A Casa Tutti Bene: il film di Gabriele Muccino diventa una serie TV Sky

Gabriele Muccino ama talmente tanto i suoi personaggi e le sue storie da aver ideato per Sky la serie A Casa Tutti Bene ispirata al suo film omonimo.

A Casa Tutti Bene: il film di Gabriele Muccino diventa una serie TV Sky
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Il successo, soprattutto al botteghino, del film A Casa Tutti Bene è cosa nota (e per rinfrescarvi la memoria ecco la nostra recensione di A Casa Tutti Bene). È innegabile che il motivo per cui se ne è a conoscenza è la polemica che ha mosso il suo autore Gabriele Muccino e la crociata che lo anima ormai da tempo, incentrata sul contrasto tra la critica specializzata e il suo cinema dalla valenza fortemente popolare. Popolare in un'accezione per nulla negativa, ma precisazione necessaria per comprendere la discrepanza che spesso si crea tra professionisti e pubblico, che guardano con occhio totalmente differente una medesima opera, accendendo il fuoco iracondo dello sceneggiatore e regista tanto apprezzato dagli spettatori eppure spesso affossato dalla critica.

In verità la visione che si ha delle opere di Muccino può essere perfettamente ambivalente e può contenere entrambe le sue due componenti, quella d'attrazione per il pubblico e di diffidenza da parte dei critici, le quali vanno ripetendosi in ugual modo anche nella nuova operazione dell'autore che si declina in ottica seriale. La risonanza al box office e l'accoglienza di A Casa Tutti Bene, nonché un certo amore che Gabriele Muccino ha sentito per quei personaggi e soprattutto per la possibilità di mettere insieme tanti tipi di nevrosi, hanno portato il regista a rivisitare la sua storia cinematografica, prendendola come ispirazione per l'evoluzione e lo sviluppo di un progetto che approdasse nei dintorni della tv.

Assonanze e contrasti tra film e serie tv

A Casa Tutti Bene diventa prodotto seriale da ospitare tra gli originali di Sky (spulciate qui il catalogo Sky e NOW di dicembre 2021), permettendo all'autore di ripetere uno schema narrativo già codificato, stravolto questa volta da dinamiche simili che vanno però a delineare tutta un'altra storia.

E se cambia il cast, i ruoli ideali dei racconti mucciniani rimangono sostanzialmente invariati. In entrambe le visioni c'è infatti un patriarca, una madre che fa da spalla, tre figli ognuno diverso dall'altro e delle insofferenze alimentate nel corso degli anni tra inasprimenti e rivalità. Se però il film da cui la serie Sky prende l'elisir si focalizzava maggiormente sui rapporti tra le persone, sui disagi di dover confrontarsi con segreti e infelicità di famiglia, se i turbamenti erano più o meno tutti causati dai modi di fare dei personaggi, in questa inedita versione è un elemento di intrigo che va aggiungendosi alla trama. Un apparente delitto che rende già la prima puntata un crocevia di domande che si portano dietro un rivolo di sangue, aggiunto per arricchire una nota crime al prodotto, ma anche per creare un ulteriore distaccamento tra lungometraggio e show, dove rimangono però sempre le emozioni dei protagonisti a primeggiare sullo schermo.

L'eterna lotta tra critica e pubblico

E esattamente come fu per il film, anche con la serie Gabriele Muccino potrebbe suscitate i medesimi sentimenti contrastanti che hanno diviso tanto un occhio critico da un altro forse più permissivo e sicuramente più sentimentale.

Anche nella sua variante seriale A Casa Tutti Bene presenta quell'eccesso emotivo che in Muccino si traduce non solamente nella sovrabbondanza delle espressioni, delle trepidazioni vissute dai personaggi, ma anche in un'esagerazione di scrittura che determina il suo tratto e che accarezza moltissimo il gusto del pubblico generalista. Un'irruenza dell'intensità che si manifesta ogni volta strabordante nelle opere del cineasta romano e che non si risparmia nemmeno in questa sua forma televisiva, circoscrivendola addirittura nel tempo limitato delle prime puntate, rendendo quella concentrazione ancora più ristretta e, perciò, pronta a scoppiare da un istante all'altro. Ad aggiungersi poi è proprio quell'elemento dai risvolti turbolenti che vogliono A Casa Tutti Bene portatore di misteri che vanno a stuzzicare maggiormente uno spettatore già disposto ad accettare la melodrammaticità di Muccino, anche questa estremizzata per rientrare nelle scelte stilistiche del regista, la cui libertà nella messinscena tragica prende il sopravvento.

Proprio come il film, che per la risonanza ricevuta - e per le continue proteste del cineasta - si è meritato un riconoscimento quale il Biglietto d'Oro stabilito dai David Di Donatello (qui trovate un Muccino furioso contro i David), la serie ha il sentimentalismo giusto per prendere lo spettatore, ma insieme indispettire chi non può soffrire la drammaticità dei melò più pronunciati.

Il livore di una telenovela italiana che conosce se stessa e a cui chiunque ci si approcci deve avere l'onestà intellettuale per poterne comprendere il linguaggio e il pubblico di riferimento. Un'operazione imperfetta come molta produzioni del regista, ma che conquista sempre perché sa parlare direttamente ai suoi affezionati. È bene quindi essere pronti e sicuri di voler entrare nelle idiosincrasie della famiglia Ristuccia, altrimenti sarebbe inutile anche solo provarci.

A casa tutti bene - la serie Gabriele Muccino prende la sua opera cinematografica A casa tutti bene e la rende una serie tv. La trama è diversa, ma i modelli e le narrazioni rimangono mucciniani al cento per cento. Come nel film, anche il prodotto di Sky vede una famiglia al centro della storia, con l'aggiunta di un intrigo macchiato dal sangue. È certo che A casa tutti bene, con queste prime puntate, afferma il fare melodrammatico delle operazioni dell'autore. Uno stile che solitamente allontana la critica e avvicina il pubblico, cosa che potrebbe accadere anche questa volta con la sua prima serie tv.