Sherlock 4x01: The game is on

Con The Six Thatchers la quarta stagione di Sherlock parte alla risoluzione di un mistero lungo tre anni: tanta (troppa?) carne al fuoco.

Sherlock 4x01: The game is on
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"Ti sono mancato?" aveva chiesto Moriarty a Sherlock nel finale della scorsa stagione. Ci era mancato eccome. È bastato un piccolo video per far tornare il dubbio allo spettatore e per far tornare Sherlock dal suo esilio forzato dopo la risoluzione del suo ultimo caso. Lì ci ritroviamo tutti, due anni dopo, pronti a tornare di nuovo nel palazzo mentale del detective più famoso del mondo. Il nome è Sherlock Holmes, l'indirizzo è 221b Baker Street e il volto è quello di Benedict Cumberbatch, che nonostante abbia passato gli ultimi due anni tra blockbuster e film da Oscar non sembra proprio riuscire a fare a meno del personaggio che forse più di tutti gli è stato cucito addosso. Il suo Sherlock è definitivamente tornato, per quanto riguarda Moriarty il dubbio rimane: eppure il gioco è iniziato, la ruota è partita e il mercante sta per incontrare la morte a Samarra, perché il destino non può essere illuso per molto tempo, prima o poi bisogna arrivare a farci i conti. Qualsiasi esso sia.


The Game is on

Mai come questa volta la season première di Sherlock sembra essere collegata con un fil rouge agli eventi delle passate stagioni: il mistero nel mistero che ha coinvolto gli spettatori per tre anni sta finalmente per essere risolto, e toglie chiaramente il focus dal problema principale - ovvero Moriarty. Protagonisti assoluti della puntata sono Benedict Cumberbatch e Martin Freeman ma soprattutto un'intensa e sorprendente Amanda Abbington (che abbiamo avuto il piacere di intervistare) nei panni di una Mary che finalmente, una ad una, rompe le sue maschere al ritmo dei sei busti di Margaret Thatcher. Tutto viene esasperato all'estremo: gli eventi si susseguono a ritmo sostenuto, le linee di dialogo di Sherlock scorrono alla velocità della luce, la costruzione visiva della sua mente si spinge verso vette sempre più alte infilandosi negli angoli della sua vista ed in quella dello spettatore: ne risente pesantemente la costruzione visiva dell'episodio, che si porta dietro gli echi di The Abominable Bride esasperandone l'estetica. Allo stesso modo anche la risoluzione dei vari casi secondari di Sherlock scorre via ad una velocità che probabilmente solo il detective riuscirebbe a seguire, portandoci all'interno della sua frenesia fino a confonderci e, alla fine, non riuscire a mantenere il focus su ciò che sta realmente succedendo. Esattamente come succede a Sherlock.

Miss me?

La costruzione dell'episodio, la regia, il montaggio e soprattutto le interpretazioni di un serial come Sherlock sono impossibili da non definire brillanti: non si può non rimanerne affascinati. Punta di diamante della BBC, Sherlock riesce perfettamente a portare avanti un livello qualitativo che dopo 4 stagioni non fa che migliorare. Nessun compromesso, nessun episodio rilasciato in fretta: Steven Moffat si prende il suo tempo ogni anno, e ogni anno l'attesa è ampiamente ripagata. Eppure in questo episodio si corre, forse un po' troppo, verso una catena di eventi che getta molta carne al fuoco. Nonostante possa sembrare risolutivo, The Six Thatchers appare in realtà disegnato per lasciare allo spettatore dei piccoli indizi, sottili o meno, riguardanti due ruoli che proprio nella morte potrebbero trovare un incontro unico e inaspettato: "Ti sono mancato?" forse potrebbe contenere più di un segreto, più di un gioco e più di una soluzione.