The Boys 3, Recensione in corso: è una bomba!

Dopo una lunga attesa, la fortunata serie di Erik Kripke è pronta a riportare il caos su Prime Video. Ecco i nostri pareri a caldo sui primi sei episodi.

The Boys 3, Recensione in corso: è una bomba!
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The Boys sta per tornare! L'opera di Amazon Prime Video ispirata ai fumetti di Garth Ennis e Darick Robertson ha lasciato tutti a bocca aperta negli ultimi anni, elevandosi e poi confermandosi fra i prodotti di punta della piattaforma. Lo show ideato da Erik Kripke, complice un successo sorprendente, ha sdoganato i confini della brutalità creando un mix perfetto per chi desidera dell'ottimo intrattenimento dal ritmo serrato.

Il primo assaggio della nuova stagione, principale voce fra le uscite Amazon Prime Video di giugno 2022, prevede l'arrivo dei primi tre episodi questo venerdì e proseguirà con un capitolo a settimana fino al gran finale previsto per l'8 luglio. Lo show, che riprende il suo corso dopo il fenomenale cliffhanger della scorsa stagione e dopo le interessanti aggiunte dello spin-off Diabolico (qui la nostra recensione di The Boys Diabolical), intende ancora una volta sorprendere e alzare l'asticella con una battaglia senza esclusione di colpi. Dopo aver visto le prime sei puntate su otto in anteprima, parliamo senza spoiler di The Boys 3.

(Mai) Dalla parte del nemico

Come mostrato nei primi trailer della nuova stagione, sembra che Billy Butcher (Karl Urban) stia tentando in tutti i modi di trovare un reale modo per contrastare Patriota (Antony Starr) dopo quanto accaduto nel finale dello scorso ciclo di episodi. Mentre Victoria Neuman (Claudia Doumit) cerca disperatamente di mantenere i propri segreti e l'opinione pubblica comincia a dubitare dell'amatissimo supereroe, Hughie (Jack Quaid) sembra vivere la vita ideale tra il nuovo lavoro al Bureau e la relazione con Starlight.

Tra la scoperta di nuove potenti armi, capaci di conferire i poteri anche ad individui comuni, e imprevedibili elementi posti in gioco, le nuove puntate mostreranno ancora una volta una grande lotta di potere in cui soltanto chi si sporcherà di più le mani uscirà vincitore. Di fronte alla possibilità di pareggiare i conti o di combattere ad armi pari, i piani della Vaught verranno stravolti sia da contrasti interni, sia dai Boys, portando a una lunga serie di colpi di scena e a una sequela di risvolti mai così folli.

Sempre più in fondo

Se la prima stagione aveva principalmente introdotto i personaggi, unendoli su schieramenti opposti, e la seconda aveva amplificato l'impatto emotivo dei loro legami, la terza season di The Boys sembra sin da subito focalizzarsi sul contrasto. Mai come ora tutto gioca intorno alle iconiche figure di Butcher e Patriota, opposti eppure entrambi vittime di se stessi: chi per una ragione, chi per l'altra, tutti e due hanno perso qualcosa o qualcuno e intendono trovare una soluzione alla loro misera condizione.

Se Butcher sembra ormai disposto a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo, Homelander continua a mostrare i propri disagi psichici e tenta di manipolare chiunque pur di mantenere il proprio potere e raggiungere l'assoluto dominio. In questo senso, tra scatti emotivi e attaccamenti al limite dell'ossessione, Stan Edgar (Giancarlo Esposito) tenta di mantenere il reale potere attraverso sotterfugi e macchinazioni.

