Fate The Winx Saga prime impressioni: il live action arriva su Netflix

Tratto dalla serie animata tutta italiana, è in arrivo su Netflix il live action di Winx Club, ma con delle componenti teen e dark molto più spiccate!

Fate The Winx Saga prime impressioni: il live action arriva su Netflix
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Nel cinema e nelle serie tv le versioni live action di prodotti animati stanno ormai spopolando. Dopo la Disney - che sta adattando alla modernità i classici film di animazione - anche Netflix ha dimostrato interesse per questa fortunata pratica. Esperimenti in questa direzione erano già stati compiuti con una buona accoglienza, come dimostra la nostra recensione di Sweet Home), show tratto da un webtoon. La nota piattaforma streaming ha annunciato di voler produrre un live action della serie di animazione italiana Winx Club.

Un tentativo ambizioso il cui trailer, uscito il 10 dicembre 2020, aveva già suscitato non poche polemiche. Abbiamo così visto i primi episodi in anteprima ed ecco le nostre prime impressioni sulla serie italo-britannica di Fate - The Winx Saga! Se siete curiosi di conoscere le altre proposte della piattaforma non perdetevi inoltre le uscite Netflix di gennaio!

Un problema di rappresentazione?

Fin dalle sue prime anticipazioni il live action di Winx ha provocato reazioni contrastanti tra i fan e tra coloro che sono cresciuti con il cartone animato creato nel 2004 da Iginio Straffi. Da un lato la curiosità di assistere alla rivisitazione di un titolo che ha spopolato tra i più giovani, dall'altro il timore di vedere tale prodotto snaturato. A far ben sperare era il ritorno di Straffi nel ruolo di creatore della serie (assieme allo showrunner di The Vampire Diaries Brian Young), presenza che tuttavia non ha impedito la nascita di numerose polemiche all'uscita del teaser trailer. Le evidenti discrepanze tra live action e cartoon - tanto nel tono dell'opera, quanto nella scelta del cast - hanno fatto infatti storcere il naso a molti, appassionati e non. Come avvenuto per gli adattamenti di Riverdale e Le terrificanti avventure di Sabrina - qui la nostra recensione di Sabrina 4 - Fate - The Winx Saga sembra voler abbandonare il mood colorato e fiabesco del cartone, per accogliere un tono più cupo e maturo. Non solo le cinque protagoniste devono imparare a padroneggiare i loro poteri magici alla scuola di Alfea, ma si trovano anche a fare i conti con paure, insicurezze e temibili mostri che minacciano l'Oltre Mondo.

Da qui la deriva rispetto al cartone, tendenzialmente colorato, divertente e fiabesco; ma, nonostante tutto, una manovra di riadattamento in chiave più spiccatamente dark potrebbe essere interessante per inserire le protagoniste in un contesto più realistico e moderno, caratterizzato da dinamiche soprannaturali, ma al tempo stesso anche profondamente umane. Tutto questo non deve tuttavia sacrificare tutte quelle componenti che hanno reso riconoscibile e apprezzata l'opera originale, come la presenza costante della magia e l'importanza dei sentimenti di amicizia nel gruppo fondato dalla protagonista.

Le più evidenti criticità si trovano però altrove, ossia nella già aspramente criticata selezione del cast. Di fronte alla mossa inclusiva compiuta da un cartone animato di diciassette anni fa - che basa il Winx Club sull'aggregazione di protagoniste di diversa etnia - il live action sembra quasi compiere un passo indietro, scritturando due attrici occidentali e caucasiche per interpretare Musa (Elisha Applebaum) e Flora (Eliot Salt), la prima asiatica e la seconda ispanica o latino-americana nel cartoon.

Flora inoltre ha qui assunto il nome di Terra, forse per giustificare le grandi differenze con il personaggio originario (alludendo dunque a lei come ad un nuovo membro del gruppo). Bersaglio delle polemiche è anche la mancanza di un personaggio fondamentale, ossia Tecna, fata abile con tutto ciò che riguarda la tecnologia.

Lungi dal voler cadere nel politically correct e preferendo piuttosto una discussione costruttiva sull'argomento, andrebbe compreso il motivo di queste scelte, che rischiano in questo modo di svilire il percorso ben avviato di Winx Club sulla strada dell'inclusività e della rappresentazione di personaggi etnicamente e culturalmente variegati. Da un live action ci si aspetta la ricerca di un equilibrio tra fedeltà e innovazione, tra la capacità di dare ai fan i personaggi di cui si sono innamorati negli anni 2000, riuscendo al tempo stesso ad adattarle alla contemporaneità e alle nuove necessità di rappresentazione. Al contrario, si ha come l'impressione che Fate - The Winx Saga sia da questo punto di vista un'occasione sprecata.

I tentativi di modernizzazione non sono però del tutto falliti. La ricerca del realismo si esprime anche nell'inserimento di personaggi dalla corporatura più naturale, a differenza delle fatine snelle del cartoon. Abbiamo Terra, dalle linee più morbide, sorta di stendardo della body positivity in questo live action, ma anche Aisha (Precious Mustapha), più sportiva e muscolosa.

