First look American Crime Story - Stagione 1

Una nuova serie antologica nata come ‘costola’ di American Horror Story, sempre prodotta da Ryan Murphy: dieci episodi per raccontare uno dei più clamorosi casi di cronaca degli Anni ’90, il processo per uxoricidio contro O.J. Simpson.

First look American Crime Story - Stagione 1
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Nella notte fra il 12 e il 13 giugno 1994, pochi minuti dopo la mezzanotte, Nicole Brown, ex moglie di O.J. Simpson, popolarissimo giocatore di football degli Anni '70, viene ritrovata uccisa a coltellate nel cortile della sua casa di Los Angeles insieme a un giovane cameriere, Ronald Goldman. Il primo e il principale sospettato di questo duplice omicidio, la cui esecuzione risaliva a poche ore prima, è proprio O.J. Simpson, molto amato dal pubblico sia per i suoi passati successi sportivi, sia per la sua partecipazione come attore alla saga comica Una pallottola spuntata. Il rocambolesco tentativo di fuga di Simpson, poco dopo il suo interrogatorio, la minaccia di suicidarsi, l'arresto e il processo a suo carico costituirono non solo uno dei più famigerati casi di cronaca dell'epoca, ma anche uno dei principali eventi mediatici dell'intero decennio: una vicenda che avrebbe alimentato per mesi l'attenzione del pubblico, e che ora viene rievocata nella prima stagione della recente novità televisiva della rete FX, American Crime Story.

Sbatti il mostro in prima pagina

Concepita (fin dal titolo) come un'ideale "serie gemella" di American Horror Story, di cui condivide sia la ‘dimora' in casa FX, sia l'impronta produttiva del poliedrico Ryan Murphy, American Crime Story in realtà, almeno a giudicare dai primi episodi, ha un approccio narrativo assai diverso rispetto a quello barocco, volutamente esasperato e sfrenatamente camp del serial già rinnovato per una sesta stagione. Ideato da Scott Alexander e Larry Karaszewski, American Crime Story rinuncia ad orpelli, vezzi stilistici ed esagerazioni narrative per una ragione ben precisa: la materia di cui tratta è già di per sé incandescente, mentre il sensazionalismo rappresenta l'inevitabile contorno rispetto al nucleo da tipico dramma processuale. E difatti la serie di Alexander e Karaszewski non manca di allargare lo sguardo, arrivando ad includere nel suo campo visivo proprio quella frenesia sensazionalistica che ha caratterizzato la parabola giudiziaria di O.J. Simpson. Perché in The People v. O.J. Simpson, sottotitolo di questa stagione inaugurale, un aspetto ineludibile è appunto la celebrità dell'imputato, idolo delle folle trasformato, a seconda dei casi (e dell'opportunità), nel mostro da sbattere in prima pagina o nell'agnello sacrificale vittima di un sistema razzista.

Il fuggitivo

Sapientemente, American Crime Story non aderisce ad un unico punto di vista, ma al contrario è sviluppato a partire da un impianto corale: pertanto la focalizzazione dello spettatore si sposta di sequenza in sequenza da una prospettiva all'altra, nell'ottica di una polifonia drammaturgica volta a restituire la complessità di una storia in cui la verità appare come un traguardo misterioso e sfuggente. In tal senso l'episodio pilota, From the Ashes of Tragedy, funziona come veicolo per introdurre la maggior parte dei personaggi e per iniziare a delineare i rispettivi schieramenti, celando invece con un'ellissi l'omicidio di Nicole Brown e Ronald Goldman (perché il tema della serie, appunto, non è l'orrore in sé, quanto l'ossessione per l'orrore e le sue conseguenze). Il secondo episodio, The Run of His Life, sempre per la regia di Ryan Murphy, assume un ritmo concitato e incalzante per mettere in scena una delle fasi più drammatiche dell'intera vicenda: la fuga di O.J. Simpson, subito dopo il mandato di arresto, a bordo di un'auto diretta verso Orange County, con uno spettacolare inseguimento ripreso in diretta televisiva in coincidenza con la finale del Campionato NBA.

I personaggi: l'accusa e la difesa

Ad impersonare O.J. Simpson, la superstar precipitata dalle stelle di una vita di privilegi all'infamia di un processo mediatico prima ancora che giudiziario, è un convincente Cuba Gooding Jr, che grazie ad American Crime Story azzecca il suo miglior ruolo da parecchi anni a questa parte. Un imbolsito John Travolta riproduce sullo schermo l'atteggiamento mellifluo e la sottile sgradevolezza dell'avvocato Robert Shapiro, spregiudicato leader del team difensivo di Simpson, di cui entrerà a far parte pure il noto Alan Dershowitz (Evan Handler), mentre l'ex star di Friends David Schwimmer si fa specchio del senso di smarrimento di Robert Kardashian, avvocato e uomo d'affari amico di O.J. e pronto a restare al suo fianco nel bel mezzo dello scandalo. Ma a dominare la scena, apportando alla serie tutta la gravitas di un procuratore determinato a svolgere il proprio dovere e a far prevalere la giustizia (o perlomeno la propria visione di essa), è Sarah Paulson nella parte di Marcia Clark, al timone dell'accusa contro O.J. Simpson. Dopo aver già mostrato uno sfaccettato talento nelle prime cinque stagioni di American Horror Story (memorabile, in particolare, la sua performance nella stagione 2, Asylum), si riconferma qui attrice di prima categoria, con un'interpretazione da cui trapelano la severità, la dedizione al lavoro e la sicurezza a volte eccessiva di questo procuratore alle prese con il caso più importante della sua carriera.

American Crime Story - Stagione 1 Capace di fondere la tensione e il senso dello spettacolo con il rigore di un racconto d’inchiesta, American Crime Story si presenta come un interessante tentativo di rinnovamento rispetto al filone della cosiddetta docu-fiction, grazie all’intelligenza nell’approccio alla narrazione, con una pluralità di personaggi e di diversi punti di vista (evitando così le trappole del manicheismo), e al valore di un cast perfettamente funzionale, in cui a distinguersi è soprattutto l’eccellente Sarah Paulson. Al netto dei primi episodi, il nuovo show della FX si attesta come una delle migliori novità dell’attuale stagione televisiva.