The Victims' Game: prime impressioni sulla nuova serie crime di Netflix

Omicidi agghiaccianti e un passato che torna a bussare alla porta del protagonista, in questo crime taiwanese ricco di suspense!

The Victims' Game: prime impressioni sulla nuova serie crime di Netflix
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Quali sono gli ingredienti che rendono valido un prodotto crime? Senza dubbio è immancabile un protagonista acuto e determinato a scoprire la verità, ma è fondamentale anche che il caso tra le sue mani sia intrigante e complesso.
Questi due elementi non mancano in The Victims' Game, serie tv taiwanese disponibile tra le nuove serie TV Netflix di aprile 2020, per la precisione a partire dal 30 aprile. Con una buona dose di tensione, personaggi interessanti e un crimine agghiacciante da risolvere, The Victims' Game non ha nulla da invidiare alle classiche produzioni americane o europee alle quali siamo abituati e può rappresentare un ottimo consiglio di visione per gli appassionati del genere.
Ecco le nostre opinioni in merito alla prima puntata!

Un pilot introduttivo, non privo di tensione e spunti interessanti

Il primo episodio di The Victims' Game svolge prima di tutto un ruolo introduttivo e lo fa piuttosto bene, dato che ci avvicina già molto alla psicologia delle figure in gioco e agli obiettivi che muovono i loro passi. Di loro sappiamo poco, ma quel poco ci basta per avere un quadro generale e per sentirci invogliati ad approfondire la visione con le puntate successive. La regia frenetica dei primi istanti ci accompagna fino alla scena del crimine, dove la scoperta del corpo ci fa presto capire che la polizia non si trova di fronte a un caso semplice o usuale.
Il cadavere della vittima si trova all'interno di una vasca da bagno, sciolto in una sostanza che sembra essere acido. Nonostante lo stato agghiacciante in cui versa, si crede che si tratti di una famosa cantante e si ipotizza che la donna si sia suicidata.

Ad andare a fondo di questa terribile vicenda è l'agente della scientifica Fang Yi-jen (Joseph Chang), che scova tra gli indizi anche un legame con il proprio passato. Stranamente collegata al crimine è infatti una giovane donna che Fang Yi-jen riconosce come la figlia con la quale da un po' di tempo ha interrotto i rapporti. L'uomo, affetto dalla sindrome di Asperger che rende più difficili i rapporti con i colleghi e con la sua stessa famiglia), è intenzionato a trovare la figlia e a scoprire la verità su un caso che sembra di facile risoluzione, ma che si rivelerà molto più complesso del previsto.

Il pilot ci offre pochi elementi per comprendere la qualità della serie, data l'importanza per un prodotto crime dell'evoluzione coerente della sceneggiatura. La tensione è però alta fin da subito, grazie a un primo episodio che getta subito nel vivo della vicenda.

Dopo la breve introduzione del protagonista, ci troviamo di fronte a una scena del crimine davvero agghiacciante, nonché alla rigidità di un sistema investigativo poco aperto a nuove ipotesi. Nonostante il personaggio principale sia un uomo dalle grandi difficoltà relazionali, non è difficile per lo spettatore empatizzare con lui e con la sua indagine solitaria, contro superiori e colleghi poco disposti ad ascoltarlo.

Fang Yi-jen è un emarginato, un uomo dal notevole spirito analitico, che tuttavia non riesce ad adattarsi al resto della squadra per conflitti personali con il capo e i colleghi e per il coinvolgimento personale nell'indagine. Il focus su di lui ci permette di vivere una vicenda più intimista, che sconfina più volte nel privato.
Il ruolo introduttivo del pilot si vede anche in questo, nell'alternarsi tra indagini e ricerca personale, con una predilezione per quest'ultima.

Delitti, questioni passate irrisolte e personaggi affascinanti

The Victims' Game non punta molto sull'originalità della trama, almeno in base a ciò che possiamo dedurre dal pilot, ma si rivela già in grado di creare un'atmosfera di tensione, immancabile in un prodotto di questo genere.
Il protagonista non aderisce ai canoni del classico investigatore carismatico, ma viene introdotto piuttosto come un uomo intuitivo e riservato.

Proprio per questo motivo dona alla vicenda un tocco di innovazione e un certo spessore psicologico. La serie ci offre inoltre una ricerca della verità più sfaccettata del previsto, poiché al personaggio principale si affianca la giovane giornalista Hsu Hai-yin (Tiffany Hsu), pronta a tutto pur di essere sempre un passo avanti alle forze dell'ordine.

Le premesse sono dunque buone. La costruzione di una valida base è avvenuta con successo in questo crime di produzione taiwanese. Nei prossimi episodi, già disponibili su Netflix, sarà possibile constatare se regia, sceneggiatura e recitazione (che finora non hanno deluso) saranno all'altezza delle aspettative.