I corpi sproporzionati dei personaggi originali vengono qui normalizzati, in un valido tentativo di dare una rappresentazione più verosimile. Si tenta inoltre l'inserimento di una componente LGBT nella serie, elemento interessante e innovativo, ma gestito purtroppo in modo poco approfondito nei primi episodi.

La vita scolastica in chiave fantasy

La giovane Bloom (Abigail Cowen), dotata di poteri magici, ma cresciuta tra gli umani, viene scelta per frequentare la scuola di Alfea nell'Oltre Mondo. Una minaccia misteriosa - rappresentata dai "bruciati" - rischia però di mettere a repentaglio la sicurezza dell'istituto e quella delle protagoniste. Assieme a Stella (Hannah Van Der Westhuysen), Aisha, Musa e Flora, Bloom scopre sempre più dettagli sul proprio passato e sul motivo per cui è in possesso del potere del fuoco, mentre con il resto del gruppo cerca di fronteggiare il pericolo incombente e una fitta rete di segreti che coinvolgono gli stessi vertici di Alfea. La visione dei primi tre episodi in anteprima ci ha permesso di capire fino a che punto il teaser trailer fosse rivelatorio della qualità della serie.

Alla narrazione non mancano elementi avvincenti: azione, segreti da svelare, nemici da sconfiggere, relazioni da intraprendere e dissidi da appianare. Il materiale a disposizione per una buona rivisitazione in chiave più matura c'è, così come si può contare sulla discreta interpretazione degli attori, mentre la scelta dell'Irlanda come location principale contribuisce a dare al prodotto quell'immancabile tocco fantasy.

L'inserimento della vicenda in un contesto teen - rispecchiato anche da una colonna sonora pop - riesce inoltre a catturare l'attenzione del target di riferimento, quei giovani spettatori che nel 2004 si sono appassionati alla serie animata e che ora vogliono vedere le loro beniamine in carne e ossa sullo schermo.

L'inizio di Fate - The Winx Saga evidenzia però una debolezza nel tenere insieme tutti questi elementi, che sfuggono agli sceneggiatori conferendo al prodotto problemi di ritmo. Se da un lato vogliamo guardare alla serie come ad un live action, ci si trova spiazzati di fronte ai numerosi cambiamenti apportati alla trama, come la mancanza di Tecna, delle nemiche Trix, di Brandon e della Flora originaria.

Così come l'avvicinamento di Musa ai poteri empatici invece che a quelli legati al suono e alla musica, l'assenza degli altri istituti presenti nella serie animata, e così via. Dall'altro, se si cerca di lasciare al prodotto un po' di autonomia rispetto a ciò che lo ha ispirato, si notano comunque diverse criticità tecniche e narrative, soprattutto nell'approfondimento di eventi e personaggi. Il legame che si dovrebbe stabilire tra le cinque protagoniste fatica fin da subito a ingranare e continua anche verso la metà della stagione a mostrare una certa fragilità.

Si tarda inoltre ad approfondire a dovere i caratteri di ogni membro del "Winx Club". Bloom in particolar modo è riluttante ad assumere il ruolo di leader e come personaggio si mantiene spesso isolata dal resto del gruppo. Più interessanti sembrano, almeno per quanto riguarda la visione dei primi episodi, alcune co-protagoniste e i personaggi secondari: piena di potenzialità - seppur divergente dalla trama originaria - è la padronanza di Musa dei poteri da empatica, mentre le personalità spigolose di Stella e Riven (Freddie Thorp), danno vita a personaggi positivamente sfaccettati.

In generale il contesto scolastico della serie - anche se caratterizzato da molti elementi fantasy - non aiuta il prodotto a distinguersi da altri teen drama, caratterizzati da rivalità e schermaglie amorose, insicurezze adolescenziali e drammi radicati nel passato dei personaggi. Ancora difficile da definire è invece la componente soprannaturale, fino ad ora più presente nell'oscura minaccia dei mostri definiti "bruciati" che nelle fate protagoniste, nonché resa con una qualità altalenante in termini di effetti speciali.

La magia - quella vera, potente e capace di grandi cose - potrebbe però essere sfruttata appieno nella seconda metà della stagione. Una visione complessiva della serie è dunque imprescindibile per valutare la riuscita di prodotto che finora rivela componenti interessanti, ma anche diverse debolezze, tra cui una mancanza di originalità e la presenza di figure dalla personalità ancora poco riconoscibile.

Fate: The Winx Club Saga I primi episodi di Fate - The Winx Saga evidenziano fin da subito le criticità tipiche dei prodotti teen che non si sforzano di distinguersi. Le dinamiche risultano poco originali e per la prima metà della stagione la componente magica resta confinata alla minaccia soprannaturale dei "bruciati" e ai brevi esercizi scolastici delle protagoniste. Il gruppo capitanato da Bloom, elemento fondamentale nello show animato del 2004, ancora stenta a formarsi, mentre in generale diversi personaggi dimostrano una caratterizzazione un po' sottotono. Sebbene non sia difficile affezionarsi alle figure più simpatiche e interessanti della serie e nonostante la presenza di una componente action avvincente, le debolezze si fanno sentire, così come le inspiegabili differenze tra cartoon e live action. Una visione complessiva - a cui rimandiamo il giudizio - potrebbe però stupirci.