La collaborazione tra Marvel e Netflix giunge definitivamente al capolinea con l'arrivo della terza - e ultima - stagione di Jessica Jones. I tredici episodi di questa nuova avventura per la detective non solo concluderanno le sue vicende, ma anche quelle di tutti i Defenders e di tutta la vincente infrastruttura creata nel 2015 con Daredevil. La curiosità nello scoprire come andranno a incastrarsi i tanti pezzi del mosaico è tanta e, dopo aver guardato il primissimo episodio della stagione, le sensazioni sono tutto sommato positive. Anche se non conosciamo ancora dove la serie voglia andare a parare, le sensazioni spingono verso un discreto ottimismo, ma per un giudizio complessivo è ancora troppo presto.
Solitudine asfissiante
L'inizio di stagione sembra voler in qualche modo fare una mini-carrellata sulle nuove vite dei vari protagonisti, dopo gli eventi della seconda stagione che hanno, irrimediabilmente, spezzato via le certezze e l'ordinarietà a cui erano abituati. Jessica (Krysten Ritter) è sempre alle prese col suo lavoro e, anzi, sembra volerlo espandere verso nuovi orizzonti - la si vede lavorare a un caso tutto sommato non di sua competenza - con la sensazione continua che si tratti, più che altro, di un modo per tenersi occupata il più possibile.
Del resto, il distacco avvenuto con Trish(Rachael Taylor) è di quelli importanti e superarlo, come già risulta evidente dalle primissime battute, non è affatto facile. Questo primo episodio mostra anche quello che è il nuovo stile di vita di Malcolm (Eka Darville), ormai più che abile nel suo lavoro agli ordini di Jeri Hogarth (Carrie-Ann Moss) che, lentamente, ne sta facendo il suo pupillo. Anche quest'ultima è alle prese con un difficile futuro: il palesarsi della temibile malattia che l'ha colpita l'ha costretta a rivalutare le proprie scelte di vita, portandola a decidere di affidarsi alle persone più care.
Tra queste c'è anche Jessica, seppur restia, forse anche per sincero dispiacere, ad accettare il nuovo stile di vita della sua amica/nemica/collega, martoriata da un male ben più aggressivo e complesso di qualunque causa legale mai affrontata. Le due, in un momento preciso dell'episodio, danno vita ad un dialogo molto empatico e toccante. Proprio i dialoghi, già in queste primissime battute, sembrano godere di un'attenzione e soprattutto di una diffusione maggiore nel ritmo della narrazione. Meno scazzottate e più dialoghi, quindi, per un risultato ancora tutto da scoprire.
Sentimenti potenti
Abbiamo (volutamente) lasciato fuori, finora, il futuro di Trish dopo gli eventi della seconda stagione. Ebbene, quel che accade all'amica di Jessica può potenzialmente rivelarsi uno degli aspetti più interessanti della stagione.
La stessa madre di Trish, che crede la figlia dispersa, chiede aiuto a Jessica, e sembra chiaramente sulle tracce di qualcosa di grosso che però, ancora una volta, rimane avvolto nel mistero. Il tutto viene scandito da un ritmo sì più lento, ma che per ora ci sembra più preciso, dando sin dal primo episodio la sensazione di avere le idee molto chiare su come proseguire il resto della storia. E se a rendere tutto più entusiasmante ci pensano i numerosi intrecci e le elaborate sottotrame tipiche delle produzioni figlie del binomio Marvel-Netflix, a rendere tutto ancor più entusiasmante e a rubare la scena è certamente il finale dell'episodio, drammatico e cruento, che sembra spianare la strada a una stagione ricca di colpi di scena e momenti inaspettati.
Il primo episodio della terza stagione di Jessica Jones ci ha, tutto sommato, convinti abbastanza. Al netto della debolezza di un ritmo sicuramente più lento e meno aggressivo, l'intreccio narrativo di queste prime battute sembra promettere buone cose per il futuro, un futuro che avrà il delicato compito di concludere non solo le vicende della detective col giubbotto di pelle, ma anche un po' tutto l'universo narrativo figlio del binomio Marvel-Netflix. La scena finale dell'episodio, poi, non lascia molti dubbi in merito: le premesse sembrano esserci tutte.
