Speciale Medium

Uno special che racchiude tutte le avventure della medium Allison Dubois

Speciale Medium
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Medium è una delle serie di maggiore successo della televisione americana degli ultimi anni, il cui unico difetto è stato quello di non saper catturare l'attenzione del pubblico italiano, nonostante la buona programmazione, adattamento e doppiaggio della versione in lingua nostrana, messa in atto da Rai 3. Forse è proprio la scelta di trasmetterla sulla rete "minore", quella considerata più impegnata e quindi meno seguita dal pubblico potenzialmente più adatto alla serie, ha limitato il successo della serie qui da noi.

Un finale travagliato

In ogni caso, nonostante i 10 milioni di spettatori a puntata anche nell'ultima stagione, la settima ed ultima è stata interrotta per di più dopo solo metà delle puntate previste. Nonostante i numeri eccellenti, il rating era basso nella fascia d'età considerata commercialmente interessante per cui, dopo 7 stagioni di successo, ed un salvataggio miracoloso con il passaggio da un network all'altro, Medium è giunta finalmente a conclusione.
Prima di parlare dell'ultima stagione è il caso di spiegare i motivi per i quali vale la pena recuperare, se non l'avete ancora fatto, tutte le stagioni precedenti, e godervi così una delle serie più originali, ben scritte e costruite degli ultimi anni.

Il cast

Semplicemente perfetto, a partire ovviamente dalla deliziosa e fortissima Patricia Arquette che dà anima e corpo alla dolce Allison. La Arquette sembra davvero la madre delle tre splendide bambine della coppia, così come autentico sembra l'affetto che la lega a Joe. Insicura e fragile, Allison sa mostrare i denti quando l'occasione lo richiede. Quello che non cambia mai è la sua incredibile sete di giustizia e forte moralità. Una donna che difficilmente accetta compromessi e che vive il suo dono come una responsabilità. Caratteristiche che la porteranno spesso nei guai.
Il marito,Joe Dubois, all'inizio della serie vi sembrerà una figura di poco conto, una semplice spalla per la protagonista dello show. In realtà già dalla prima serie noterete le doti recitative ed il profilo psicologico perfettamente delineato di Joe, interpretato magistralmente da Jake Weber. Perfetto contrappasso per Allison, sempre immersa nei suoi sogni, Joè è un'ingegnere estramente razionale che la tiene con i piedi per terra. Anche quando visioni e sogni sono una certezza, riuscirà sempre a controbattere mostrando il lato razionale delle cose, spesso evitando ad Allison di commettere madornali errori. Si perchè i sogni a volte sono fuorvianti, a volte sono appositamente parziali o errati: non tutti gli spiriti sono buoni o cercano giustizia! Joe sarà un padre e marito perfetto, di quelli che si vedono forse solo nei film: eppure è così ben costruito ed interpretato da sembrare reale. Nonostante sia quasi sempre disponibile e comprensivo, riesce ad essere intransigente con la moglie e con le figlie quando sbagliano. Spesso sarà combatutto sulle scelte da fare di fronte alle situazioni bizzare (a volte pericolose) che il dono di Allison produrrà. Per non parlare di quando saranno le figlie a metterlo in seria agitazione... E si perchè anche le tre piccole bionde di casa Dobois, hanno ereditato il dono della madre. Un espediente narrativo che ha aperto le porte ad una serie di puntate strepitose e che hanno consentito di sceneggiare al di fuori dagli schemi, nel tentativo riuscito di mitigare la ripetitività delle varie storie legate esclusivamente ai poteri di Allison.
Gli altri protagonisti della serie sono essenzialmente due: il detective Scanlon, che dirige le indagini in modo "classico" ma che non disdegna l'aiuto di Allison, ed il procuratore distrettuare Manuel Devalos: capace, determinato, estremamente onesto. Entrambi questi personaggi sono costruiti in modo realistico ed a modo loro sapranno far affezionare il pubblico. Scanlon è uno scavezzacollo, ironico e pungente, a volte anche burbero, fondamentalmente onesto ma che non disdegna l'uso di qualche mezzuccio per ottenere risultati; mentre il procuratore distrettuale è un uomo serio, preciso, innamorato del diritto e della giustizia, che spesso frenerà l'irruenza di Allison: senza prove concrete "non posso fare niente Allison". Figure minori ricorrenti sono il padre defunto di Joe, il fratello sbandato di Allison che non ha mai accettato i suoi poteri psichici (nella realtà è il marito della Arquette) e la madre di Joe, che vive lontana ma che adora figlio e nipoti.

