Cip e Ciop al Parco: prime impressioni sulla serie Disney+

I chipmunk di Disney tornano a farci visita sul piccolo schermo dopo averci conquistato con la loro prima serie "Agenti Speciali"

Cip e Ciop al Parco: prime impressioni sulla serie Disney+
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Cip e Ciop (in originale Chip'n'Dale) hanno vissuto nella loro longeva vita un'importante crescita dal punto di vista dell'importanza nell'universo Disney. Nati come elemento di disturbo dapprima di Pluto e successivamente di Paperino, non hanno mai avuto una caratterizzazione che li portasse a essere, nell'ecosistema narrativo dei cortometraggi Disney, dei papabili standalone.

Se il connubio con Pluto, negli anni Quaranta, durò relativamente poco, fu con Paperino che i due scoiattoli striati riuscirono a trovare grande soddisfazione: l'irascibilità del papero più famoso al mondo permetteva a Cip e Ciop di scatenarsi per infastidirlo e farlo esplodere di rabbia, una missione alla quale dovranno rispondere 'presente' anche stavolta.

La fortunata storia dei chipmunk

Le apparizioni totali del duo sono esattamente 23, un numero molto esiguo, che non ha mai avanzato nessun tipo di pretesa per la notorietà di Cip e Ciop, con l'ultima loro incursione che risale al 1956: appena tredici anni di vita dall'esordio con Pluto. Poi nel 1989, negli anni d'oro delle produzioni televisive della Walt Disney Television Animation,

John Kimball e Bob Zamboni pensarono di poter dare a Cip e Ciop un'identità completamente diversa, votata non più al disastro e alla distruzione, ma alla risoluzione. Fu così che, in 65 episodi andati in onda su Rai 1, in Italia, dal 1991 al 1992, nacque la fortunata serie Cip & Ciop agenti speciali, affiancati da Monterey Jack, Scheggia e Zipper: una squadra di detective pronta a fronteggiare il crimine gestito da Gattolardo. Imitando Indiana Jones e Magnum P.I., i due chipmunk vennero personalizzati anche nella voce, permettendoci di comprendere quella differenza che gli autori hanno sempre provato a inculcarci: Cip disordinato e sfaccendato, Ciop profondo e programmatore. Della serie venne prodotto anche un videogioco per Game Boy e per NES da parte di Capcom, al quale fece seguito nel 1993 un secondo capitolo.

Nonostante il grande desiderio di poter avere un remake di Rescue Rangers, così come avvenuto con l'operazione più che mai di successo che ha visto protagonista DuckTales, Disney ha voluto adesso provare un lavoro di adattamento ai tempi moderni di Cip e Ciop, riprendendo, però, lo stile narrativo degli anni Quaranta. Chip'n'Dake: Park Life arriverà nella giornata odierna, ultima tra le uscite Disney+ di luglio, e noi abbiamo avuto modo di vedere i primi due episodi dei 39 che saranno disponibili sin da subito: ogni puntata, tra l'altro, contiene una storia della durata di sette minuti, portando così l'episodio a una durata di poco più di venti per raccontare tre segmenti differenti e scollegati tra loro.

Sconfitto Gattolardo si torna al passato

La serie, come dicevamo, ha l'intenzione di recuperare il passato di Cip e Ciop, quindi la prima operazione svolta è stata quella di silenziare le loro voci. Trovandoci dinanzi a un genere slapstick, nonché di forte commedia, entrambi gli scoiattoli si esprimono a versi e a gesti, capendosi tra di loro e aiutandoci a comprendere cosa vogliono trasmettere allo spettatore. A prestare la propria voce per queste espressioni sonore sono Matthew Geczy e Kaycie Chase, attori americani residenti in Francia: l'intera produzione, infatti, è affidata agli studi di Parigi, che in quel periodo d'oro dell'animazione televisiva avevano firmato In Viaggio con Pippo e Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta. Gli unici doppiatori con i quali Disney ha voluto dare continuità sono Bill Farmer, storica voce di Pippo e di Pluto, e Sylvain Caruso, che è la voce ufficiale in Francia di Paperino.

Passando agli episodi che abbiamo potuto visionare, è chiaro che ci troviamo dinanzi a un ritorno alle origini: Cip e Ciop vivono cibandosi di ghiande e il recuperarle è l'unico scopo di vita. I due scoiattoli sono migliori amici, si spalleggiano in ogni operazione e si difendono quando necessario: l'uno si lancerebbe nelle fiamme per l'altro. Rievocare questo concetto, esasperandolo ancora di più in alcuni episodi in cui Ciop si fa in quattro per poter recuperare l'amico, si sposa quello storytelling moderno che vuole essere pedagogico soprattutto nei confronti dei più giovani spettatori. Allo stesso modo il genere slapstick trova compimento in alcune iperbole dell'atteggiamento di Pluto, che nel primo episodio, molto citazionista nei confronti degli esordi dei chipmunk negli anni Quaranta, è molto più aggressivo di quanto l'abbiamo potuto conoscere al fianco di Topolino.

Il parco dei giganti

A fare da scenario alle vicende c'è un parco all'interno del quale si consumano le peggiori tragedie: bambini che piangono, adulti che giocano al minigolf, cuccioli di cane che anelano del cibo recuperato dalle querce. In ognuna di queste vicende, Cip e Ciop si ritroveranno a intervenire, loro malgrado, per il bene ultimo delle ghiande da portare nel proprio albero, raramente preso d'assalto.

La loro si trasforma in una rincorsa alla cupidigia, al desiderio sfrenato di non essere mai sazi, pur dovendosi confrontare con la triste realtà di aver rubato il cibo a qualcun altro: ogni episodio, infatti, si lascia accompagnare da una sorta di redenzione da parte dei due scoiattoli, che si ritrovano a ragionare su quanto fatto nei primi minuti e a correggere il tiro. Il tutto condensato in sette minuti, così da poter offrire anche una visione mordi e fuggi agli spettatori, che - come già detto - si ritrovano in quelli più giovani. Se tutto ha compiuto un passo indietro per rievocare il carattere e la forza dei due scoiattoli di un tempo, l'animazione e la scelta grafica è andata in una direzione completamente opposta. Da Pluto a Butch, altro personaggio ricorrente nei cortometraggi degli anni Quaranta, compreso anche Paperino, c'è stato un restyling importante, che ha già portato qualche critica da parte dei principali detrattori.

L'animazione è totalmente in 2D
, ovviamente ricreata a computer, ma con l'intenzione di emulare il più possibile il disegno a mano: questo approccio ha permesso di disegnare tutti i personaggi con uno stile molto espressivo, a partire dagli occhi, che riescono a essere espressivi e a trasmettere dei sentimenti anche senza dover necessariamente parlare. Una scelta logica, dato che il 2D ha spesso permesso, rispetto al 3D, di avere una maggiore libertà di movimento.

Da quanto abbiamo potuto vedere, la volontà di raccontare qualcosa in maniera molto rapida e divertente c'è: la resa grafica è interessante, ma potrebbe non piacere a tutti, come è normale che sia. Cip e Ciop potrebbero, però, così facendo aprirsi a un pubblico molto più giovane e rivivere la fortuna degli anni Novanta, quando conquistarono tutti per la loro caparbietà nella lotta al crimine. In quegli anni fummo tartassati da produzioni crossmediali che ci portarono ad avere libri e album da colorare su Cip e Ciop, che recuperarono in un lampo tutto il successo non raccolto dagli anni Quaranta in poi. Chissà che adesso non possano tornare ad avere il loro spazio grazie a Disney+.