Big Little Lies ha ancora qualcosa da dire

È arrivata anche in Italia la seconda stagione della (bellissima) serie ispirata al romanzo di Liane Moriarty.

Big Little Lies ha ancora qualcosa da dire
Articolo a cura di

Sono passati due anni dall'uscita di Big Little Lies, la miniserie HBO tratta dall'omonimo romanzo di Liane Moriarty. Un cast d'eccezione (con nomi del calibro di Laura Dern, Nicole Kidman e Reese Witherspoon, queste ultime anche produttrici esecutive), una sceneggiatura quasi del tutto priva di sbavature, temi attuali e un'introspezione psicologica così puntuale e precisa da essere quasi dolorosa l'hanno resa un successo mondiale, con una carrellata impressionante di premi (tra cui quattro Golden Globe e otto Emmy). A fine 2017 HBO ha deciso di rinnovare la serie per una seconda stagione nonostante la prima avesse già coperto il romanzo nella sua interezza (la stessa cosa, del resto, è successa anche a The Handmaid's Tale di Hulu). Nel cast dei nuovi episodi anche una new entry del calibro di Meryl Streep, che non è comunque bastata per scacciare lo scetticismo di chi, avendo letto il romanzo, si è chiesto se una seconda stagione fosse veramente necessaria. Dai primi episodi trasmessi martedì 18 giugno su Sky Atlantic (e disponibili su Now Tv, Sky Go e Sky on Demand) però non ci sono dubbi: sì, Big Little Lies ha ancora qualcosa da dire.

Il punto forte sono sempre i personaggi

A Monterey sono cambiate tante cose dalla morte di Perry (Alexander Skarsgaard): Madeline (Witherspoon) è diventata un'agente immobiliare di successo; Jane (Shailene Woodley) ha iniziato a lavorare all'acquario locale; Bonnie (Zoe Kravitz) si è chiusa in se stessa, mettendo un muro tra sé e il marito; Celeste affronta il lutto e viene aiutata in casa dalla suocera, Mary Louise (Meryl Streep). Altre cose invece non cambiano mai: quella di Monterey resta sempre una comunità alto-borghese di mamma sparlone che fanno le prepotenti con gli insegnanti, pretendendo di mettere becco nell'educazione scolastica dei figli e cercando a tutti i costi di mantenere le apparenze di fronte alle altre madri mentre magari il loro matrimonio è in crisi o comunque a casa le cose vanno male.
Vedere come la vita delle Monterey Five continua dopo la morte di Perry, tra problemi personali e indagini non del tutto archiviate (con una Mary Louise decisa a scoprire la verità sulla sera in cui è morto suo figlio), può forse sembrare un pretesto narrativo un po' debole, ma ci pensa la scrittura delle protagoniste a spazzare via qualunque dubbio, partendo proprio da quel pretesto per entrare di nuovo nelle case, nella vita e nella mente dei personaggi per approfondire le conseguenze di quanto successo nella prima stagione. L'empowerment e la solidarietà femminili si scontrano così con la realtà dei fatti e i drammi della vita vera, in un crescendo che dopo questi primi episodi già convince e conquista.

Andrea Arnold sostituisce David E. Kelley alla regia e lo fa con sapienza, per un comparto tecnico all'altezza della prima stagione (la fotografia toglie il fiato e la colonna sonora è, ancora una volta, di altissimo livello). E a questo si aggiungono le interpretazioni del cast (Meryl Streep è strepitosa, e quando mai), sempre puntuali e vere. Sì, le Monterey Five sono tornate; ne sentivamo la mancanza.