I dialoghi

La maggior parte dei dialoghi sarà funzionale al racconto degli eventi, ma quando vanno di scena Allison e Joe, l'ironia che permea il loro rapporto la fa da padrone. Le loro piccole discussioni, i ragionamenti e gli scontri tra la sognatrice e l'ingegnere, daranno vita ai momenti più leggeri e divertente della serie: li unisce un amore senza limiti, ma una visione della vita agli antipodi, che creerà spesso scontri e situazioni che gli autori hanno saputo gestire in modo estremamente brillante.

Sceneggiature e storie

Due sono le caratteristiche che rendono la serie così divertente ed avvicente. La prima, il contrasto tra una vita familiare e lavorativa costruita in modo così realistico (compresa la routine di tutti i giorni), e le conseguenze a volte paradossali, a volte terrificanti, che i poteri di Allison e figle avranno su di essa. Il secondo, ancora più importante, la fantasia, l'inventiva e la genialità della sceneggiatura di moltissime puntate. Se la trama principale vive di momenti importanti ben costruiti, è il racconto delle storie, episodio dopo episodio, a farvi realmente innamorare delle serie. Si perchè gli autori hanno saputo sfruttare i vari "poteri" di Allison e delle figlie, creando situazioni mai viste prima in un telefilm, variandoli e combinandoli il più possibile. E' vero, oltre la terza/quarta serie, la sequenza sogno, avvenimenti nella realtà, sogno, indagini, e poi ancora sogno, diventerà in alcune puntate un pò prevedibile e scontata. Ma in tantissime altre gli autori sono riusciti a confondere le acque, facendo credere una cosa, e poi raccontandone un altra. In ogni puntata gli effetti che gli spiriti hanno su Allison possono cambiare: a volte sono semplici sogni, a volte appaiono come visioni quando la protagonista è sveglia, altre volte ancora diventerà sorda e riuscirà a sentire solo una musica o sarà posseduta (magari solo parzialmente: un braccio, o solo le gambe, o solo la sua capacità di parlare una determinata lingua!), oppure perderà totalmente il controllo o vivrà tutta la puntata nel futuro e, a volte, tutta nel passato.
Le carte in tavola vengono mischiate continuamente, e la presenza degli stessi poteri nelle tre figlie, verrà sfruttata per creare più situazioni possibili. Non sempre Allison potrà salvare o vendicare un morto, non sempre riuscirà ad evitare un rapimento, una rapina o un sucidio, così come spesso sarà confusa e fuorviata dalle visioni che i morti di volta in volta invieranno. Certe trovate, certi colpi di scena, certi twist nella sceneggiatura sono semplicemente da vedere.

