Rebel, le nostre prime impressioni sulla serie Disney+ Star

Rebel è la nuova serie disponibile su Star sulla piattaforma Disney Plus ispirata alla vita di Erin Brockovich.

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Rebel trae ispirazione dalla figura realmente esistita di Erin Brockovich. L'attivista ora sessantunenne, il cui impegno nella causa contro la Pacific Gas & Electric nel 1993 ha portato al film di Steven Soderbergh del 2000, diventa una fonte di ispirazione per trasformare le proprie vicende in carburante seriale. C'è ABC dietro il prodotto ideato da Krista Vernoff che, dopo il passaggio in chiaro sulla tv nazionale, arriva settimanalmente su Disney Plus, nel catalogo Star.

Un'operazione in sette episodi, che trova il suo tono già nel pilot iniziale, tutto filtrato attraverso il passato della sua creatrice che conduce all'interno della serie i vati prodotti in cui, fino a qui, ha lavorato. Vernoff infatti vede la propria carriera al seguito di Grey's Anatomy (a tal proposito, potete leggere cosa pensa Jesse Williams di uno spinoff su Grey's Anatomy) e del suo spin-off Station 19 (di seguito, invece, trovate alcune novità sui futuri crossover tra Grey's Anatomy e Station 19). Tra i lavori dell'autrice annoveriamo anche il fallimento del reboot del cult Streghe, dal titolo Charmed, e infine Shameless.

Non a caso, la serie appena approdata su Disney+ sembra quasi una summa stilistica dei precedenti lavori dell'autrice, privandosi dunque dal principio di un'aurea originale. Con l'incipit di Rebel, insomma, la Vernoff sembra voler andare sul sicuro senza tuttavia replicare fino in fondo l'incisività di una figura combattiva come Erin Brockovich, piegandola ai dettami di una tv generalista stanca e priva di brio.

L'eroina di Katey Segel

Se ad interpretare l'eroina nell'opera cinematografica di inizio Duemila era Julia Roberts, che per il ruolo ottenne la sua statuetta all'Oscar come Migliore attrice protagonista, nella serie tocca a Katey Sagal vestire i panni di una giustiziera che investe tutta se stessa per difendere i cittadini dalla strapotenza delle multinazionali. Un personaggio a metà tra lo spirito intraprendente e quello di una "tipa tosta", un'instancabile protettrice della verità pur possedendo comunque un cuore incredibilmente umano. Una protagonista su cui viene calcata troppo la mano sia nella scrittura, fin troppo stereotipata, sia nella performance dell'attrice.

Seguendo la scia di quei personaggi badass che devono necessariamente suscitarci simpatia per la loro esuberanza tutta votata al bene, ma che ci si ritrova ad adorarli proprio per la loro incontenibile follia, la Annie "Rebel" Bello della serie su Star sortisce esattamente l'effetto contrario. Una volontà eccessivamente esplicita nel richiedere il plauso del pubblico, l'accondiscendenza dello spettatore; il patteggiamento per un personaggio che sembra quasi debba piacerci forzatamente poiché portatrice del bene, pur arrivandoci con i suoi scanzonati mezzi.

Una soluzione che non riesce a rappresentare adeguatamente la personalità della protagonista e, ancor più, la complicità che si stabilisce con il pubblico: la Annie di Rebel non è che uno di tanti personaggi già visti e che, in altri racconti, sono stati meglio caratterizzati.

Una causa persa sin dall'inizio?

L'amicizia con i suoi due ex mariti, gli ostacoli del terzo matrimonio che vengono a galla, i tre figli avuti con tre uomini differenti e i rapporti disfunzionali che tende a stabilire la donna sono tutti cliché semplicemente televisivi che, pur prendendo da resoconti della realtà (come i divorzi e le nozze della stessa Brockovich), non contribuiscono né al coinvolgimento immediato con la serie, né all'interesse che potrebbe stuzzicare per il suo proseguimento.

Un'esaltazione interna che rende fin troppo sopra le righe anche le performance di tutto il cast, dove a spiccare è comunque quella della stessa Katey Sagal. Ponendo le basi per quello che dovrebbe essere il caso che terrà impegnata la protagonista nel corso delle puntate, stabilendo da subito le strade che ogni personaggio andrà a percorrere, Rebel non conquista e non convince con il suo primo episodio. Respinge la protagonista come fa il personaggio di Cruz, interpretato da un Andy García che a sua volta sembra non crederci abbastanza. Ma se l'uomo sembra poter lasciarsi convincere dalla protagonista, il giudizio del pubblico potrebbe risultare molto meno indulgente, ormai preparato a riconoscere fin da subito quando una causa è definitivamente persa, anche in partenza.

Rebel Rebel sembra una causa persa già in partenza. La protagonista è la solita dura dal cuore d'oro che tuttavia non riesce ad aggiudicarsi la complicità dello spettatore, finendo per risultare quasi insopportabile tanto ai personaggi quanto al resto del pubblico. Una serie da tv generalista che non si sforza nel cercare una propria originalità, finendo incastrata in una serie di stereotipi che coinvolgono i personaggi, le strade che dovranno intraprendere e anche le performance degli attori.