Untold: Rissa in NBA, primo impatto con la nuova docuserie sportiva Netflix

Il primo appuntamento della nuova docuserie sportiva dei creatori di Wild Wild Country racconta la storica rissa tra Indiana Pacers e Detroit Pistons.

Untold: Rissa in NBA, primo impatto con la nuova docuserie sportiva Netflix
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Come testimoniano le recenti Olimpiadi di Tokyo, lo sport è una fucina inesauribile di storie, tra record, amicizie, rivalità, riscatti, ma anche eventi più controversi e oscuri; storie che permettono di scandagliare l'animo umano e sono capaci di esercitare una forza magnetica irresistibile per gli spettatori, come ci ricorda la nostra recensione di The Last Dance. In Untold, la nuova docuserie targata Netflix, verranno raccontati i retroscena di alcune delle storie sportive più incredibili, cinque per la precisione, con una programmazione settimanale che parte dal 10 agosto e con il primo episodio - Rissa in NBA - che ricostruisce la famigerata rissa del 2004 tra Indiana Pacers, Detroit Pistons e il pubblico presente.

La serie è creata da Chapman e Maclain Way, già autori dell'ottimo Wild Wild Country, uno dei migliori documentari nel catalogo del colosso dello streaming, cosa che dovrebbe far rizzare le orecchie tanto agli appassionati di sport quanto a quelli dei documentari. Per i due autori, inoltre, non si tratta della prima volta che trattano la materia sportiva, visto che sempre su Netflix è disponibile la loro opera del 2014 The Battered Bastards of Baseball, incentrata sui Portland Mavericks, una sconclusionata squadra indipendente creata negli anni Settanta dall'attore Bing Russell e in cui militò anche il figlio Kurt Russel.

Ebbene, dopo aver visto il primo episodio, siamo pronti a darvi le nostre impressioni sulla ricostruzione della peggiore rissa della storia della NBA, che rappresenta senza dubbio un'ottima partenza per lo show.

La sera che cambiò l'NBA

Il 19 novembre 2004 è una delle date indelebili della storia dello sport. Quella sera, al The Palace of Auburn Hills, Michigan, un'arena contraddistinta da una tifoseria molto calda, i campioni in carica dei Detroit Pistons affrontano in casa gli Indiana Pacers. La partita è molto sentita da quest'ultimi, poiché ai play-off della stagione precedente erano stati sconfitti proprio dai Pistons e avevano dovuto così rinunciare al sogno di vincere l'anello.

A 45,9 secondi dalla fine della partita, i Pacers stanno conducendo 97-82 quando, in seguito a un fallo di Metta Sandiford-Artest (all'epoca conosciuto come Ron Artest e in seguito Metta World Peace) ai danni del centro dei Pistons Ben Wallace, succede l'impensabile: dopo una rissa tra i giocatori, ormai sedata, la situazione esplode quando un fan lancia una bevanda addosso a Sandiford-Artest, che era steso sul tavolo dei segnapunti. Infuriato, Sandiford-Artest raggiunge il presunto fan colpevole e provoca lo scoppio di una rissa che coinvolge giocatori e spettatori e si protrae per diversi minuti in un clima surreale le cui riprese fanno impressione ancora oggi.

La portata dell'evento fu tale che l'NBA mise in atto delle sospensioni record (per un totale di 146 partite e la conseguente perdita di 11 milioni di dollari di stipendio). In più venne stabilito un dress code per gli atleti, vennero aumentate le misure di sicurezza nei palazzetti e fu stabilito un limite alla somministrazione di alcol, la cui vendita è stata addirittura bandita dopo la fine del terzo quarto.

Giocatori o criminali

Sebbene a dispetto del titolo della serie i fatti di quella sera sono più che noti, gli autori hanno deciso di raccontarli secondo una nuova prospettiva, avvalendosi inoltre di diverso materiale inedito e delle testimonianze dirette di molti dei presenti durante quella serata surreale: giocatori, fan, commentatori, poliziotti, arbitri, dirigenti e anche il procuratore Dave Gorcyca, il quale si occupò dei procedimenti legali.

