Cinema e televisione: Lynch e Twin Peaks, Spielberg e Taken, Tarantino e CSI, poi di nuovo Spielberg e The Pacific. Infine Martin Scorsese. Boardwalk Empire debutterà su Sky Italia il prossimo anno, ma negli States è giunto al giro di boa. 12 episodi, 10 milioni di dollari per Scorsese produttore e regista d’eccezione del primo episodio. La HBO strizza un’occhio a Scorsese e l’altro ad Al Pacino, protagonista di una fiction tv dedicata al tema dell’eutanasia che ha commosso non pochi spettatori all’anteprima italiana del Roma FictionFest. Insomma tanta tv in formato panoramico e scene da rivedere per gli amanti del piano sequenza. Boardwalk Empire è tutto questo.
Quando bere era illegale
Patria della libertà-moralizzata, gli Stati Uniti usciti vittoriosi dall Grande Guerra avviano i “ruggenti anni venti” all’insegna del cambiamento. Ma come recitava il protagonista di un vecchio romanzo:”Affinchè tutto cambi, bisogna che tutto resti come prima”. Ad incarnare questo motto ci pensa Enoch Thompson detto “Nucky” (Steve Buscemi),l’impomatato tesoriere della città. Di giorno Enoch è un fiero repubblicano dai sani valori morali, di notte stringe affari con la malavita e si occupa di rifornire Atlantic City (e non solo) di buon-illegale-vecchio bournbon. Fra un coito interrotto e l’altro, Enoch riesce a gestire i suoi affari neri, coltivando un “personalissimo” spirito di beneficienza nei confronti di una moglie (Kelly Mcdonald) maltrattata dal marito ubriacone. Ma Nucky non è un gangster e dovrà fare i conti con la crudele ambizione delle persone che lo circondano negli “affari”. Così conosciamo Jimmy (Michael Pitt), che dopo gli orrori della guerra aspira ben più che fare l’autista al mentore Enoch. Poi c’è anche Lucky Luciano e tutta la combriccola di italoamericani di Chicago che Scorsese ci ha mostrato in tempi successivi (ma cinematograficamente passati) in Mean Street, Casinò, Quei Bravi Ragazzi. Sparatorie, complotti, swing, sesso e sangue: in questo pilot non manca proprio nulla.
Il tocco alla Scorsese
Martin Scorsese , classe 1942, si cimenta con la regia televisiva e, anche se guardiamo la serie in streaming sul nostro ipod, il suo cinema trasuda in ogni pixel. Il tocco alla Scorsese è sempre vivo e (non ci stancheremo mai di dirlo) anche se estremamente riconoscibile, non risulta mai inflazionato. Il creatore della serie, Terence Winter (I Soprano) non è lontano dall’immaginario del regista italoamericano e, insieme, promettono situazioni davvero “brutte”. Questo primo episodio non mostra solo le regole del gioco, ma offre uno straordinario lavoro sui dettagli dell’immagine. Scenografie, inquadrature e dialoghi impeccabili, ognuno dei quali meriterebbe un’articolo a parte. Ci basta dire che in questo pilot nulla sembra lasciato al caso e ogni immagine,suono e movimento (partendo dalla sigla che ricorda Magritte) ci dicono qualcosa della storia che si sta svolgendo. Un esempio su tutti, il funambolico piano sequenza nella scena dell’entrata in vigore delle legge proibizionista. Nella notte in cui gli americani corrono a fare le ultime scorte di alcool legale, vediamo una gigantesca bottiglia di whiskey trasportata allegoricamente su una bara. Poi la macchina da presa plana ad altezza d’uomo e, in senso opposto, passa una carrozzina piena zeppa di bottiglie. Se avete visto Gangs of New York avrete notato lo stesso procedimento quando Scorsese riprende l’imbarco dei nuovi soldati e (senza staccare) lo “sbarco” delle casse da morto dei caduti. Se questa non è poesia, poco ci manca.
Scorsese ritorna Scorsese: ma in televisione. Steve Buscemi è il grande matador della serie, ma a differenza di Tim Roth in Lie To Me, non assorbe tutta la scena: la valorizza. Boardwalk Empire è una grande brutta storia e se avete minimamente familiarizzato col cinema di Scorsese, avrete bisogno di patatine, birra e qualche fazzoletto. Non solo per gli amanti del gangsterismo, ma soprattutto per chi ama la qualità: assolutamente da seguire.