Il quadro delineatosi non può che richiamare quello dei rapporti familiari, per quanto assolutamente disfunzionali: dietro la Vaught i rapporti fra i personaggi richiamano a tutti gli effetti i tropes drammatici di chi è guidato da una rigida figura paterna con un lato ben più oscuro da proteggere, o peggio, condannato a subire le angherie della personalità peggiore. Tale dinamica va sviluppandosi anche fuori dalle logiche di palazzo ed è osservabile anche tra Butcher e i suoi, con Hughie, Frenchie, Kimiko e Latte Materno costretti a obbedire ai comandi del proprio superiore. Nel costruire passo dopo passo rapporti assai complessi tra un cast di elementi assai eterogeneo, Kripke conferma ancora una volta la sua grandissima abilità nel rendere una storia avvincente densa e profusa di elementi culturali di grande rilievo. In fondo, The Boys ha sempre avuto l'obiettivo di smascherare le ipocrisie e fare satira nel modo più aspro possibile attraverso la sua grande comunicatività e il proprio assurdo contesto. Mescolando con sapienza intriganti digressioni a segmenti sempre più over the top, lo show riempie lo schermo di frammenti di pura magia, intrecciando le proprie fila senza mai ingarbugliarle.

Come spesso capita nello show, ma ancor maggiormente in questi primi sei episodi, sono gli approfondimenti su ciascun personaggio a mantenere alta l'attenzione, concedendo a tutti un adeguato screen time : anche i volti secondari vengono caratterizzati alla perfezione attraverso il contrasto tra ciò che sono e ciò che vorrebbero essere, garantendo sviluppi e crescite finalmente appaganti. Il contrasto tra poteri, reali o ideali, e individualità risulta fenomenale per il suo sviluppo. Kripke e soci sono riusciti a superarsi mantenendo fede alle proprie promesse e confezionando un prodotto più folle, ma anche più imponente di prima.

Ego e Controllo

Attingendo a piene mani dallo stile che lo ha reso celebre, dopo aver a lungo esplorato le dinamiche e le prospettive tematiche intorno al ruolo che un eroe possa ricoprire all'interno di una società civile, The Boys pone finalmente i riflettori sulla psiche di potenti caratteri messi costantemente in situazioni spinose. L'ego dell'impressionante Patriota di Antony Starr emerge in tutta la sua radicale onnipotenza, opponendosi al carisma dirompente del Butcher di Karl Urban, creando scenari insperati e riuscendo in più di un'occasione a lasciare a bocca aperta per la qualità delle proprie interpretazioni.

Del resto, la grande arma di The Boys risiede nella varietà e nella densità dei suoi sviluppi, che tra introspezione dei personaggi e critiche sociali analizza con grande acume e originalità un contesto, un mondo, talmente profondo e sfaccettato da non esser poi tanto dissimile da quello reale. Ciò che realmente ruba la scena in questa terza stagione è però l'attenzione nel dosare delicatezza e dirompenza in egual misura, portando due punti di vista in perenne conflitto a collimare, facendo perdere la cognizione di un bene reale nell'ostinata ricerca di supremazia - o peggio, dell'assoluto controllo in un ambiente imprevedibile.

Cambiamenti all'orizzonte

The Boys 3 riesce a tenere incollati allo schermo, mandando fuori di testa chi osserva e giocando con l'assurdo per portare alla luce argomenti assai profondi anche in questa stagione. Al netto di alcuni momenti volutamente esagerati, sorprende la qualità della messa in scena, e dopo sei episodi rimane spasmodica l'attesa di uno scontro che tarda sempre ad arrivare. Visto quanto mostrato sin qui, sono sempre i meravigliosi dialoghi a farla da padrone, rubando a tutti gli effetti la scena.

Siamo certi che i capitoli finali lasceranno tutti a bocca aperta, tra duelli attesissimi e un cerchio che si stringe sempre di più verso un finale in cui è veramente difficile stabilire chi ne uscirà indenne. Con queste puntate si delinea definitivamente uno scontro tra demoni, un racconto di peccati e debolezze che fa da contraltare alla reale battaglia tra passato e presente. In un male che può esser combattuto soltanto dall'interno, l'impressione è quella di una progressiva perdita della ragione in favore di una soluzione catastrofica che non lascerà scampo. Un racconto condannato inevitabilmente all'oblio, mentre lo spettacolo si esalta.