Speciale L'evoluzione di YouTube

Un excursus sul mondo delle webserie e sull'evoluzione del mondo di YouTube.

Speciale L'evoluzione di YouTube
Articolo a cura di

Nel mondo della televisione si è sperimentato di tutto. Le serie tv hanno trattato tutti gli argomenti possibili e immaginabili, attingendo a man bassa dalla letteratura, dal cinema, dalla stessa televisione; finendo per ricalcare se stessi in una sorta di cartacarbone sempre più sbiadita. Fortunatamente qualcuno, di tanto in tanto, tira fuori dal cilindro un coniglio diverso, sperimentando magari qualcosa di nuovo o colorando con colori diversi dei disegni già visti. Basta poco d’altra parte per risvegliare la fame di un pubblico ingordo di nuove avventure.
Ma se a cambiare non fosse solo il contenuto ma anche il mezzo di trasmissione?

Un po' di storia

Se è vero che l’Italia sta muovendo adesso i primi passi nel mondo delle webseries, negli Stati Uniti la loro nascita è fatta risalire al 1997 con la messa in rete della mini serie “Homicide: Second Shift”, spin off di un serial poliziesco di inizi anni ’90. Il successo è mediocre ma i motivi di questo sono banali: poca pubblicità, poca abitudine al mezzo, scarsi investimenti. Il boom arriva invece nel 2008 quando vennero creati anche gli Streamys, una sorta di Oscar per le serie sul web. La più famosa e premiata tra queste è senza dubbio Dr. Horrible’s Sing-along Blog, una serie musicale interpretata magistralmente da Neil Patrick Harris (il Barney di How I Met Your Mother) e che vi abbiamo già segnalato anni fa con un first look(che trovate QUI). Gli streamys sono però premi che - esattamente come gli Oscar del cinema, della televisione e della musica - fanno storcere il naso a molti, candidando a possibili vincitori solamente produzioni ad alto budget o con dietro grossi nomi della cinematografia (e non solo). Tuttavia la rete, si sa, permette di aggirare molti dei vincoli dei vecchi media ed il passaparola tra gli utenti finisce per premiare spesso la serie più meritevole e non quella più pubblicizzata (cosa che invece accade assai di rado per il cinema, ad esempio) portando al successo anche piccole perle che alle spalle hanno solo la volontà di fare qualcosa di buono, come è successo per la spagnola “Malvivendo”.

L'entrata in gioco di YouTube

In un mondo così "giovane" come quello delle webseries, ogni cambiamento può essere uno scossone. Figuriamoci se il protagonista del cambiamento è "solo" il terzo sito più visitato al mondo. YouTube, colosso mondiale dell’intrattenimento web, ha deciso di fare il grande passo e di sfidare la televisione nel tentativo di sottrarle spettatori e, di conseguenza, introiti pubblicitari. Il tutto con il benestare di Google, proprietario del canale web dal 2006, che ha dato il via libera all’investimento di quasi 100 milioni di dollari per la produzione di video appositamente pensati per il web. Ma cosa significa “pensati per il web”? Interattivi? Ludici? Forse. Ovviamente non lo possiamo sapere. Ma la cosa che appare più sicura è che un prodotto che vuole diffondersi su YouTube ha come fascia di riferimento un pubblico giovane. Contenuti quindi più mirati, probabilmente, ma anche tante possibilità per chi sul “tubo” già si è fatto conoscere.
E per una volta l’Italia non si è fatta attendere troppo.

Freaks!

