American Crime Story Impeachment: il Sexgate secondo Ryan Murphy

Ryan Murphy torna con la sua serie più ambiziosa, raccontando lo scandalo SexGate e gli ultimi anni della presidenza Clinton.

American Crime Story Impeachment: il Sexgate secondo Ryan Murphy
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American Crime Story: Impeachment, il nuovo capitolo della saga antologica creata da Ryan Murphy debutterà il 19 ottobre su Fox . Le Crime Stories sono a tutti gli effetti le opere più ambiziose del celebre showrunner di American Horror Story (e del deludente spin-off descritto nella nostra recensione di American Horror Stories), che con queste antologie intende approfondire quei frangenti della cronaca americana che hanno avuto risonanza sull'opinione pubblica. A cominciare da Il caso O.J. Simpson, questa produzione ha raccolto più consensi anche da parte della critica e, proprio in virtù della sua sensazionale prima iterazione, ha creato attorno a sé immense aspettative.

Se la seconda stagione dello show non era riuscita a soddisfare in toto le attese (come raccontato nella nostra recensione di American Crime Story 2) con questo terzo ciclo di episodi Murphy spera di poter alzare ulteriormente l'asticella rivivendo lo scandalo Sexgate, il caso giudiziario che fece implodere la Casa Bianca e portò al collasso i democratici con la fine della presidenza Clinton. Affrontare un argomento così delicato con un'impronta così marcata è compito tutt'altro che semplice, ma nei primi due episodi che abbiamo avuto modo di visionare sembra esserci più di un motivo per godersi la serie con curiosità e interesse.

Anni'90, dalla Casa Bianca al tribunale

Lo show si pone immediatamente su un duplice binario, presentando da una parte il contesto storico della seconda metà degli anni '90 e dall'altra i principali personaggi coinvolti nello scandalo. Al centro dell'affaire si trovano l'allora Presidente Bill Clinton (Clive Owen), la stagista Monica Lewinsky (Beanie Feldstein) e l'agente Linda Tripp (Sarah Poulson), con la giornalista Paula Jones (Annaleigh Ashford) sullo sfondo.

Concedendo allo spettatore uno sguardo su più frangenti sparsi nel corso di quegli anni intensi, Impeachment mostra sin da subito l'importanza del volto che ha scatenato il processo: la Tripp viene infatti presentata nelle fasi risolutive dello scandalo, per poi tornare indietro nel tempo per mostrare il suo percorso, dal lavoro alla Casa Bianca durante la Presidenza Bush al trasferimento al Pentagono, fino all'incontro con la giovane Lewinsky.

Il caso volle che proprio la ragazza fosse stata a sua volta trasferita al Pentagono nel '96, e che avesse rivelato proprio alla Tripp il coinvolgimento in una relazione con qualcuno di "molto importante". Quel qualcuno si rivelerà essere il Presidente Clinton, già allora impegnato ad evitare delle scomode accuse di molestie sessuali da parte di Paula Jones, risalenti agli anni da governatore dell'Arkansas.

Con una prospettiva che intende mettere sotto una nuova luce la figura di Monica Lewinsky, come punto di congiunzione tra l'analisi della cronaca e il vilipendio dei mass media, Murphy e soci poggiano le fondamenta del loro racconto su una moltitudine di intrighi, intrecci e sviluppi degni di una grande fiction.

Prospettive e realtà

Non deve sorprendere, infatti, che la serie abbia voluto coniugare le esigenze di realismo e la prospettiva (leggermente romanzata) di uno specifico punto di vista. Murphy ha preso come riferimento il libro di Jeffrey Toobin "A Vast Conspiracy: The Real Story of the Sex Scandal That Nearly Brought Down a President", coinvolgendo allo stesso tempo la vera Monica Lewinsky come co-produttrice.

