Baller, letteralmente quello che gioca con una palla, un giocatore professionista in poche parole. Il baller nel gergo americano è però anche colui che se la gode, che vive nello sfarzo eccessivo. Non è un caso se i due significati siano strettamente collegati. Lo sport americano è infatti il regno dello sfarzo, della coolness, il vero regno dell'entertainment, la rappresentazione più gloriosa della mondanità statunitense. Se l'esterno sembra assolutamente sregolato, figurarsi il dietro le quinte. È dove ci porta Ballers, la serie HBO che arrivata alla terza stagione si conferma una serie fedelissima allo spirito che vuole rappresentare. Cosa c'è dietro le performance sportive? Un mondo fatto di agenti, pubblicità, party, piscine, catene d'oro, enormi giocatori di football in giacca e cravatta, ma soprattutto, una montagna di soldi. È puro intrattenimento Ballers, e continua ad esserlo, con il suo swag, la sua regia da videoclip di Snoop Dog, e la vincente presenza dei veri campioni del professionismo americano. Una serie da sempre identificata come prettamente statunitense, e comprensibile solo entro i confini nazionali, per le sue logiche e i suoi riferimenti lontanissimi dalla cultura europea ed italiana, anche dal punto di vista sportivo. Cosa vera fino ad un certo punto.
Il peso sulle spalle della roccia
Parzialmente vero perché in fin dei conti non è un vero racconto sportivo, così come non entra nei cavilli tecnici di salary cap e tutto il sistema economico dello sport a stelle e strisce. Tutto questo c'è, ma è puramente un contorno. Il primo episodio della terza stagione infatti mette in chiaro da subito l'ormai evidente punto focale che è gradualmente andato affermandosi nel corso degli episodi e delle stagioni. Ballers è un one-man show, e quell'uomo si chiama Dwayne "The Rock" Johnson. Se agli esordi sembrava le intenzioni fossero quelle di una serie corale è ormai appurata la forza attrattiva di Johnson, vero e unico motore della produzione. Così come è sempre stato evidente che interpretare Spencer Strasmore gli calza a pennello. Il suo è sempre più un personaggio a tutto tondo, carismatico, con i tempi comici giusti, una incredibile coolness, ma anche una buona dose di drammaticità.
Più che alle vicissitudini delle agenzie sportive siamo interessati allo sviluppo di Spencer, adesso alle prese con una probabile infertilità che scatena tutto un ragionamento sulla volontà di diventare padre, e sulla sua probabile infertilità. Per carità, niente di eccessivamente profondo, ma fa strano constatare come in una produzione con finalità glitterose e mondane, le cose migliori ruotino intorno alle gioie e i dolori del gigante buono. Non basta il cameo dell'MVP Steph Curry a farci dimenticare che si Ballers è un'opera che intrattiene, riesce anche ad esaltare gli appassionati di sport americano e di questo mondo così figo, ma non sarebbe niente più che un Jerry Maguire più pop e meno piacevole da vedere se non fosse per quella superstar che è Dwayne Johnson, e questo inizio di stagione sembra confermarlo.
Ballers Stagione 3: impressioni sul primo episodio
Ritorna sullo schermo il mondo patinato di Spencer Strasmore nella terza stagione di Ballers, il dramedy sportivo targato HBO...
Baller, letteralmente quello che gioca con una palla, un giocatore professionista in poche parole. Il baller nel gergo americano è però anche colui che se la gode, che vive nello sfarzo eccessivo. Non è un caso se i due significati siano strettamente collegati. Lo sport americano è infatti il regno dello sfarzo, della coolness, il vero regno dell'entertainment, la rappresentazione più gloriosa della mondanità statunitense. Se l'esterno sembra assolutamente sregolato, figurarsi il dietro le quinte. È dove ci porta Ballers, la serie HBO che arrivata alla terza stagione si conferma una serie fedelissima allo spirito che vuole rappresentare. Cosa c'è dietro le performance sportive? Un mondo fatto di agenti, pubblicità, party, piscine, catene d'oro, enormi giocatori di football in giacca e cravatta, ma soprattutto, una montagna di soldi.
È puro intrattenimento Ballers, e continua ad esserlo, con il suo swag, la sua regia da videoclip di Snoop Dog, e la vincente presenza dei veri campioni del professionismo americano. Una serie da sempre identificata come prettamente statunitense, e comprensibile solo entro i confini nazionali, per le sue logiche e i suoi riferimenti lontanissimi dalla cultura europea ed italiana, anche dal punto di vista sportivo. Cosa vera fino ad un certo punto.
Il peso sulle spalle della roccia
Parzialmente vero perché in fin dei conti non è un vero racconto sportivo, così come non entra nei cavilli tecnici di salary cap e tutto il sistema economico dello sport a stelle e strisce. Tutto questo c'è, ma è puramente un contorno. Il primo episodio della terza stagione infatti mette in chiaro da subito l'ormai evidente punto focale che è gradualmente andato affermandosi nel corso degli episodi e delle stagioni. Ballers è un one-man show, e quell'uomo si chiama Dwayne "The Rock" Johnson. Se agli esordi sembrava le intenzioni fossero quelle di una serie corale è ormai appurata la forza attrattiva di Johnson, vero e unico motore della produzione. Così come è sempre stato evidente che interpretare Spencer Strasmore gli calza a pennello. Il suo è sempre più un personaggio a tutto tondo, carismatico, con i tempi comici giusti, una incredibile coolness, ma anche una buona dose di drammaticità.
Più che alle vicissitudini delle agenzie sportive siamo interessati allo sviluppo di Spencer, adesso alle prese con una probabile infertilità che scatena tutto un ragionamento sulla volontà di diventare padre, e sulla sua probabile infertilità. Per carità, niente di eccessivamente profondo, ma fa strano constatare come in una produzione con finalità glitterose e mondane, le cose migliori ruotino intorno alle gioie e i dolori del gigante buono. Non basta il cameo dell'MVP Steph Curry a farci dimenticare che si Ballers è un'opera che intrattiene, riesce anche ad esaltare gli appassionati di sport americano e di questo mondo così figo, ma non sarebbe niente più che un Jerry Maguire più pop e meno piacevole da vedere se non fosse per quella superstar che è Dwayne Johnson, e questo inizio di stagione sembra confermarlo.