sookie

Ma cos'è successo in questa sesta stagione? Ricordiamo che, a differenza delle altre, quest'anno le puntate di True Blood piuttosto che dodici erano dieci ma nonostante questo i presupposti con i quali eravamo partiti sono cambiati poco alla volta, fino allo stravolgimento totale nel finale.
Come sempre la linea guida potrebbe essere chiamata “tutti pazzi per Sookie”; ogni personaggio maschile - anche “i nuovi” - inevitabilmente sono condotti su un'altalena che li fa avvicinare-allontanare-riavvicinare a questa anonima fata dal sangue pregiatissimo. A parte questo, nonostante la serie continui ad annoverare tra le sue fila un numero spropositato di personaggi di contorno - ai quali si continua a riservate un eccessivo spazio, anche se a volte risolutivo ai fini della storia - le storylines più interessanti sono poche. Così come i personaggi che acquisiscono spessore.

Eric e Bill: inglourious bestards

Andiamo con ordine. I personaggi di Jason, Sam, Pam, Tara, Jessica e Lafayette sono protagonisti di storie poco rilevanti, ma interessanti per lo spettatore affezionato. Si parla ancora di loro per abitudine, perché fanno numero, perché sono divertenti e perché, in effetti, fanno venire voglia di chiedersi “che fine faranno?”. Purtroppo, come nella quinta stagione, anche in questa la storia tormentata di Terry è portata alla lunga in parecchie puntate - scene che potrebbero essere tranquillamente saltate - ma la risoluzione di questo episodio diventa magicamente portante nel convincere Sookie a prendere determinate decisioni. Decisioni che riguardano anche Alcide, il lupacchiotto giusto e leale, che sembrava potesse trasformarsi in un personaggio più torbido e accattivante ma, come si suol dire, i vecchi vizi son duri a morire.
Arriviamo alle new entry: la prima è Warlow, un personaggio dall'andamento confusionario, legato alle indecisioni di Sookie. La seconda è Truman Burrell, il governatore della Louisiana vero motore di questa stagione. L'uomo che odia i vampiri e che ha creato un vero e proprio campo di concentramento per studiarli, analizzarli e distruggerli. E con lui si intrecciano le storie di Eric e di “Billith”; l'uno un po' inglourious bestard, l'altro semi-dio misericordioso che ha a cuore il destino della sua razza. A questi due personaggi, infatti, è legato il brio e l'adrenalina di questa sesta stagione. Una sorta di ritorno alle origini in cui i vampiri devono rispondere alla battaglia basica: sopravvivere in una società che non sa esattamente se accettarli o combatterli.

True Blood - Stagione 6 Questa sesta stagione ha i suoi difettucci: personaggi nuovissimi che si legano agli storici nel giro di cinque minuti, la classica promiscuità di Sookie, personaggi che ancora non si sa che strada vogliano prendere (vedi proprio i principali Bill e Sookie), story-lines che potrebbero esserci risparmiate. Eppure, questa sesta stagione si è dimostrata una delle migliori della serie: l'elemento vincente è proprio il decantato "ritorno alle origini", ma anche e soprattutto l'aver imbastito una trama che abbia saputo intrecciare alla perfezione le varie vicende, lasciando lo spettatore col fiato sospeso - da questo punto di vista, probabilmente la riduzione delle puntate non ha fatto altro che giovare.