Agli universi distopici è sempre stato riservato un posto speciale nella letteratura e nell'arte in genere. Da 1984 sino ad Hunger Games, il pubblico è sempre rimasto affascinato dai contesti narrativi in cui tutto è andato male, e l'umanità ha preso una direzione senza via d'uscita. The 100, tratto dal romanzo di Cass Morgan, non fa eccezione, mostrando uno scenario post nucleare degno del miglior Mad Max, valido tanto da far arrivare la serie alla quinta stagione. La Season 5 ha recentemente debuttato su Premium Action: abbiamo visto la premiere, ecco cosa ne pensiamo.
Da soli non si vive
Clarke è rimasta sola. Ha permesso ai suoi compagni di far partire il razzo e farli arrivare sull'Arca, ma lei è rimasta sulla Terra, sola, con pochi mezzi, un Rover e la sua voglia di vivere e combattere. La ragazza non si dà per vinta e si mette alla guida del mezzo, alla ricerca di cibo, acqua e magari anche qualche altro compagno sopravvissuto, ma a Polis prima e ad Arkadia poi, Clarke non trova nessuno, sembra l'unica sopravvissuta sul suolo terrestre.
Il suo viaggio continua, ma la speranza inizia a scemare, specie dopo la rottura del Rover.
Alla fine Clarke si ritrova assetata ed affamata, in una terra desertificata, il suo pensiero va alla pistola. Eppure nulla è perduto. Un uccello la sveglia dal torpore, beccandola, e la conduce verso un luogo in cui l'onda radioattiva sembra non essere mai arrivata: un Eden fatto di alberi, acqua e cibo. Qui, Clarke troverà anche quel che resta di una comunità, nella persona di Madi, una bambina che inizialmente le sarà ostile ma dopo si avvicinerà a lei.
Dopo un salto di sei anni, Madi è ormai cresciuta e Clarke è per lei una Mamma, vivono felici nel loro Eden personale, mentre sull'Arca, Raven, Emori, Monty, Harper, Murphy, Bellamy e Echo, si sono adattati ad una vita fatta di poco cibo, non troppo saporito, e corridoi buchi ed asettici, ma tutto sembra cambiare quando vedono avvicinarsi alla Terra un'astronave, dalla quale se ne distacca un'altra che arriva sulla Terra. Chi saranno i nuovi arrivati?
Chi ben comincia...
La premier della quinta stagione di The 100, intitolata "Eden", introduce, in modo ottimale, alla nuova tornata di episodi, garantendo allo spettatore tutti quegli elementi che dovrebbe avere una prima puntata. Inizialmente, la narrazione dà continuità alla storia, riprendendo direttamente il finale della precedente. Clarke gira sola per una Terra che sembra definitivamente morta, una naufraga della guerra che cerca un'isola su cui sopravvivere. In tal senso Eliza Taylor riesce ad interpretare ed a rendere al pubblico il senso di solitudine del proprio personaggio, il suo coraggio, la sua pazienza e, infine, la sua frustrazione dinanzi al continuo fallimento deli suoi tentativi.
A questo punto gli autori hanno riesumato uno degli espedienti narrativi più usati sin dai tempi delle tragedie greche: deus ex machina. L'uccello che "salva" Clarke dal suo probabile suicidio non è altro che una scossa, casuale ed imprevista, alla storia, senza la quale, la stessa avrebbe preso un vicolo cieco.
La trama subisce una svolta, Clarke, novella Robinson Crusoe, trova la sua isola, la sua terra ferma in un mare fatto di sabbia e radiazioni, e trova anche la sua Venerdì, nella fattezze di una bambina spaventata e regredita ad uno stato bestiale: Madi, Sarà lei a dare una prospettiva di vita alla ragazza, a risvegliare il suo istinto materno.
Gli autori operano quindi un preciso e giusto plot twist che porta la narrazione avanti dei sei anni, facendo piazza pulita delle trame passate e permettendosi così di dare una nuova linfa alla serie, Clarke è diventata una donna in piena salute, realizzata, madre di una bimba che ora è un'adolescente brillante e ribelle. Infine, la premier pone le basi per tutta la storia futura della stagione, stuzzica lo spettatore con indicazioni volutamente parziali che stimolino la curiosità del pubblico e che lo portino all'episodio successivo.
La stagione 5 di The 100 si presenta, nonostante la sabbia in abbondanza presente nelle sue immagini, in grande spolvero, la narrazione respira a pieni polmoni per le scelte degli autori che, con il salto narrativo, hanno le menti sgombre da ogni implicazione passata e possono permettersi di reinventare la serie come meglio credono, avendo pochi vincoli rispetto alle precedenti stagioni. La narrazione è ben dosata ed alterna momenti di riflessione a fasi più concitate, non trascura alcun elemento e riesce ad instillare nel pubblico il desiderio di continuarne la visione. Naturalmente si capisce che The 100, sin dal primo episodio della prima stagione, è una serie vuole raccontare una storia efficace, emozionate, divertente e credibile, senza alcuna velleità autoriale o didascalica. In tal senso, alla quinta stagione, la produzione ancora riesce in questo obiettivo, cosa che non si può dire di molte altre arrivate allo stesso punto.