Non Ho Mai 2, prime impressioni sulla nuova stagione della serie Netflix

Torna con una seconda stagione la teen comedy di Netflix Non Ho Mai... Ecco le nostre prime impressioni sui nuovi episodi della serie di Mindy Kaling.

Non Ho Mai 2, prime impressioni sulla nuova stagione della serie Netflix
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È piena estate, ma su Netflix si torna sui banchi di scuola con la seconda stagione di Non Ho Mai..., la brillante teen comedy ideata, scritta e prodotta da Mindy Kaling, che promette di essere tanto folle quanto la precedente (e forse anche di più). Parola di John McEnroe... Più o meno. Proviamo dunque a capire che prodotto ci troviamo di fronte dai primi due dei nuovi episodi che la piattaforma streaming ci ha permesso di visionare in anteprima.

Come si evinceva anche dal trailer della seconda stagione di Non Ho Mai..., Devi (Maitreyi Ramakrishnan) è di nuovo alle prese con le inevitabili difficoltà sentimentali tipiche dell'adolescenza (almeno nella finzione... qualcuno ha detto triangolo amoroso?) sullo sfondo di un imminente trasloco dall'altra parte del mondo... O, se non altro, abbastanza lontano per permettersi di indulgere in quella che probabilmente rientra nella Top 20 delle idee più discutibili che una teenager potrebbe mai avere.

Nel frattempo, l'ambiente intorno a lei sta cambiando: arrivano nuovi personaggi, si instaurano inediti rapporti, sorgono inaspettate difficoltà e in certi momenti ci si dovrà proprio trattenere per non citare il titolo di un'altra popolare serie tv anni '90: Crescere, che fatica!

Di relazioni e triangoli amorosi

"Oh mio Dio, ho due ragazzi!" esclama la nostra protagonista in una scena dei nuovi episodi, dopo aver optato per quella che senza dubbio non sarà la soluzione più etica possibile al problema del classico triangolo sentimentale, ma che grida sicuramente molto Devi. Specialmente considerato il fatto che nel giro di poche settimane, ovvero una volta terminato il trasloco in India, le tribolazioni del momento saranno solo un ricordo per la ragazza. O no?

Sulla scia degli eventi raccontati nella nostra recensione di Non Ho Mai..., e in particolare nel season finale, ritroviamo la giovane Devi a dover fare i conti con un'ardua scelta personale, in questo caso declinata nella forma di due ragazzi: il belloccio della scuola per il quale ha sempre avuto una forte attrazione fisica, Paxton Hall-Yoshida (Darren Barnet) e il rivale accademico che non ha mai potuto sopportare, ma con il quale sembra avere un'innegabile chimica, Ben Cross (Jaren Lewison). Che poi, va detto, la ragazza si impegna davvero a cercare di affrontare il dilemma nel più giudizioso dei modi: elabora infatti una riunione strategica con le amiche di sempre, Fabiola (Lee Rodriguez) e Eleanor (Ramona Young), e una lista di pro e contro anche piuttosto equilibrata.

Di certo, non basterà una battuta buttata lì per convincerla a gettare tutto all'aria e procedere verso una terza e decisamente più tortuosa via? Beh... Conoscete già la risposta a questa domanda. Ma Devi sarà in grado di gestire la situazione? Sembra dunque essere questo il quesito fondamentale della seconda stagione di Non Ho Mai..., che ancora una volta decide di utilizzare bastone e carota per far avanzare il proprio personaggio principale (e non solo) nella vita, navigando gli alti e bassi dell'adolescenza come ogni teen comedy si prefigge di fare, senza tuttavia dimenticare che alla sua caratteristica ironia si accompagnano anche tante verità che si applicano a diversi membri della società, non esclusivamente ai più giovani.

Donne in cerca di un futuro

Se infatti al centro di Non Ho Mai... vi è la storia di Devi, questa non può essere raccontata senza approfondire meglio i personaggi che la circondano, in particolare le quattro donne che le sono sempre accanto. Da un lato abbiamo dunque il trio di amiche formato da Devi, Fabiola e Eleanor, con le ultime due anch'esse alla ricerca della propria identità, di legami significativi e duraturi, e intenzionate a trarre il meglio dalla propria esperienza scolastica, come la protagonista. Il tutto, ovviamente, mentre provano ad evitare la catastrofe di portata nucleare che sembra essere in procinto di causare la loro amica (il secondo episodio, in tal senso, è più che esplicativo). Dall'altro, invece, abbiamo il trio familiare composto ancora una volta da Devi, sua madre Nalini (Poorna Jagannathan) e sua cugina Kamala (Richa Moorjani).

Anche in questo caso gioca un ruolo piuttosto rilevante il fattore identitario, con Nalini che deve riprendere in mano le redini della propria vita dopo aver dato un'ultimo addio a Mohan (Sendhil Ramamurthy), e che per farlo cercherà aiuto e conforto nella sfera genitoriale (da qui l'idea di trasferirsi nuovamente in India), e Kamala che inizia ad avere qualche difficoltà in ambito lavorativo, con un tirocinio che si dimostrerà molto diverso da come lo immaginava. Ancora una volta si dà dunque risalto alla prospettiva femminile, come del resto richiede la storia, sempre accompagnata però dall'immancabile voce narrante del campione di tennis John McEnroe, che continua ad essere una trovata vincente per la serie Netflix.

E ancora una volta ci ritroviamo a guardare agli ostacoli quotidiani dal punto di vista dell'outsider, anche se adesso potrebbe non essere più tanto tale, specialmente considerato l'arrivo di "un'altra ragazza indiana che è più carina e più cool", come si premura di precisare Devi nel trailer, e che potrebbe rubarle il ruolo da "protagonista differente dalla massa". Sono molteplici dunque gli spunti narrativi per la seconda stagione di Non Ho Mai..., e sarà interessante vedere quali saranno le soluzioni scelte dal team creativo della serie per far sì che questa risulti coerente con lo stile e l'essenza del prodotto che tanto è stato apprezzato da critica e pubblico nel precedente appuntamento.

NeverHaveIEver La prima stagione di Non Ho Mai... ha fatto uso di molti dei cliché del genere in cui viene incasellato lo show, rielaborandoli però in modo funzionale ed efficace per il tipo di operazione che sta cercando di realizzare, riuscendo a farsi portatore tanto di diversità quanto di universalità, e ad offrirci così un prodotto che si può definire un piccolo campione di rappresentatività. È difficile dire se al secondo giro la serie sarà in grado di fare altrettanto e mantenere quella freschezza e quel brio riscontrati in precedenza. Per ora, le premesse sono buone, ma tutto sta nel vedere come evolverà la storia e se, più avanti con gli episodi, mostrerà i cenni di stanchezza spesso tipici dei secondi capitoli.