In particolare, però, i protagonisti di Malice at the Palace sono i giocatori degli Indiana Pacers Metta Sandiford-Artest, Jermaine O'Neal, Stephen Jackson e Reggie Miller - mentre dei Pistons è presente il solo Ben Wallace. Il racconto, infatti, non si concentra solo su quella fatidica serata, ma anche su tutti quegli ingredienti che sono andati a combinarsi in un cocktail dal risultato clamoroso, a partire dal background dei vari atleti e delle motivazioni che li portarono ad accasarsi ai Pacers e a diventare uniti per cercare di far vincere finalmente il titolo NBA a Reggie Miller dopo 17 anni di carriera ad altissimo livello, ma ancora priva della classica ciliegina sulla torta. In tal senso, la serie fa un ottimo lavoro nel trasmettere allo spettatore tutte le pressioni in gioco e soprattutto aiuta a comprendere meglio una personalità tanto affascinante quanto controversa come quella di Metta Sandiford-Artest, che qui si apre raccontando dei suoi problemi di depressione e ansia e dei modi in cui ha cercato di combatterli, inclusa quella sera - racconta, per esempio, di essersi steso sul tavolo dei segnapunti perché stava seguendo un consiglio su come provare a mantenere la calma.

All'epoca dei fatti gran parte della stampa statunitense si scagliò contro i giocatori, chiedendosi se fosse sensato riempire di soldi persone che altro non erano che "criminali", aspiranti gangster intrisi di cultura hip-hop. Non è difficile riscontrare la dimensione sociale di questa presa di posizione in cui viene minimizzato il ruolo avuto dai fan (complice una diffusione parziale dei video di quella serata da parte dei network), ma Malice at the Palace piuttosto che alzare il dito e lanciare accuse si preoccupa di fornire agli spettatori quanti più dettagli per provare a comprendere come un mix di vicende personali, consumo di alcol e scarsa sicurezza possano in un sol colpo divampare come un incendio.

Una nuova prospettiva

Ciò che ci ha colpito maggiormente dell'episodio sono proprio le interviste dei giocatori degli Indiana Pacers, i quali sono stati decisamente scossi e segnati dalla vicenda; con le loro testimonianze aiutano a compensare la narrazione che si era fatta dalla rissa - Jermaine O'Neal racconta che fino a ora non aveva avuto l'opportunità di parlarne, ma anche che all'epoca non è che fosse così desideroso di farlo - e riflettono anche su cosa è stato perso quella sera.

Miller a fine stagione si è ritirato, gli Indiana Pacers da squadra candidata al titolo sono diventati una compagine in declino, e Metta Sandiford-Artest, intervistato dopo aver vinto il titolo NBA con i Lakers alcuni anni dopo la serata al The Palace, non può fare a meno di ripensare ai suoi ex-compagni di squadra e di sentirsi un codardo ad averli abbandonati dopo tutto ciò che era successo.

Dopo un primo episodio convincente e ben riuscito, dunque, non possiamo che essere in trepida attesa delle prossime storie che Chapman e Maclain Way ci proporranno. Secondo quanto annunciato, ci aspetteranno le storie della campionessa della boxe Christy Martin, la quale subì diversi abusi; di Caitlyn Jenner e della vittoria dell'oro nel decathlon a Montreal 1976; dei rapporti tra la mafia e la squadra di "bad boys" dei Danbury Trashers; del tennista Mardy Fish e di come i suoi problemi di ansia hanno influito sulla sua carriera.

Untold Il primo volume di Untold - Malice at the Palace - è un ottimo esordio per la nuova docuserie Netflix e i fratelli Way confermano la propria bravura nel genere dei documentari, dopo averci già stupiti con Wild Wild Country. Convinti dalla ricostruzione della rissa tra Pacers e Pistons, non possiamo che augurarci che anche il resto degli episodi si mantengano sullo stesso livello.