Turisti curiosi con Bob e Mack: arriva la nuova docu-serie su Disney+

Scopriamo insieme in anteprima le peculiarità della nuova docu-serie targata Disney Plus, Turisti curiosi con Bob e Mack.

Turisti curiosi con Bob e Mack: arriva la nuova docu-serie su Disney+
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Se fino a una decina di anni fa le piattaforme specializzate nel proporre contenuti streaming non aveano ancora raggiunto in maniera così marcata il grande pubblico, negli ultimi anni c'è stata una vera e propria esplosione di queste realtà, con Netflix a tirare le fila di una vera e propria rivoluzione digitale. Da questo punto di vista, la Walt Disney Company, una delle compagnie più influenti in assoluto nell'ambito dell'intrattenimento, non è rimasta certo a guardare, immettendo sul mercato la propria personale piattaforma: Disney+.

Da subito l'azienda ha deciso di proporre al pubblico un'ampia gamma di contenuti, spaziando tanto dai Classici Disney a serie di successo come The Mandalorian, senza comunque chiudere le porte anche a produzioni documentaristiche. In vista quindi dell'imminente uscita della docu-serie Turisti curiosi con Bob e Mack, in arrivo sul portale il 24 luglio, siamo pronti a parlarvi in anteprima dell'opera dopo averne visionato due episodi.

L'importanza della prospettiva

La serie ci porta a fare la conoscenza del corrispondente di ABC News Bob Woodruff che, accompagnato dal suo figlio ventottenne, ha deciso di esplorare alcune tra le zone più belle del mondo.
Lo show targato National Geographic si sforza però di inserire una marcia in più all'interno del contesto documentaristico, optando per presentarci alcune specifiche aree del globo (considerate dei veri e propri paradisi naturali) spesso però dotate di due facce contrapposte, tra cui quella legata alla criminalità. Lo scopo del serial è infatti anche quello di valorizzare territori saliti alla ribalta delle cronache per la loro pericolosità, provando così a presentare al pubblico determinate aree, come ad esempio quelle della Colombia, in un'ottica lontana il più possibile da pregiudizi e stereotipi.

La docuserie presenta una struttura narrativa tutto sommato standard, propensa nel mostrarci i protagonisti del viaggio osservare le numerose meraviglie che gli si parano davanti, sia per quanto riguarda il mondo naturale che animale.

Da un punto di vista del ritmo, stando alle prime due puntate, l'opera riesce a difendersi molto bene: lo spettatore riesce ad apprendere tanto la storia del luogo che le particolari abitudini degli animali che lo popolano. Grande importanza è stata data comunque anche all'interazione tra i protagonisti e gli abitanti di ogni meta.

Un legame profondo

Se quindi è vero che il documentario si pone, almeno a livello di messa in scena, in maniera standard rispetto a numerosi prodotti analoghi, la vera particolarità della serie risiede nel rapporto padre-figlio insito fin dall'inizio all'interno del progetto.

Il protagonista, un ex corrispondente di guerra rimasto gravemente danneggiato da un ordigno mentre si trovava in Iraq, pur riuscendo a trovare la forza di risollevarsi, ha sempre temuto che quell'evento avrebbe potuto condizionare in maniera indelebile i propri figli.
L'aver passato un'intera vita nell'esplorare le zone più a rischio del pianeta, venendo di fatto a contatto con i numerosi orrori generati dai conflitti armati, ha portato lo stesso Bob a non farsi condizionare (e per certi versi incatenare) dalle sue stesse paure, scegliendo quindi di partire per un lungo viaggio attraverso luoghi come la Colombia, la Papua Nuova Guinea, l'Etiopia, il Pakistan, il Libano e l'Ucraina.

È quindi importante segnalare al pubblico come la nuova serie Disney+ provi a distanziarsi dal mostrare semplicemente scenari mozzafiato intervallate a riprese di animali che, ad esempio, vanno a caccia o compiono qualsiasi altro tipo di azione. Il nocciolo dell'intero progetto è infatti quello di mostrare il rapporto padre-figlio e di come esso sia capace di mutare (e in alcuni casi di solidificarsi) in base agli eventi.

Ogni itinerario che i due protagonisti seguono diventa così un'ottima occasione di confronto, sia che si tratti di osservare enormi quanto antichissimi alberi, sia che si tratti di assaggiare una particolare pietanza del posto (come ad esempio una larva viva). Per quanto l'intero incedere della narrazione sia ammantata da un'impostazione solare a tratti scanzonata, gli autori hanno comunque cercato di fornire alle numerose sequenze filmate anche una notevole componente emozionale.

Ed è così che il difficile lavoro del padre del padre (sofferto anche dal figlio in giovane età come da lui stesso dichiarato per via della lontananza tra i due) trova così il modo di assumere una nuova valenza, mostrandoci due persone ora finalmente unite in un viaggio alla scoperta di tutte le meraviglie che il mondo naturale può loro offrire.

La docu-serie assume così la valenza di un profondo viaggio interiore alla scoperta di noi stessi e di tutto ciò che ci circonda, fornendoci tutti gli strumenti necessari per combattere con forza contro ogni forma di pregiudizio, intolleranza o luogo comunque, usando la bellezza incontaminata del nostro pianeta come vero trait d'union del viaggio introspettivo intrapreso da un padre e suo figlio per riavvicinarsi reciprocamente.