Dopo i grandi sconvolgimenti dello scorso season finale, la nuova stagione di Supergirl dovrebbe rappresentare almeno sulla carta un perfetto starting point per chiunque non si sia ancora avvicinato al noto serial supereroistico di casa The CW. Al termine della lotta alle Worldkiller, infatti, tutti i principali personaggi della serie si sono ritrovati a giocare dei ruoli completamente nuovi, consentendo alla produzione di rimescolare le carte in tavola e sperimentare una nuova formazione. Sarà sufficiente questo cambiamento per ravvivare le dinamiche di una serie che, anno dopo anno, si è fatta sempre meno movimentata? Scopriamolo subito.
Supergirl è ovunque
Proprio con questa frase è iniziata la nuova season premiere di Supergirl, intitolata "An American Alien". Dopo aver messo fine alle ambizioni di Selena e delle altre streghe kryptoniane, la Ragazza d'Acciaio ha preso il posto del suo nobile cugino come principale protettrice del pianeta Terra, sventando disastri e sciagure in ogni parte del globo, ma cercando al contempo di non trascurare i doveri "umani" della controparte Kara Danvers (Melissa Benoist), oggi divenuta ormai una reporter di successo e addirittura una mentore. Tutto, insomma, sembra andare per il verso giusto, o almeno è quello che la stessa Supergirl ha scelto di credere, ignorando completamente la nuova ondata di clima anti-alieno che si è creata in seguito alla sconfitta di Reign (Annable Odette). Capeggiato da un misterioso individuo autodefinitosi membro delle "Sentinelle della Libertà", nuovo movimento atto a estirpare la vita aliena sulla Terra (sorto, pare, dalle ceneri del Cadmus di Lilian Luthor). Interpretata da una magnifica Lynda Carter, che negli anni Settanta vestì addirittura i panni della prima Wonder Woman televisiva, la presidentessa degli Stati Uniti Olivia Marsdin è dunque costretta a tornare in scena per combattere ancora una volta per i diritti degli alieni. Come risultato, un forte e fastidioso senso di déjà vu ha parzialmente caratterizzato l'intera premiere di Supergirl, che di innovativo ha davvero ben poco.
Ogni cosa al suo posto... più o meno
Mentre il ruolo di Supergirl è rimasto sempre uguale, lo stesso non si può dire per la sua ristretta cerchia di amici e collaboratori più fidati. J'onn J'onzz (David Harewood) ha lasciato il DEO per raccogliere il proprio retaggio marziano e seguire le orme del padre: un percorso bizzarro e non esattamente in linea col personaggio di Martian Manhunter, poiché almeno per il momento sembra precludergli la possibilità di scendere in campo contro la criminalità, costringendolo invece ad adottare un approccio più teorico. Lo stesso non si può dire per Alex Danvers (Chyler Leigh), che anche dopo aver assunto l'incarico di direttrice del DEO continua a operare in prima linea, gettando forse alle ortiche i grandi progressi compiuti verso la realizzazione del suo più grande sogno: metter su famiglia. L'unico elemento davvero convincente della nuova formula di Supergirl è dunque il caro "Brainy" (Jesse Rath), un componente della Legione dei Super-Eroi che quest'anno andrà a colmare il vuoto lasciato dalla partenza dell'agente Winn Schott (l'ex-regular Jeremy Jordan), oggi impiegato in un futuro lontano. Geniale, logorroico e ottuso in egual misura, il coluano inespressivo è già stato al centro di gag alquanto esilaranti, che tuttavia promettono quei dovuti approfondimenti caratteriali del personaggio che nella terza stagione non si sono presentati all'appello. Sarà questa l'occasione giusta per esplorare un personaggio il cui destino, almeno nei fumetti DC Comics, è stato profondamente legato a quello dell'Ultima Figlia di Krypton?
Stronger than ever
Se la scorsa stagione di Supergirl ha visto la nostra eroina preferita affrontare un lungo processo di crescita spirituale che l'ha portata non solo a scegliere fra la sua natura kryptoniana e quella umana, ma soprattutto a comprendere il proprio ruolo nell'universo, questa season premiere ci ha mostrato una Kara Zor-El più forte e sicura che mai. Sono ormai lontani i giorni in cui la ragazza piangeva la tragica partenza dell'ex-fidanzato Mon-El (Chris Wood), poi tornato per sconvolgerle nuovamente l'esistenza con un triangolo amoroso poco consono alle tematiche e al target della serie televisiva. E proprio questo, fino ad oggi, è stato forse il principale punto debole dello show: un'innata propensione a esplorare fin troppo i drammi dell'essere umano, destinando raramente il giusto spazio all'azione e alla natura aliena della protagonista. In mezzo a tanti elementi riciclati o comunque poco allettanti, la nuova stagione promette quantomeno lo sviluppo di un'eroina che sia finalmente pronta a incarnare con orgoglio e fermezza il profondo significato della "S" scolpita sul proprio petto. Un'eroina che possa camminare in mezzo agli esseri umani e continuare a ispirarli, ma senza mai tradire le proprie origini.
Supergirl: primo sguardo alla quarta stagione
Lo scorso anno, la nostra eroina ha cercato di riscoprirsi, ma con risultati disastrosi. Sarà questa la volta buona per lei?
