Speciale The Affair - Stagione 2

E' ritornata su Showtime la serie rivelazione The Affair e i nuovi episodi amplieranno i punti di vista sulle vite dei protagonisti, mostrando anche la prospettiva di chi è stato tradito

Speciale The Affair - Stagione 2
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La labilità della memoria: uno specchio deformante e ingannevole, ma anche un canale in cui scorrere avanti e indietro e poi ancora avanti, secondo flussi e ondate spesso imprevedibili. È il campo entro cui si muovono i protagonisti di The Affair, una delle serie evento della scorsa annata televisiva, tornata sulla rete Showtime dal 4 ottobre con 201, episodio inaugurale della seconda stagione. Creato da Sarah Treem e Hagai Levi, The Affair si è imposto - meritatamente - come uno dei titoli di maggior interesse della fiction seriale contemporanea, accompagnato da un unanime consenso di critica e da ascolti via via crescenti (quasi un milione di spettatori alla prima messa in onda del season finale, il doppio rispetto al pilot) e coronato dalla vittoria di due Golden Globe: miglior serie drammatica e miglior attrice per la bravissima Ruth Wilson. Un successo dovuto in prevalenza ad una costruzione drammaturgica di estremo fascino, capace di ‘giocare' con le regole della narratologia con un'abilità decisamente singolare, senza tuttavia scivolare nel puro manierismo.

Ritorno al passato

E il primo capitolo di questo nuovo percorso di The Affair non fa eccezione, anzi: fin dalla prima sequenza, con l'angosciante incubo di Noah Solloway (Dominic West) e il suo brusco risveglio, ci rendiamo conto che gli autori hanno rimescolato le carte in tavola. Nel finale della seconda stagione, tramite un inquietante flashforward, scoprivamo che Noah, nel pieno del clamoroso successo di un romanzo diventato un autentico caso letterario, veniva arrestato dal detective Jeffries (Victor Williams) come primo sospettato per la morte di Scotty Lockhart (Colin Donnell), travolto di notte dall'auto di un fantomatico pirata della strada. Ma il tempo, nel serial, è per l'appunto una dimensione liquida: un meccanismo che risponde alle leggi della psiche e della coscienza, piuttosto che a quelle del realismo, in un amalgama in cui il futuro e il passato si ripropongono come una sorta di "eterno presente", perché in fondo perfino il tempo è succube dei capricci della memoria. La première pertanto, si colloca in un tratto intermedio: sono passati alcuni mesi dalla brusca, dolorosa separazione fra Noah e sua moglie Helen (Maura Tierney), ma siamo ancora lontani dal trionfo editoriale di Noah, così come dal suo arresto per omicidio. All'inizio della seconda stagione, l'uomo è impegnato a ricostruirsi una nuova vita, destreggiandosi nel frattempo fra le macerie di quella precedente: un divorzio da definire insieme a Helen, i rapporti ormai sfaldati con i propri figli, nonché un manoscritto a cui manca un fondamentale tassello prima di poter essere dato alle stampe...

Due finali

In una delle primissime sequenze dell'episodio, Noah è impegnato in un difficile confronto con Harry (Stephen Kunken), l'editore intenzionato a pubblicare il suo libro. Il tema del loro dialogo potrebbe apparire come un dettaglio di scarsa importanza, nell'economia della trama, eppure si tratta di un dettaglio in grado di offrirci un ulteriore livello di lettura. Dopo aver lasciato Helen per amore di Alison Bailey (Ruth Wilson), Noah ha deciso di riscrivere l'epilogo del suo romanzo (un romanzo che, evidentemente, presenta più di un'attinenza con la sua vicenda personale), optando per una conclusione più ermetica. Ma Harry non è affatto convinto dell'efficacia di questo finale alternativo e vorrebbe che Noah reintegrasse la versione precedente, con un colpo di scena noir e la morte dell'amante del protagonista. In qualche modo, la conversazione fra lo scrittore e l'editore sembra alludere alla natura bifronte della serie stessa, in uno scambio di battute dalle implicazioni metanarrative: fin dal principio, The Affair si è distinto infatti per un duplice registro tematico, con la relazione sentimentale fra Noah ed Alison costantemente in primo piano ma, in filigrana, un subplot poliziesco pronto ad emergere sottoforma di brevi notazioni o di squarci prolettici su un imminente futuro. In maniera analoga, la prima stagione si chiudeva con una sorta di doppio finale: l'idillio romantico fra Noah ad Alison, finalmente pronti a vivere la loro storia alla luce del sole, e l'arresto di Noah, accusato di aver ucciso Scotty. Binari paralleli su cui, presumibilmente, camminerà anche questa seconda stagione, in attesa che il velo di mistero cominci a diradarsi.