La donna ha avuto un ruolo importante in fase di stesura e ha lavorato a stretto contatto con Beanie Feldstein affinché la interpretasse al meglio. Per quanto concerne questa prima introduzione allo show, va detto che il tutto sembra al momento più espositivo che critico. Questo sarà certamente uno degli elementi da tenere d'occhio, cercando di interpretare le intenzioni di Sarah Burgess e Daniel Pearle in fase sceneggiatura. Come spesso capita nelle opere di Murphy, anche questa stagione di American Crime Story unisce la cruda realtà dei fatti a componenti di fiction che possano rendere forti e dinamici gli eventi. I contorti giochi di potere intorno alla figura del Presidente hanno permesso alla serie di creare un intreccio coinvolgente, ma anche di rappresentare per la prima volta situazioni al limite dell'assurdo che in realtà sono realmente accadute lontano dalle telecamere: tra licenziamenti, ricatti e interrogatori, ogni mezzo è stato sfruttato ad arte per ottenere il silenzio delle donne coinvolte nelle vicende.

Il delicato equilibrio fra dettagli e contenuti

Il primo impatto con gli episodi iniziali evidenzia quasi immediatamente una grandissima cura per l'estetica. Uno stile tipico delle produzioni di Murphy, che con una regia sistemica e a tratti fredda mantiene alta la concentrazione dello spettatore: alla cura maniacale per i dettagli di scena si affianca un particolare dosaggio dei contenuti che, se da una parte intende evidenziare come diversi particolari verranno approfonditi nel corso dello show, dall'altra rischia di sovraccaricare di informazioni lo spettatore.

Una sensazione fugace, però, che si disperde abbastanza in fretta fra i ritmi della narrazione. Nell'attesa di poter ammirare il climax e lo scandalo esplodere nella loro interezza, va comunque specificato che sia nei modi che nei tempi la narrativa scorre fluentemente senza particolari difficoltà. Anche il pathos comincia a farsi sentire, specialmente nel secondo episodio, dopo che il primo ha presentato gran parte degli elementi, e la crescita della tensione lascia ben sperare per il suo prosieguo. Si evidenziano alcune discrepanze sulla gestione dei contenuti e la resa d'insieme non è avvicinabile a Il caso O.J. Simpson, ma si può senza dubbio affermare che Impeachment mostri tutti i connotati di una grande produzione pronta a sorprendere con la sua storia e con il suo cast.

Un racconto sorretto dai suoi interpreti

Proprio dagli attori scelti per i vari ruoli arrivano le più grandi soddisfazioni: la Linda Tripp di Sarah Paulson è magnetica, con l'habitué di Ryan Murphy che appare quasi irriconoscibile e perfettamente nella parte, ma anche la Lewinsky di Beanie Feldstein mostra un lato umano sorprendente e sembra lasciar intravedere sprazzi di quella rivalsa che lo show intende raccontare. Per l'occasione sono stati scelti solo attori di prim'ordine, le cui interpretazioni bastano per tenere incollati allo schermo. E ciò non vale soltanto per i membri principali del cast, visto che spiccano anche un'azzeccatissima Cobie Smulders nei panni di Ann Coulter, così come Margo Martindale e Colin Hanks.

American Crime Story: Impeachment comincia letteralmente col botto, mettendo sul piatto sin da subito tutto ciò che ha da offrire. Senza mai strafare, almeno finora, lo show di Ryan Murphy si muove elegantemente fra i bandoli di una matassa ancora da sbrogliare per poter ammirare l'opera nella sua interezza. Ciò che rimane impresso negli occhi dello spettatore, oltre allo stile inconfondibile delle produzioni FX, è l'intensità della serie, che tra tematiche ed elementi narrativi carica di aspettative e interesse chi osserva.

Sperando in una gestione del ritmo più elastica e nella giusta resa dei colpi di scena che seguiranno, Impeachment mostra forse definitivamente la maggior congenialità di Murphy al court drama. Storie come questa, raccontate da una penna così portata ad eviscerare lo scandalo e l'assurdo, meritano certamente una visione - anche solo per godere della bravura degli interpreti.

American Crime Story - Stagione 3 American Crime Story: Impeachment segna il ritorno di Ryan Murphy al suo terreno più congeniale e, forse, il primo passo verso la consacrazione definitiva a voce delle storie americane. La terza stagione della serie antologica FX riesce a rendersi interessante sin dall'inizio grazie ad una produzione elegante e ad un cast di prim'ordine, eccezion fatta per alcune sbavature (soprattutto nella gestione degli elementi presentati). Non resta che attendere il prosieguo delle vicende per capire se lo show riuscirà a tenere alta l'asticella.