L’otto aprile su YouTube, ma anche sulle pagine Facebook degli attori, è apparsa la prima puntata di Freaks!, una web serie made in Italy che sfrutta i nostrani volti noti della rete e che potete vedere (gratuitamente, è ovvio) QUI.
Da Willwoosh (Guglielmo Scilla) a Cicciasan (Claudia Genolini), passando per Claudio Di Biagio (protagonista del canale “Non aprite questo tubo”), Andrea e Ilaria Giachi, "Freaks!" mette in scena le avventure di 5 ragazzi con poteri sovrannaturali che vivono in un underground cittadino cupo e fatto di sesso e di violenza. Una sorta di Misfits italiano insomma, forse sin troppo simile all’originale britannico. Nonostante questa palese somiglianza e nonostante "Freaks!" non sia nemmeno il primo tentativo italiano di portare una serie in rete, va detto che i dodici minuti della prima puntata sono realizzati piuttosto bene, con una regia discreta, una recitazione che si fatica a definire “amatoriale” ed un’attenzione ai particolari (tra cui spiccano soprattutto le ottime luci e le colonne sonore sempre all’altezza) che non sfigura davanti a produzioni a più alto budget. Il risultato? 165.000 visite in 5 giorni. Numeri discreti (anche se non da capogiro) che però si moltiplicano perché la serie viene riproposta sui canali di ogni singolo youtubers protagonista e spesso il pubblico rimbalza da un canale all’altro in una sorta di esagerata frenesia, per poter commentare, per potere dire la sua, per confrontarsi o scontrarsi con gli altri. Ed i clic lievitano a dismisura. Se ogni attore quindi ha in media circa 50.000 iscritti (media tirata su decisamente dal primo canale di Willwoosh che ha quasi 150.000 iscritti(contro, ad esempio, i 70.000 della Rai o i 60.000 di Beppe Grillo) per un totale di 8 milioni e mezzo di visualizzazioni, ecco che la cosa si fa interessante davvero e permette di investire su un prodotto come questo anche a scatola chiusa, come ha infatti deciso di fare la Show Reel, creative farm milanese.

Willwoosh, re d'Italia

Quali scenari per il futuro?

Ma se le webseries hanno già avuto successo, cosa potrebbe cambiare con YouTube? E in che modo "Freaks!" può essere considerato innovativo?
Alla prima domanda è semplice rispondere. YouTube è banalmente uno dei siti più visitati al mondo. Un enorme raccoglitore di idee e di progetti con anche piccoli spazi pubblicitari al proprio interno. Visualizzazioni e pubblicità. Ecco due parole che fanno sfregare le mani a qualunque imprenditore. YouTube potrebbe cioè dare quella visibilità che i singoli siti di case cinematografiche non possono garantire. Le prospettive sono molto più che allettanti. Puntate che possono essere viste e riviste come, quando e dove vogliamo (con i tablet che potrebbero diventare DAVVERO utili); possibilità di avere e dare feedback istantanei e - magari! - di contribuire a correggere in corsa aspetti o punti poco chiari nelle trame; poca pubblicità decisamente meno invasiva di quella televisiva e, ovviamente, il tutto gratis! E qua, sia chiaro, non parliamo di robetta amatoriale o semi amatoriale: qua si parla di Google e di milioni di dollari di investimento!
Ovviamente il passaggio non può essere né rapido né tanto meno semplice. Le major televisive faranno di tutto per mantenere il loro (scricchiolante) impero. Ma la sensazione è che ci si trovi dinanzi all’inizio di una rivoluzione.
E Freaks?
Se abbiamo citato Freaks non è stato un caso. Come già detto la serie non è stata la prima lanciata sul web in Italia ma senza dubbio ha qualcosa in più. Ha saputo cioè sfruttare chi sul web si era già affermato. Se già hai degli spettatori, tutto è più semplice. Il ragionamento è banale ma nessuno ci aveva provato sino ad oggi. Una bella novità che apre scenari interessanti anche a chi vuol provare a passare davanti all’occhio della telecamera. Se sei bravo, se sai fare il tuo lavoro, avrai la tua possibilità. Il messaggio che passa è questo. E non ci pare poco.

l'evoluzione di youtube - speciale Non è mai facile fare delle previsioni. Il mercato riserva spesso brusche frenate anche ai progetti che decollano con le migliori intenzioni. Tuttavia l’idea di avere dei canali d’intrattenimento in rete a nostra disposizione ci stuzzica e non poco. E non tanto per l’ovvia questione economica (visto che anche le televisioni private sono gratuite), ma per tutta una serie di scenari che l’ingresso di Youtube nel mondo della produzione di contenuti potrebbe comportare. Noi aspettiamo e teniamo d’occhio il mercato internazionale ed italiano. Da perdere abbiamo poco, da guadagnare tantissimo.