Emergence, prime impressioni sulla serie Disney in onda su Fox

Arriva su Fox una nuova serie sci-fi, incentrata su uno strano ritrovamento dopo un incidente aereo: al centro del mistero c'è una strana bambina.

Emergence, prime impressioni sulla serie Disney in onda su Fox
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Già in onda dal 24 settembre scorso negli Stati Uniti sul canale della ABC, Emergence è arrivata anche in Italia sul canale Fox di Sky, con i primi due episodi trasmessi il 6 gennaio, in fascia serale. Con un appuntamento settimanale che ci mostrerà due episodi per volta fino al 20 gennaio, per poi cedere il passo a un episodio per volta, la serie racconterà le vicende legate alla misteriosa apparizione di una bambina durante un disastro aereo e un blackout cittadino a Long Island.

In America lo show è (ad oggi) al decimo episodio, quindi si avvicina già alla conclusione, che invece in Italia dovrebbe arrivare nel corso della prima settimana di marzo. Per accompagnarvi, quindi, verso l'epilogo e scoprire cosa ci racconterà Emergence, vi parliamo dei primi due episodi.

Tra Undici e aerei

Allison Tolman riprende il suo ruolo di poliziotto austero, ma con il cuore sempre pronto a prevalere sulle sue decisioni: l'avevamo già vista in Fargo, nel 2014, in questo ruolo, e dopo la parentesi in Good Girl, che non le aveva dato moltissimo spazio. Ora si ritrova nuovamente al centro di un mistero, però con risvolti sci-fi che sei anni fa Fargo non le aveva dato. Nella serie scritta da Michele Fazekas e Tara Butters, il mistero ruota attorno al ritrovamento, da parte della Tolman, che interpreta il personaggio di Jo, una strana bambina (Alexa Swinton).

La ragazza, che inizialmente sembra una normale smemorata reduce da un disastro aereo, nasconde moltissimi segreti e misteri, tanto da spingere Jo ad accoglierla in casa propria e scoprire cosa si cela dietro il suo improvviso e inatteso ritrovamento sulle spiagge di Long Island. Sebbene nelle prime due puntate, trasmesse il 6 gennaio sul canale Fox, non si sia dato molto spazio a elementi concreti e gli autori si siano concentrati per lo più sul creare il mistero e la suspense che accosta Piper - il nome dato alla ragazzina dalla figlia di Jo - a Undici di Stranger Things, è chiaro che il risvolto sci-fi non tarderà ad arrivare, mostrandoci qualcosa di prettamente legato alla tecnologia o comunque a laboratori nascosti manovrati da miliardari pronti a creare delle nuove forme di vita.

A metà tra due generi

Il mystery drama messo in piedi da Fazekas e Butters parte proprio dalla necessità di mettere in scena una commistione di generi: se da un lato c'è il forte mistero sci-fi, dall'altro lato la narrazione deve affrontare le problematiche legate all'ambiente familiare. Allison Tolman ha quasi perso la sua austerità di poliziotta carrierista e pronta a concentrarsi esclusivamente sul proprio lavoro: stavolta a prevalere è la famiglia, quindi una figlia da dividere con l'ex marito, che già nel pilot si presenta infastidito dal fatto che l'affidamento congiunto non stia dando i propri frutti, e un padre che affronta una malattia all'inizio non ben specificata.

È indubbio che questo aspetto prenderà rapidamente il sopravvento, spingendo Emergence più verso il dramma familiare che quello investigativo: Jo dovrà imparare a gestire una nuova figlia, Piper, come se ne fosse a tutti gli effetti la madre, difendendola anche da impostori che cercheranno gradualmente di riscattarne la paternità, così da portare con loro la bambina.

In questo aspetto il mistero assume quasi dei toni surreali, ingiustificati, con da un lato Jo pronta a difendere la ragazzina a prescindere, nonostante l'abbia incontrata pochi minuti prima, facendo sicuramente prevalere l'istinto materno, e dall'altro lato diverse organizzazioni che in maniera arrogante e pronte anche all'irruzione in ospedale cercano di rapire la bambina.

