Santa Clarita Diet: prime impressioni sulla stagione 3

La commedia zombie con Drew Barrymore e Timothy Olyphant torna con dieci nuovi episodi, come sempre su Netflix.

Santa Clarita Diet: prime impressioni sulla stagione 3
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Tra le più belle sorprese nella programmazione originale di Netflix c'è stato senz'altro il debutto, due anni fa, di Santa Clarita Diet, comedy ideata da Victor Fresco e incentrata su un'idea molto particolare: una tipica famiglia americana del ceto medio che mantiene le apparenze di una vita normale e rispettabile celando la terribile verità su Sheila (Drew Barrymore), divenuta una zombie. Una brillante decostruzione satirica della filosofia ed estetica da cartolina statunitense, un uso comico dei morti viventi su scala ridotta, senza le considerazioni globalmente apocalittiche del quasi coevo iZombie, che condivide con la comedy di Netflix l'idea dei non morti come creature intelligenti in grado di passare inosservati tra noi, escludendo la costante fame di cervelli. La mitologia c'è sempre stata, ma centellinata per non distogliere l'attenzione dal vero punto di forza dello show, l'alchimia potentissima tra gli interpreti principali.

Buona la terza?

Con la terza stagione, composta da dieci episodi come le due precedenti, torniamo nella soleggiata Santa Clarita per un nuovo giro a base di humour nerissimo, sangue e grandi performance comiche. In questa sede si aggiunge agli ingredienti esistenti anche una certa autoironia, focalizzata sulla dipartita, già avvenuta o imminente, di alcuni personaggi i cui interpreti sono stati reclutati per altri progetti (Natalie Morales, dopo aver girato la nuova stagione, è diventata la protagonista di Abby's su NBC mentre Nathan Fillion, attualmente la star di The Rookie su ABC, è assente giustificato perché il suo personaggio - la testa mozzata della prima vittima di Sheila - si sta progressivamente decomponendo).

Il tutto condito con lo spirito vivace che ha sempre caratterizzato la serie, ponendo le basi per altri dieci frammenti di satira mista a grand guignol, con la vena critica nei confronti di una certa mentalità USA già presente in alcuni titoli dei singoli episodi, come per esempio il terzo (We Let People Die Every Day). E mentre alcuni volti apprezzati non sono più tra noi, la splendida accoppiata composta da Drew Barrymore e Timothy Olyphant rimane indistruttibile, centro nevralgico, umano (per metà) e umoristico di un prodotto che, proprio per la sua scelta di dosare con attenzione le trame orizzontali, ha ancora tanto da dire.