Midnight Mass Prime Impressioni: il nuovo capolavoro dopo Hill House?

Mike Flanagan torna alle atmosfere horror prendendosi i suoi tempi per impostare un racconto denso e ben caratterizzato.

Midnight Mass Prime Impressioni: il nuovo capolavoro dopo Hill House?
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Gli appassionati di horror non potranno certo non riconoscere in Mike Flanagan una delle figure di riferimento contemporanee del genere, capace di destreggiarsi con disinvoltura tra piccolo e grande schermo, con un expertise sugli adattamenti di Stephen King (qui la nostra recensione de Il Gioco di Gerald e la recensione di Doctor Sleep , per farvi un'idea) e acclamati show Netflix, come dimostrano la nostra recensione di Hill House e la recensione di The Haunting of Bly Manor.

Nonostante la richiesta dei fan di proseguire con una terza variazione della serie Haunting, Flanagan decide di presentarci un progetto molto personale, tutto originale (gli altri due erano liberi adattamenti rispettivamente di Shirley Jackson e Henry James) e che non esita a definire il suo preferito dell'intera carriera. Capirete che, con queste premesse e con l'entusiasmo di Stephen King che elogia la serie, Midnight Mass non fatichi ad imporsi come una delle serie più attese tra le novità Netflix di settembre. E, dopo aver visto i primi episodi, non possiamo che rassicurarvi sul fatto che la strada per qualcosa di memorabile sembra decisamente essere quella giusta.

Saluti da Crockett Island

Riley (Zach Gilford) ha scontato una condanna in carcere per omicidio colposo in seguito ad un incidente provocato in stato di ebrezza ed è appena tornato a Crockett Island, l'isola natia a cinquanta chilometri dalla costa che conta poco più di un centinaio di anime e che ha subito un graduale abbandono da parte della popolazione dopo uno sversamento di petrolio avvenuto anni prima, che ha messo in crisi l'economia di pesca della zona.

Poco o nulla è cambiato, a parte un nuovo sceriffo di credo musulmano in una comunità cristiana quasi al limite dell'ossessione, ormai anch'essa in declino, ma incarnata alla perfezione da Bev Keane (una Samantha Sloyan in stato di grazie), che monopolizza la gestione di eventi e pratiche legate alla comunità. Qualcosa in realtà è cambiato, e no, non è il fatto che Erin, l'amica d'infanzia di Riley, sia tornata anch'essa sull'isola, incinta e senza il padre del bambino, ma qualcosa che solleva più di un interrogativo nella ridente e minuscola comunità di Crockett Island; l'arrivo di un giovane prete carismatico a sostituire monsignor Pruitt, partito per la Terra Santa e costretto dalla salute cagionevole a fermarsi sul continente. Tutto però sembra assumere una piega diversa e risvegliare il fervore religioso degli abitanti di Crockett Island nel momento in cui iniziano ad accadere miracoli stupendi che si accompagnano ad altrettanti misteri inquietanti.

I Want to Believe

È quasi spiazzante nella sua linearità l'inizio di Midnight Mass, che cesella meticolosamente la propria trama introducendo gli attori che calcano il palcoscenico di Crockett Island che diventa, come nei migliori casi, un personaggio a sé, giocando su un world building semplice ed efficace che racchiude al suo interno una serie di temi universali.

Il declino dell'isola rispecchia così una discesa in picchiata dei valori che da sempre hanno caratterizzato quel luogo, in primis quella fede che tanto sembra impregnare gli animi dei suoi abitanti, ma che oggi più che mai rappresenta un credo di facciata, relegato alle festività più importanti, quelle che ancora riflettono, se non una necessità spirituale, un onere quasi veterotestamentario, in una partita sul terreno del confronto tra scienza e religione che vede in Riley e nel misterioso Padre Paul (Hamish Linklater) i due poli opposti, rischiando di sfociare nell'ossessione pura, scambiando le maledizioni per miracoli.

Un dialogo nel quale trovano spazio i temi della colpa, del perdono, della famiglia e dell'amore, declinati in una serie di densi scambi tra i protagonisti che rischiano sì di allentare la tensione, ma che al tempo stesso ci spalancano le porte degli inconsci e contribuiscono a rendere così viva Crockett Island. Ed è proprio quando Flanagan rischia di premere troppo l'acceleratore su questo fronte che interviene l'elemento orrorifico a controbilanciare con brevi ed efficaci stilettate di inquietudine che richiamano squisitamente l'aspetto soprannaturale dello show.

Certo, ci troviamo solo a metà del guado e la perturbante isola con i suoi abitanti sembrano degli iceberg tanto conturbanti quanto affascinanti, incarnati da un cast decisamente all'altezza che non vediamo l'ora di vedere esplodere nel climax che ci condurrà all'inevitabile conclusione. Anche dal punto di vista formale Flanagan non delude e ci regala una regia decisamente ispirata, corollario di un lavoro che eccelle in ogni reparto produttivo. Certo, alcune invenzioni, anche di trama, risultano facilmente anticipabili, ma il viaggio al momento vale decisamente il prezzo del biglietto.

Midnight Mass (Serie TV) È evidente che Midnight Mass nasconda all'interno del proprio cilindro più cose di quante non ne voglia mostrare al momento. Flanagan non si smentisce e, in linea con le sue opere precedenti, imbastisce una narrazione stratificata, nella quale l'elemento prettamente horror emerge a sprazzi tanto isolati quanto inquietanti, creando un'atmosfera di tensione che gioca su una deliziosa esplorazione dei personaggi dalla piega a tratti verbosa, ma che rappresenta una delizia in divenire che siamo convinti ripagherà sul lungo termine quando, nel corso dei sette episodi di questa miniserie autoconclusiva, arriveremo a capire quanto oscuri siano in realtà i misteri di Crockett Island.