Il dover necessariamente seminare, sin dai primi minuti, l'importanza che Piper ha per gli agenti esterni è una forzatura che alza eccessivamente i toni della sceneggiatura, quasi a sposare la necessità di dover offrire una spiegazione allo spettatore per ogni evento che si palesa dinanzi alla telecamera. Il soprannaturale, d'altra parte, si presenta immediatamente, sin dal blackout che caratterizza la casa di Jo, passando poi a degli strani eventi che vedono coinvolta Piper.

Una recidiva più seriosa

Fazekas e Butters non sono nuovi a lavori del genere: già un paio di anni fa, sempre sulla ABC, si erano presentati con Kevin Probably Saves the World, un altro mystery drama che strizzava l'occhio al soprannaturale, stavolta però condito con degli elementi comici che rendevano molto meno surreale la vicenda, corredata da un protagonista che era anche improbabile per la missione e per la condizione nella quale si trovava.

La base di Emergence è diversa: siamo dinanzi a una serie che vuole prendersi sul serio, che vuole scimmiottare il mistero di Stranger Things mettendoci dinanzi a una bambina che nasconde misteri inaspettati e che scopriremo soltanto nel corso delle tredici puntate. Alexa Swinton, che interpreta Piper, però merita una menzione speciale: la bambina di per sé inizialmente sembra avulsa da tutto ciò che le capita intorno, mostra una patina di disorientamento nell'entrare in casa di Jo e condividere con la figlia, Mia, il salotto e anche il tempo libero. Eppure questi aspetti non fanno altro che sottolineare la sua bravura nel recitare, anche nella serie stessa: Piper, d'altronde, nel cliffhanger che chiude la prima puntata, dimostra di avere consapevolezza della propria natura, della propria condizione, pur provando un sentimento importante per Jo, della quale si fida e con la quale decide di voler attendere l'evolversi delle vicende.

Ben poco caratterizzati, almeno fino a ora, i personaggi secondari, a partire da Benny Gallagher, qui interpretato da Owain Yeoman, un giornalista che lavora per Reuters e che sta indagando sul misterioso atterraggio di fortuna dell'aereo che avrebbe dovuto causare la caduta di Piper sulla spiaggia. Da segnalare, nel cast, la presenza di Donald Faison, il noto Chris Turk di Scrubs, che qui si lancia in una nuova inaspettata avventura che lo spinge a non dover ridere di nulla, ma solo a cercare di svelare il mistero che si nasconde dietro Piper e quello che sta coinvolgendo Jo, di cui è ex marito.

Una serie che parla a molti

È positiva però la scelta di affrontare la serie in maniera trasversale, con una narrazione che può accontentare diversi target: non c'è eccessiva enfasi nel rimarcare gli aspetti drammatici, quindi non si scende eccessivamente nel dramma morboso, soprattutto là dove è necessario contestualizzare il passato di Jo, dando maggior profondità al personaggio e giustificando, di conseguenza, il suo attaccamento al ritrovamento di Piper.

Allo stesso tempo il bilanciamento tra lo sci-fi e il mystery drama permette di ammiccare facilmente verso diverse platee, senza scontentare nessuno: sicuramente è un segno di poco coraggio da parte del tandem Fazekas-Butters, ma dall'altro lato può essere una scelta stilistica da non sottovalutare.

C'è tanto citazionismo in Emergence, oltre al già citato Stranger Things: la tematica dell'aereo precipitato, il ritrovamento improvviso di una persona che fa fatica a ricordare il proprio passato, sono temi che potrebbero essere facilmente accostati a Lost, altra serie prodotta da ABC. Tra misteri e riferimenti a serie di grande successo, insomma, Emergence nei primi due episodi ha bisogno di trovare la propria identità, così da scongiurare il rischio di risultare una serie che potrebbe ma non vuole, rischiando di non emergere per niente nel mare magnum delle serie televisive proposte in questo inizio di 2020.