Dopo i grandi sconvolgimenti dello scorso season finale, la nuova stagione di Supergirl dovrebbe rappresentare almeno sulla carta un perfetto starting point per chiunque non si sia ancora avvicinato al noto serial supereroistico di casa The CW. Al termine della lotta alle Worldkiller, infatti, tutti i principali personaggi della serie si sono ritrovati a giocare dei ruoli completamente nuovi, consentendo alla produzione di rimescolare le carte in tavola e sperimentare una nuova formazione. Sarà sufficiente questo cambiamento per ravvivare le dinamiche di una serie che, anno dopo anno, si è fatta sempre meno movimentata? Scopriamolo subito.
Supergirl è ovunque
Proprio con questa frase è iniziata la nuova season premiere di Supergirl, intitolata "An American Alien". Dopo aver messo fine alle ambizioni di Selena e delle altre streghe kryptoniane, la Ragazza d'Acciaio ha preso il posto del suo nobile cugino come principale protettrice del pianeta Terra, sventando disastri e sciagure in ogni parte del globo, ma cercando al contempo di non trascurare i doveri "umani" della controparte Kara Danvers (Melissa Benoist), oggi divenuta ormai una reporter di successo e addirittura una mentore. Tutto, insomma, sembra andare per il verso giusto, o almeno è quello che la stessa Supergirl ha scelto di credere, ignorando completamente la nuova ondata di clima anti-alieno che si è creata in seguito alla sconfitta di Reign (Annable Odette). Capeggiato da un misterioso individuo autodefinitosi membro delle "Sentinelle della Libertà", nuovo movimento atto a estirpare la vita aliena sulla Terra (sorto, pare, dalle ceneri del Cadmus di Lilian Luthor). Interpretata da una magnifica Lynda Carter, che negli anni Settanta vestì addirittura i panni della prima Wonder Woman televisiva, la presidentessa degli Stati Uniti Olivia Marsdin è dunque costretta a tornare in scena per combattere ancora una volta per i diritti degli alieni. Come risultato, un forte e fastidioso senso di déjà vu ha parzialmente caratterizzato l'intera premiere di Supergirl, che di innovativo ha davvero ben poco.
Ogni cosa al suo posto... più o meno
Mentre il ruolo di Supergirl è rimasto sempre uguale, lo stesso non si può dire per la sua ristretta cerchia di amici e collaboratori più fidati. J'onn J'onzz (David Harewood) ha lasciato il DEO per raccogliere il proprio retaggio marziano e seguire le orme del padre: un percorso bizzarro e non esattamente in linea col personaggio di Martian Manhunter, poiché almeno per il momento sembra precludergli la possibilità di scendere in campo contro la criminalità, costringendolo invece ad adottare un approccio più teorico. Lo stesso non si può dire per Alex Danvers (Chyler Leigh), che anche dopo aver assunto l'incarico di direttrice del DEO continua a operare in prima linea, gettando forse alle ortiche i grandi progressi compiuti verso la realizzazione del suo più grande sogno: metter su famiglia. L'unico elemento davvero convincente della nuova formula di Supergirl è dunque il caro "Brainy" (Jesse Rath), un componente della Legione dei Super-Eroi che quest'anno andrà a colmare il vuoto lasciato dalla partenza dell'agente Winn Schott (l'ex-regular Jeremy Jordan), oggi impiegato in un futuro lontano. Geniale, logorroico e ottuso in egual misura, il coluano inespressivo è già stato al centro di gag alquanto esilaranti, che tuttavia promettono quei dovuti approfondimenti caratteriali del personaggio che nella terza stagione non si sono presentati all'appello. Sarà questa l'occasione giusta per esplorare un personaggio il cui destino, almeno nei fumetti DC Comics, è stato profondamente legato a quello dell'Ultima Figlia di Krypton?
Stronger than ever
Se la scorsa stagione di Supergirl ha visto la nostra eroina preferita affrontare un lungo processo di crescita spirituale che l'ha portata non solo a scegliere fra la sua natura kryptoniana e quella umana, ma soprattutto a comprendere il proprio ruolo nell'universo, questa season premiere ci ha mostrato una Kara Zor-El più forte e sicura che mai. Sono ormai lontani i giorni in cui la ragazza piangeva la tragica partenza dell'ex-fidanzato Mon-El (Chris Wood), poi tornato per sconvolgerle nuovamente l'esistenza con un triangolo amoroso poco consono alle tematiche e al target della serie televisiva. E proprio questo, fino ad oggi, è stato forse il principale punto debole dello show: un'innata propensione a esplorare fin troppo i drammi dell'essere umano, destinando raramente il giusto spazio all'azione e alla natura aliena della protagonista. In mezzo a tanti elementi riciclati o comunque poco allettanti, la nuova stagione promette quantomeno lo sviluppo di un'eroina che sia finalmente pronta a incarnare con orgoglio e fermezza il profondo significato della "S" scolpita sul proprio petto. Un'eroina che possa camminare in mezzo agli esseri umani e continuare a ispirarli, ma senza mai tradire le proprie origini.
Altri contenuti per Supergirl - Stagione 4