Il complotto contro l'America: la nuova miniserie ucronica di HBO

Dopo aver visto i primi due episodi della miniserie Il Complotto contro l'America, tratta dal romanzo di Philip Roth, ecco cosa ne pensiamo.

Il complotto contro l'America: la nuova miniserie ucronica di HBO
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Dopo avervi portato tra le strade insanguinate di Londra con Gangs of London (della quale potete leggere la nostra anteprima), e nel mondo post apocalittico di Snowpiercer, con questo articolo analizzeremo i primi due episodi de Il Complotto contro l'America. Il periodo della seconda guerra mondiale è fonte d'ispirazione per film, libri e serie che, in questi anni, hanno coperto la maggior parte degli eventi e delle tematiche del tempo.

Conosciamo tutti l'esito del sanguinoso conflitto, ma cosa sarebbe successo se gli Stati Uniti fossero rimasti neutrali e anzi, avessero avuto un leader filonazista? A questa domanda tenta di rispondere questa nuova miniserie di HBO, che andrà in onda su Sky Atlantic dal 24 luglio, con una maratona che vedrà la messa in onda di tutti gli episodi, che potrete trovare anche On Demand. Dopo aver visto in anteprima i primi due capitoli di questa nuova miniserie, eccovi le nostre prime impressioni.

Un tuffo nel passato

Il Complotto contro l'America, ideata da Ed Burns e David Simon, e tratta dal libro omonimo di Philip Roth, ci porta negli Stati Uniti degli anni '40, e da subito colpiscono la cura riposta nel mettere in scena quel periodo, con scenografia e costumi di ottimo livello. La realtà che respiriamo fin dai primi minuti, è quella della vita di una famiglia ebrea di Newark, i Levin. In questi primi due episodi impariamo a conoscere i vari personaggi, ognuno caratterizzato da una personalità e ambizioni diverse, che rendono credibile quello che viene mostrato, con tematiche importanti che si fanno strada nel corso del racconto.

In questo inizio di stagione la politica assume sin dalle prime battute un ruolo chiave. Siamo infatti vicini alle nuove elezioni americane, con Roosevelt che dovrà vedersela con Lindbergh, un aviatore che anche nella realtà aveva simpatie filonaziste, e che qui si candida contrapponendo la volontà interventista di Roosevelt alla sua ricerca della pace attraverso la neutralità.

Questo lo viviamo proprio attraverso i protagonisti, con la famiglia Levin, e in particolare il capo famiglia Herman Levin (Morgan Spector), che ascolta alla radio i risultati delle elezioni, con una preoccupazione crescente che getta un'ombra oscura che avvolge inevitabilmente l'atmosfera della serie, soprattutto in vista dei prossimi episodi. Il tempo di quest'inizio di stagione è scandito dalle notizie di guerra e da quelle relative alla politica interna, con la vita privata dei protagonisti che se prima sembra slegata dagli echi di un conflitto ancora lontano, successivamente vede nel futuro una nube minacciosa.

Venti di guerra

L'attenzione verso i dettagli è importante, e, in una serie ucronica come questa, assume sicuramente un valore ancora maggiore. Il Complotto contro l'America, sotto questo aspetto, per il momento non delude, e uno dei protagonisti di questa prima parte non è una persona in carne ed ossa, ma un oggetto: la radio. Infatti sia nel corso del primo capitolo che nel successivo la radio diventa uno strumento in grado di influire pesantemente sull'atmosfera e sulla vita dei personaggi in scena.

Questo è dimostrato dai numerosi momenti nei quali alcuni membri della famiglia, con alcuni amici, si mettono a discutere di politica e sport proprio vicino alla radio, mentre ascoltano dirette e notizie. Interessante anche la comunicazione che traspare, in particolare nel secondo episodio, da parte di Lindbergh, che vista la fama da aviatore si presenta ai comizi atterrando col proprio aereo, e contrappone non lui al gigante Roosevelt, ma la pace alla guerra, riuscendo a guadagnare consensi.

Questo con l'appoggio di un'altra figura di rilievo, il rabbino capo Bengelsdorf (John Turturro), che si legherà anche ad un membro dei Levin, ovvero Evelyn, interpretata da Winona Ryder. Interessante, anche l'importanza data alla proiezione nei cinema di vari spezzoni relativi all'andamento della guerra in Europa, con la Germania che sembra inarrestabile e una tensione palpabile. Un crescendo di timori che, con le elezioni e la candidatura di Lindbergh, si amplificano, con il futuro che vede gli Stati Uniti da possibile terra della salvezza ad una mera estensione dell'ombra nazista.

Anche per quanto riguarda le riprese, i toni caldi uniti ad una particolare filigrana creano una resa visiva particolare che sembra adatta al periodo trattato, salvo poi mostrare toni più freddi con la chiusura del secondo episodio. In questa racconto fantapolitico, però, non tutto è perfetto, e se il pilot coinvolge e appassiona, l'episodio successivo non sempre riesce a mantenere il giusto equilibrio, con un ritmo che in alcuni momenti rallenta eccessivamente. Detto questo, sicuramente le basi per avere un proseguo di stagione di alto livello ci sono tutte, e per questo ci sentiamo di consigliare Il Complotto contro l'America. Certo chi cerca l'azione è bene che guardi altrove, ma per gli appassionati del genere potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa.