Orange Is The New Black: si torna a Litchfield

La discesa all'inferno di Litchfield parte da una pistola puntata e si fa sempre più confusa e delirante. Riuscirà a fare chiarezza?

Orange Is The New Black: si torna a Litchfield
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Le avevamo lasciate in rivolta, le inmates di Orange Is The New Black, e in rivolta le ritroviamo: le ragazze dalla divisa arancione avevano lasciato cadere la famosa goccia che fa traboccare il vaso dopo la morte di Poussey (Samira Wiley) nella terza stagione, che aveva sconvolto gli equilibri del penitenziario di Litchfield fino a portare ad una vera e propria rivolta. Che si fosse passato il limite era chiaro già dallo scorso finale di stagione, ma il caos in cui riversa la première della stagione 5 non fa che confermarlo. La situazione è infatti ormai completamente fuori controllo, e se Daya (Dasha Polanco) prova in tutti i modi a tenere il controllo della prigione, nel frattempo altre "colleghe" costringono Caputo, il direttore della prigione, a pronunciare un discorso a favore della memoria della loro amica perduta, che non meritava di morire in quel modo. Il ritorno di Sophia Burset (Laverne Cox), attesissimo dai fan, non è al contrario tutto rose e fiori: si ritroverà infatti a fare i conti con il periodo passato in solitaria al carcere di massima sicurezza, e con i demoni che ancora la attanagliano.


Oltre il confine

La situazione della prima puntata di Orange Is The New Black era in qualche modo costretta, visto il finale di stagione che richiedeva ovviamente una certa continuità e pretendeva spiegazioni: sapevamo quindi di fronte a cosa ci avrebbe messo la showrunner Jenji Kohan. Sorprese non ce ne sono, e tutto fila come avrebbe dovuto filare, compresa la storia tra Piper (Taylor Shilling) e Alex (Laura Prepon), che tra alti e bassi torna di nuovo ad esistere.

A sorprendere al contrario è la mancanza di quel guizzo in più che aveva caratterizzato le stagioni precedenti e, soprattutto, le première precedenti: la puntata scorre senza particolari colpi di scena, i personaggi sembrano fagocitati dalla situazione e non riescono in nessun modo ad emergere all'interno di un caos ormai conclamato che non le aiuta ma, al contrario, sembra soffocarle. I primi momenti di anarchia di Litchfield sono quindi rumorosi e confusi anche per lo spettatore, e la scrittura non aiuta una situazione che rimane costantemente in bilico senza mai riuscire a prendere una direzione certa, che possa davvero appassionare chi guarda. D'altronde, il cambiamento è epocale, le carte si girano e il periodo di assestamento è necessario anche per le situazioni all'interno del penitenziario: la morte di un personaggio chiave che, in qualche modo, rappresentava la purezza d'animo di un luogo infernale ha portato l'intero sistema a tremare, compresa la vena comica di Orange Is The New Black che nella prima puntata è completamente assente. La colpa forse è anche degli ultimi due, stupendi, episodi della quarta stagione, il cui sapore teniamo ancora sulla lingua, ma l'avvio della quinta stagione di Orange is The New Black è lento e non riesce ad appassionare davvero lo spettatore, complice anche il fatto che la stagione 5 si svolgerà tutta nell'arco di tre giorni, al contrario dei lunghi periodi che avevano caratterizzato i precedenti giri di giostra. La serie riuscirà nel corso del suo svolgimento a rialzarsi e a fare più chiarezza? Staremo a vedere.