Jessica Jones: un primo sguardo alla terza e ultima stagione su Netflix
Per l'ultima volta Krysten Ritter indossa i panni della detective dalla forza sovrumana in questa terza stagione conclusiva.
La collaborazione tra Marvel e Netflix giunge definitivamente al capolinea con l'arrivo della terza - e ultima - stagione di Jessica Jones. I tredici episodi di questa nuova avventura per la detective non solo concluderanno le sue vicende, ma anche quelle di tutti i Defenders e di tutta la vincente infrastruttura creata nel 2015 con Daredevil. La curiosità nello scoprire come andranno a incastrarsi i tanti pezzi del mosaico è tanta e, dopo aver guardato il primissimo episodio della stagione, le sensazioni sono tutto sommato positive. Anche se non conosciamo ancora dove la serie voglia andare a parare, le sensazioni spingono verso un discreto ottimismo, ma per un giudizio complessivo è ancora troppo presto.
Solitudine asfissiante
L'inizio di stagione sembra voler in qualche modo fare una mini-carrellata sulle nuove vite dei vari protagonisti, dopo gli eventi della seconda stagione che hanno, irrimediabilmente, spezzato via le certezze e l'ordinarietà a cui erano abituati. Jessica (Krysten Ritter) è sempre alle prese col suo lavoro e, anzi, sembra volerlo espandere verso nuovi orizzonti - la si vede lavorare a un caso tutto sommato non di sua competenza - con la sensazione continua che si tratti, più che altro, di un modo per tenersi occupata il più possibile.
Del resto, il distacco avvenuto con Trish(Rachael Taylor) è di quelli importanti e superarlo, come già risulta evidente dalle primissime battute, non è affatto facile. Questo primo episodio mostra anche quello che è il nuovo stile di vita di Malcolm (Eka Darville), ormai più che abile nel suo lavoro agli ordini di Jeri Hogarth (Carrie-Ann Moss) che, lentamente, ne sta facendo il suo pupillo. Anche quest'ultima è alle prese con un difficile futuro: il palesarsi della temibile malattia che l'ha colpita l'ha costretta a rivalutare le proprie scelte di vita, portandola a decidere di affidarsi alle persone più care.
Tra queste c'è anche Jessica, seppur restia, forse anche per sincero dispiacere, ad accettare il nuovo stile di vita della sua amica/nemica/collega, martoriata da un male ben più aggressivo e complesso di qualunque causa legale mai affrontata. Le due, in un momento preciso dell'episodio, danno vita ad un dialogo molto empatico e toccante. Proprio i dialoghi, già in queste primissime battute, sembrano godere di un'attenzione e soprattutto di una diffusione maggiore nel ritmo della narrazione. Meno scazzottate e più dialoghi, quindi, per un risultato ancora tutto da scoprire.
Sentimenti potenti
Abbiamo (volutamente) lasciato fuori, finora, il futuro di Trish dopo gli eventi della seconda stagione. Ebbene, quel che accade all'amica di Jessica può potenzialmente rivelarsi uno degli aspetti più interessanti della stagione.
La stessa madre di Trish, che crede la figlia dispersa, chiede aiuto a Jessica, e sembra chiaramente sulle tracce di qualcosa di grosso che però, ancora una volta, rimane avvolto nel mistero. Il tutto viene scandito da un ritmo sì più lento, ma che per ora ci sembra più preciso, dando sin dal primo episodio la sensazione di avere le idee molto chiare su come proseguire il resto della storia. E se a rendere tutto più entusiasmante ci pensano i numerosi intrecci e le elaborate sottotrame tipiche delle produzioni figlie del binomio Marvel-Netflix, a rendere tutto ancor più entusiasmante e a rubare la scena è certamente il finale dell'episodio, drammatico e cruento, che sembra spianare la strada a una stagione ricca di colpi di scena e momenti inaspettati.
Il primo episodio della terza stagione di Jessica Jones ci ha, tutto sommato, convinti abbastanza. Al netto della debolezza di un ritmo sicuramente più lento e meno aggressivo, l'intreccio narrativo di queste prime battute sembra promettere buone cose per il futuro, un futuro che avrà il delicato compito di concludere non solo le vicende della detective col giubbotto di pelle, ma anche un po' tutto l'universo narrativo figlio del binomio Marvel-Netflix. La scena finale dell'episodio, poi, non lascia molti dubbi in merito: le premesse sembrano esserci tutte.
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