BoJack Horseman 6: Recensione dei primi 8 episodi della stagione finale

Abbiamo visto in anteprima i primi otto episodi della stagione conclusiva di BoJack Horseman, la serie tv creata da Raphael Bob-Waskberg

BoJack Horseman 6: Recensione dei primi 8 episodi della stagione finale
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La serie BoJack Horseman, creata da Raphael Bob-Waskberg e sbarcata sulla piattaforma di streaming Netflix a partire dal 2014, seppur accolta abbastanza in sordina all'inizio - soprattutto nel nostro Paese - con l'uscita di ogni nuova stagione ha saputo ritagliarsi una fetta di pubblico sempre più vasta, tanto da arrivare negli ultimi anni a diventare un cult, un manifesto culturale per generazioni disilluse e postmoderne.
Di seguito trovate l'analisi dei primi otto episodi della sesta e ultima stagione di Bojack Horseman (la prima parte esordirà il 25 ottobre su Netflix), in cui il protagonista è intenzionato più che mai a fare i conti con il proprio passato per provare a vivere senza rimpianti il presente.

Brutte abitudini

BoJack Horseman, il cavallo antropomorfo cinico e disilluso protagonista delle vicende, si ritrova in una clinica per affrontare una volta per tutte le sue dipendenze, soprattutto quella dall'alcol, che fin dalla prima stagione lo ha sempre tormentato. Fin dai primi minuti è palese l'intenzione dell'autore di volersi concentrare al massimo sull'introspezione dei personaggi, usando ogni episodio come una lente d'ingrandimento su ogni singolo protagonista e coprotagonista della serie. Vediamo così un BoJack Horseman ancora una volta depresso e insoddisfatto da tutto, seppur questa volta deciso più che mai a troncare definitivamente con il suo burrascoso passato. I momenti nel presente si alternano così agli immancabili flashback dedicati alla sua infanzia e alla sua - ormai perduta - giovinezza, capaci di mostrarci la sua personalità estremamente fragile ma, purtroppo, anche dannatamente meschina. Quest'ultima stagione in realtà non punta a inventarsi nulla di nuovo, cercando invece di valorizzare al massimo tutti i capisaldi dell'opera senza stravolgere l'essenza dei personaggi ma, anzi, provando a farla evolvere in maniera coerente con i loro precedenti trascorsi.

Ancora una volta viene fuori la peculiarità della serie - a tratti unica - di riuscire ad amalgamare momenti realmente spassosi con altri molto più seriosi e talvolta drammatici. Nonostante tutto sia gestito in maniera ottimale, forse l'unico limite di questa stagione è rappresentato dalla riproposizione di alcune tematiche e situazioni già ampiamente esplorate anche negli episodi precedenti, seppur in linea generale non si avverta mai un senso di noia quanto più di una forte continuità stilistica e concettuale con il passato, capace comunque di offrire allo spettatore numerosi spunti di riflessione interessanti.

Vediamo così un BoJack a tratti propositivo e determinato a chiudere per sempre con i suoi trascorsi da alcolista, seppur non riesca ancora a perdonarsi per tutte le azioni meschine compiute in precedenza, soprattutto riguardo le persone a lui vicine.
Se infatti la serie non si fa mancare assolutamente numerosi momenti divertenti, i flashback incentrati sulla sua giovinezza - specialmente quando era la star della sitcom Horsin' Around - riescono senza problemi ad ammantare la sua figura di un'aura a tratti tragica e drammatica.

Infatti, anche le azioni che compirà all'interno della clinica, seppur compiute per uno scopo ammirevole, non possono in realtà che provocare diversi danni - non tanto fisici quanto emotivi - alle persone che cercano di aiutarlo.
In questa stagione vediamo così BoJack tentare davvero di fare i conti con il proprio passato, con quello che è e con quello che sarà, anche se solo con la seconda parte di quest'ultima stagione potremo davvero scoprire se riuscirà a redimersi una volta per tutte.

Questo pazzo pazzo mondo (dello spettacolo)

Oltre all'iconico protagonista, ovviamente la serie si focalizza anche su tutti gli altri personaggi simbolo della serie, puntando ancora una volta nel mostrare allo spettatore la loro essenza più pura mettendo a nudo tutte le loro numerose fragilità.

Vediamo così l'inflessibile Princess Carolyn alle prese con il difficilissimo mestiere del genitore, ruolo che in breve tempo la fa quasi esaurire completamente, dato che non riesce più a star dietro come vorrebbe al suo lavoro dentro lo show business.
La sua incapacità di scegliere cosa vuole fare davvero della propria vita non può che renderla un personaggio molto umano e dall'indole sfaccettata, metafora del binomio famiglia/carriera che molte persone si ritrovano ad affrontare prima o poi.

Mr. Peanutbutter, da sempre caratterizzato come un personaggio solare e sopra le righe, in questa stagione si ritrova invece a rivestire - anche a livello mediatico - un ruolo a tratti controverso, impersonando l'emblema della depressione (per quanto lui in realtà sia rimasto sempre lo stesso).

Ancora una volta ritroviamo così una feroce - quanto davvero spassosa - critica all'intero star system hollywoodiano, in cui per fare davvero successo bisogna dare al pubblico quello che vuole, che spesso però non coincide con il concetto di qualità.
Questa stagione non risparmia neanche una critica al mondo dei social, come nel già citato caso di Mr. Peanutbutter (che senza volerlo diventa un meme legato alla depressione) o della sua compagna, che non smette mai, neanche per un secondo, di fare numerose live per riprendersi costantemente durante tutto il giorno, scollandosi sempre di più dalla realtà.
Grande attenzione è stata posta anche nella caratterizzazione di Diane Nguyen, che si ritrova a fare i conti con le storture del capitalismo sfrenato e Todd Chavez, alla costante ricerca di un lavoro e "costretto" dalla super impegnata Princess Carolyn a fare da babysitter a sua figlia.

BoJack Horseman - Stagione 6 I primi otto episodi della stagione conclusiva di BoJack Horseman confermano quanto di buono visto in passato, puntando non tanto sull'innovazione quanto nel focalizzarsi il più possibile sugli elementi caratteristici della serie. Seppur alcuni fan potranno avere una sensazione di déjà vu su determinate scene e tematiche, questo primo blocco di episodi risulta avvincente e in linea generale ben confezionato. Ora non rimane che attendere gennaio per scoprire se BoJack Horseman, il migliore amico (di qualcun altro) che tutti vorremmo avere, riuscirà finalmente a dare un senso alla propria - non proprio semplicissima - vita.