Luna Nera: uno sguardo alle prime due puntate della serie italiana Netflix

Dalla trilogia di Tiziana Triana, una storia di potere, amore e coraggio in uno dei periodi più bui della storia occidentale

Luna Nera: uno sguardo alle prime due puntate della serie italiana Netflix
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Le serie tv italiane prodotte da Netflix suscitano spesso una grande attenzione da parte di spettatori e media, forse per l'inevitabile confronto che si tende a fare con le più grandi produzioni europee e americane. Dopo aver accolto i fortunati Suburra e Baby, la piattaforma si è cimentata in un fantasy storico al femminile: Luna Nera, disponibile per gli abbonati alla piattaforma streaming a partire dal 31 gennaio 2020.

Tratto dall'omonima trilogia di Tiziana Triana, Luna Nera racconta un triste periodo storico, quello della caccia alle streghe nel Centro Italia secentesco, soffermandosi però su un passato magico che sembra essere dimenticato. Abbiamo visto i primi due episodi della serie italiana Netflix in anteprima, ecco le nostre impressioni preliminari.

Dal romanzo fantasy alla serie Netflix

La giovane Ade (Antonia Fotaras) vive con la nonna e i fratello in un paesino del Lazio. Un giorno, mentre assiste la nonna durante un parto difficile, le due vengono accusate di stregoneria. La fuga porta alla cattura della donna e all'esposizione di Ade alla superstizione della gente. Quando però la ragazza si rifugia presso una misteriosa comunità di streghe, capisce che ci sono cose che vanno al di là della comprensione degli uomini, forze incredibili che governano il mondo.
Aiutata dal razionale Pietro (Giorgio Belli), Ade non solo deve imparare a crescere in un mondo per lei ancora sconosciuto, ma anche ad affrontare chi desidera annientare la stregoneria a ogni costo.

Sono molti gli aspetti accattivanti che Luna Nera mescola in una trama che, seppur non particolarmente originale, riesce a intrecciare magia, scienza, storia e superstizione in un racconto dalle grandi potenzialità. È stata una trilogia di romanzi ad aver offerto al team di produzione il materiale per Luna Nera, in particolare il primo volume, Le città perdute. L'autrice, Tiziana Triana, dona maggiore concretezza alla stregoneria occidentale, trasformandola da insieme di tradizioni popolari fraintese dalla superstizione a capacità soprannaturali reali.

La componente fantasy e quella storica si bilanciano dunque in una storia che fa del potere femminile il proprio fulcro narrativo, un potere avversato dalla Chiesa, dall'ignoranza e da un mondo governato dagli uomini. La materia è valida, almeno a prima vista, ma le prime due puntate di Luna Nera mostrano grandi difetti nella realizzazione.

Un racconto di coraggio ed emancipazione dalla qualità altalenante

Dietro alla vicenda di Ade e della sua coraggiosa scoperta di sé c'è un team quasi interamente al femminile. A partire dalle principali interpreti (Antonia Fotaras nei panni di Ade, Manuela Mandracchia in quelli della leader Tebe, la piccola Giada Gagliardi nel ruolo del fratellino Valente e molte altre attrici), fino alle ideatrici e sceneggiatrici Francesca Manieri, Laura Paolucci e Tiziana Triana e alla regista Francesca Comencini, Luna Nera si presenta come una storia di donne determinate a essere libere in un periodo di terribili persecuzioni.

Il pregiudizio e la paura del diverso sembrano essere due altri grandi protagonisti della vicenda di Ade, ma c'è uno spiraglio di luce nel buio della spietata caccia alle streghe che ha sconvolto l'Europa del diciassettesimo secolo.
È Pietro a rappresentare validamente questo moto di speranza in un periodo caratterizzato da oscurantismo. Lui, così appassionato di medicina, desidera aiutare Ade proprio per mostrare al mondo che le streghe e il loro malvagio operato non sono altro che una superstizione derivata dalla scarsa conoscenza dei fenomeni empirici. Seppur in parte in errore, Pietro ben rappresenta l'altra faccia del diciassettesimo secolo occidentale, quella di un progresso scientifico in evoluzione.

Il suo ruolo di love interest della protagonista non sembra altrettanto interessante, caratterizzato da tempistiche troppo affrettate e da uno scarso approfondimento dei rapporti, ma se gestito bene il suo personaggio può regalare un gradevole spessore culturale alla trama.
Le buone potenzialità non riescono tuttavia a nascondere del tutto i difetti formali evidenziati dalla visione dei primi due episodi di Luna Nera.

A una recitazione di stampo eccessivamente teatrale si affianca un uso poco consapevole degli effetti speciali, che avrebbero dovuto essere una componente fondamentale di una serie di genere fantasy.

È inoltre difficile capire se i problemi nella sceneggiatura - tra cui le tempistiche affrettate nel rapporto tra Ade e Pietro, la descrizione un po' superficiale del fenomeno della stregoneria e il ricorso all'espediente narrativo ormai abusato del "protagonista prescelto" - vadano attribuiti esclusivamente al materiale fornito dal romanzo o all'adattamento, ma qualcosa stride nella realizzazione tecnica di Luna Nera.

Le premesse non sono dunque le migliori, ma gli spunti sono molto interessanti. Oltre a una trama potenzialmente avvincente, è il millenario binomio scienza-superstizione a gettare le basi per una valida riflessione sul valore storico e culturale di un periodo decisamente complesso.

La Luna Nera Il resto della stagione fornirà a Luna Nera la possibilità di fare chiarezza nella trama e nel sistema magico, di far maturare i propri personaggi, di abbattere qualche cliché narrativo e di donare giustizia a una tematica sfaccettata come quella della stregoneria occidentale. Non resta che attendere l'uscita della serie su Netflix, il 31 gennaio!