La settima stagione e la conclusione della serie

Questo paragrafo contiene SPOILER per chi non ha visto la settima stagione

Nonostante il taglio a soli 13 episodi dall'ultima stagione, la conclusione della serie è stata gestita in modo molto lineare, senza lasciare dubbi, incertezze o frustrazione nello spettatore. Del resto la vita dei protagonisti, dopo le prime travagliate 5 stagioni, si era ormai adagiata su binari piuttosto comodi: la figlia maggiore al college, Allison sempre indaffarata con il suo lavoro per il procuratore distrettuale, e Joe, finalmente di nuovo in un'azienda solida, con un lavoro di rilievo. Nella prima parte della stagione infatti, è stato esclusiviamente lo scontro "morale" tra Allison ed il suo compagno di investigazione, il tenace detective Scanlon a tenere banco nella trama. Risoltasi questa traccia narrativa in pochi appassionati episodi (con qualche buco per la prima volta nella coerenza dei rapporti tra i personaggi) sono stati i vari casi, puntata dopo puntata, a farla da padrone. La sottotraccia della settima stagione, che avrebbe portato alla fine delle serie, è emersa intorno alla settima puntata: vedrà infatti Manuel Devalos, il procuratore, lanciato nella corsa per la carica di Sindaco, Allison e Joe in rotta di collisione per la decisione di entrambi di tornare a studiare. La protagonista, per completare la laurea in giurispudenza e lavorare come aiuto procuratore quando Devalos fosse diventato Sindaco, e Joe per acquisire un master in management economico che l'avrebbe proiettato nel consiglio di amministrazione della società per cui lavorava. Di mezzo, i soliti problemi di budget della famiglia.

Questa debole trama è stata solo accennata, eppure ha accompagnato gli spettatori verso un finale credibile, per quanto molto sofferto. In ogni caso, prima di chiudere lo show, tutti i personaggi secondari di rilievo rimasti ancora in sospeso (la mamma malata di Joe, il fratello sbandato di Allison, il futuro di Scanlon e Devalos) hanno visto chiudere il loro cerchio narrativo.

La morte di Joe, schiantatosi in un disastro aereo all'inizio dell'ultima puntata, è stata gestita in modo magistrale, sceneggiata con quella originalità che ha caratterizzato tutta la serie sin dalla prima puntata. Fino all'ultimo non sapremo se è un sogno o realtà quella che sta colpendo così duramente la famiglia Dobois, e quando, come succederà anche ad Allison, avendo desiderato così ardentemente il lieto fine, lo vedremo finalmente fare capolino, l'autore cambierà ancora le carte in tavola, lasciandoci spiazzati: Allison stava sognando, Joe è morto per davvero. Una mazzata non da poco per chi ha amato Medium. Ma la morte in Medium è solo un passaggio verso una nuova vita. Così dopo che gli anni sono passati, una Allison ormai ultraottantenne si spegne serenamente, ed al suo "risveglio" nei panni della giovane che tutti abbiamo imparato ad amare, troverà il suo Joe, fermo in un angolo ad aspettarla. "Mi hai aspettato tutto questo tempo?" "Ovviamente" risponde Joe, "Baciami, per l'eternità".
Alla fine in un saliscendi continuo di emozioni, il lieto fine post mortem, come diversamente non poteva essere, chiude Medium.

Medium Oltre 120 episodi, molti dei quali assolutamente memorabili, compongono una delle serie più originali ed appassionanti degli ultimi anni, ma anche, forse, più sottovalutate dal grande pubblico. Un cast affiatato assolutamente credibile, una scrittura vivace e divertente che si concretizzava sopratutto nei battibecchi tra moglie e marito, una sceneggiatura che non è mai calata di qualità almeno fino alla sesta serie con rarissimi buchi narrativi. L'unico difetto? Una certa ripetitività nello schema con il quale Allison, dopo le prime 3 serie, riusciva a capire e risolvere i vari misteri, sopratutto nelle puntate in cui, sogno dopo sogno, mostrava con troppa chiarezza i colpevoli e le vittime, lasciando allo spettatore il compito di vedere Devalos sbattere dentro il cattivone di turno. Non dimenticate che oltre ad Allison, tutte le tre figlie possiedono lo stesso dono, rendendosi protagoniste di alcune delle puntate più entusiasmanti della serie. A differenza di molti altri serial, il doppiaggio in italiano è praticamente perfetto per tutti i personaggi, per cui fatevi un favore: guardate Medium!