Il quadrilatero dei narratori

Per ora, comunque, il fulcro del racconto di The Affair rimane la separazione fra Noah ed Helen; e in tal senso, la seconda stagione apporta un'importante novità rispetto al modello narrativo della precedente. Nei dieci episodi dello scorso anno, infatti, ciascuna puntata era suddivisa in due segmenti, volti ad offrire ciascuno il punto di vista di uno dei due comprimari, Noah ed Alison: due versioni spesso coincidenti, talvolta minate da discrepanze e piccole contraddizioni, ma in alcuni casi radicalmente differenti l'una dall'altra. E proprio la pluralità dei punti di vista, esempio tangibile della soggettività della memoria e dello sguardo, costituiva il tratto peculiare, nonché il principale elemento di forza della serie di Showtime, capace di elaborare un'implicita riflessione sull'insondabilità di un reale mai pienamente conoscibile. Nella seconda stagione, però, la situazione si complica ulteriormente, dal momento che l'istanza narrativa alla radice della serie è elevata al quadrato: non più, quindi, due voci narranti, Noah ed Alison, bensì quattro, con l'aggiunta delle prospettive (finora inedite) di Helen Butler, interpretata superbamente da Maura Tierney, e di Cole Lockhart (Joshua Jackson), il marito tradito di Alison, nonché il fratello di Scotty. Una novità di rilevanza fondamentale, in grado - potenzialmente - di rendere ancor più sfaccettato e intrigante un racconto che ha fatto dell'ambiguità il proprio statuto ontologico. E il primo episodio della seconda stagione esplora da subito le possibilità di questa variante, facendo seguire alla ‘metà' di Noah un altro segmento narrativo, vissuto attraverso gli occhi di Helen.

Lo sguardo di Helen

Il ritorno del serial ci mostra dunque le conseguenze della separazione fra i coniugi Solloway. Mentre Noah tenta faticosamente di recuperare il rapporto con i propri figli, scontrandosi però con il muro di silenzio dell'adolescente Whitney (Julia Goldani Telles), con i turbamenti di Martin (Jake Siciliano) e con l'aperta ostilità della suocera Margaret (Kathleen Chalfant), a Helen spetta un calvario diverso, ma non meno arduo: tenere uniti i frammenti di un'esistenza andata in pezzi, sopportando con dignità i pettegolezzi e le domande inopportune delle altre madri di famiglia, tentando di curare il malessere dei suoi figli e celando la frustrazione per la fine del matrimonio con Noah. Helen, che nella prima stagione dichiarava di ricercare soprattutto la stabilità e la sicurezza, è ora alle soglie di una nuova esistenza. Nei primi istanti della sua metà del racconto, la macchina da presa ci mostra in soggettiva il corpo nudo dell'uomo che giace nel suo letto: sono gli occhi di Helen stessa, intenta a contemplare il suo nuovo compagno, Max (Josh Stamberg), yuppie disinvolto ed esuberante. Un partner teoricamente perfetto, almeno per i canoni dell'alta borghesia newyorkese, accanto al quale, però, la donna non può fare a meno di provare un sotterraneo disagio. Lo sdoppiamento della focalizzazione, com'è consuetudine in The Affair, non manca di porre in evidenza la diversa percezione degli eventi da parte dei due ex coniugi, sottolineata dalla figura del loro consulente matrimoniale, Jeremy Kramos (Jeremy Shamos): un individuo vivace, accomodante e mellifluo agli occhi di Noah, un uomo ben più severo, cinico e pragmatico in quelli di Helen.

The Affair - Stagione 2 Nei minuti conclusivi del primo episodio della seconda stagione, infine, gli autori tornano ad applicare uno dei meccanismi alla base dell’intreccio di The Affair: il flashforward. Fin dai primi episodi, l’anticipazione costituiva il maggiore veicolo di suspense della serie, quello in grado di collegare la vicenda delle infedeltà di Noah ed Alison con il subplot noir sull’omicidio di Scotty. L’epilogo di 201, mostrato sempre mediante lo sguardo di Helen, segna un altro passo avanti lungo questo secondo percorso cronologico: Noah, tenuto in carcere e in attesa di un processo che potrebbe non lasciargli scampo, riceve il provvidenziale aiuto dell’ex moglie, disposta a pagare le spese legali per la difesa dell’uomo. Numerose, tuttavia, restano le ellissi all’interno del tessuto narrativo: quei “buchi neri” in attesa di essere colmati nelle settimane a venire, benché nell’universo di The Affair non esistano punti fermi e tutto debba essere sottoposto all’indagine del dubbio. Un dubbio che, nella maggior parte dei casi, sarà compito dello spettatore provare a sciogliere, tenendo bene a mente che nessuna realtà, se filtrata dalla sensibilità dell’individuo, può essere definita veramente tale...