Il Miracolo, primo sguardo alla serie TV firmata Niccolò Ammaniti

Abbiamo visto in anteprima i primi due episodi de Il Miracolo, la nuova serie TV di Sky e Wildside firmata Niccolò Ammaniti.

Il Miracolo, primo sguardo alla serie TV firmata Niccolò Ammaniti
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È notte fonda, ogni cosa è un'ombra e il silenzio è totale e assordante. Nella ghiaia però sibilano i passi di una squadra speciale, agenti in assetto di guerra che si apprestano a effettuare un blitz in un casolare abbandonato - sperduto nelle campagne più remote della Calabria, profondo sud. Oltre la prima porta lo scenario che si presenta fa stringere lo stomaco: pareti, pavimenti e soffitti sono imbrattati di sangue acre, talmente scuro da mescolarsi con la notte, mentre un uomo grasso e lurido si rotola in terra in evidente stato confusionale. Inizia così Il Miracolo, nuova serie TV prodotta fieramente da Sky e Wildside (su Sky Atlantic dall'8 maggio) che getta da subito delle basi imponenti, importanti, sia narrative che d'atmosfera. Bastano infatti pochi istanti a Niccolò Ammaniti (ideatore, sceneggiatore e anche regista con Lucio Pellegrini e Francesco Munzi) per creare nello spettatore un mix micidiale di sensazioni e umori contrastanti: in una manciata di immagini si nascondono paura, terrore, tensione, ma anche estrema curiosità di sapere cosa sta succedendo, da dove arriva tutto quel sangue e chi è quell'uomo lercio, braccato dalle forze speciali.

Il bandolo della matassa

Il Miracolo però non è un prodotto dalle risposte facili e immediate, tutt'altro. Il package seriale permette all'autore di Io Non Ho Paura di giocare senza fretta con il tempo e il montaggio, raccontando un singolo giorno in ogni episodio, senza rinchiudersi in un solo genere, sotto una sterile etichetta. Le prime sfumature horror e noir sfociano infatti ben presto in qualcos'altro, diventano critica politica, sociale, religiosa, dunque in un senso più ampio spirituale. Basta guardare a temi e personaggi: le regolari vite di un premier politico, di una first lady, di un prete e di una biologa vengono letteralmente sconvolte dalla statua di una madonnina che lacrima litri e litri di sangue in un flusso senza sosta. Un elemento che non distrugge nulla, poiché ogni personaggio sulla scena sta già combattendo una sua personale battaglia (di natura e forma differenti), eppure in qualche modo però risveglia tutti dal torpore, li rende consapevoli e incredibilmente umani, fragili e fallibili.

Esseri umani

Questo articolo è un first look, abbiamo visionato in anteprima soltanto i primi due episodi della serie e dunque non possiamo dare un giudizio complessivo, il pilot però ci ha restituito davvero ottime impressioni. Un biglietto da visita di assoluta qualità e dal respiro internazionale, un prodotto totalmente italiano pronto a sbarcare in altri Paesi e mercati, perfettamente in grado di affrontare la concorrenza più spietata. Per farlo Niccolò Ammaniti ha scelto il linguaggio della poesia, della filosofia, senza mai mettere da parte l'intrattenimento e la tensione, sfruttando un linguaggio trasversale adatto a ogni tipo di pubblico. Nonostante i personaggi in sceneggiatura abbiano poco da spartire in termini di ambizione, carattere ed estrazione sociale, c'è un filo oscuro che li tiene insieme, li riunisce e li fonde in una sola, confusa entità alla drammatica ricerca di risposte. Esseri umani, semplicemente, pieni di conflitti e contrasti interiori.

Il continuo della storia

Esseri umani che sul piccolo schermo televisivo hanno i volti e le voci di Guido Caprino, Elena Lietti, Tommaso Ragno e Alba Rohrwacher, interpreti di talento che hanno affrontato la serie mettendosi alla pari delle loro rispettive maschere - assorbendone difetti, manie, paure e speranze.

Elogio speciale a Elena Lietti, capace di tratteggiare una first lady ambigua, emozionante, arricchita da luci e ombre, dal volto e dal carattere magnetici. Certo a fronte di un pilot davvero entusiasmante e ben costruito, con colpi di scena che vi lasciamo scoprire in autonomia, abbiamo anche visto un secondo episodio meno potente, con qualche sbavatura concentrata soprattutto in una Calabria arcaica totalmente slegata dal contesto - per volere esplicito degli autori. Sospendiamo dunque il giudizio e attendiamo di vedere gli episodi restanti e l'epilogo, che aspettiamo con estrema curiosità. Gli episodi visionati ci hanno infatti lasciato una grande voglia di continuare, di sciogliere i nodi scoperti, aspetto che nel mondo seriale è a dir poco fondamentale. Per non dire vitale.